Ormai manca poco più di una settimana a Ferragosto, tra grigliate e spiagge assolate siamo tutti concentrati sulle tanto meritate vacanze. Eppure, sul calendario c’è segnata a breve un’altra festività, una giornata che però solo noi gattari conosciamo: la giornata mondiale del gatto, 8 agosto! E quale miglior modo per celebrare questa giornata se non quello di lanciare il terzo capitolo della saga gattara per eccellenza? Era appunto l’8 agosto del 2017 quando il team di sviluppo di Singapore, The Gentle Bros sorprese lanciando un RPG a tema micioso, Cat Quest, ovviamente. Sette anni dopo, e parecchie copie vendute dopo, eccoci a commentare il lancio di Cat Quest 3. La prima cosa che balza all’occhio, ed è inevitabile, è il fatto che il consueto mood e design viene qui declinato in una salsa totalmente nuova, quella dell’avventura piratesca. I nostri eroici gatti dovranno infatti vedersela tra isolette e mari infestati da terribili pi-ratti (siate preparati perché di questi giochi di parole ne troverete a bizzeffe). Se nel primo episodio venivano ripercorsi i classici stilemi di genere delle storie fantasy, tra draghi, maghi e castelli, aspetti che poi nel secondo capitolo vengono ulteriormente espansi seguendo il classico dualismo cane-gatto, ecco che per Cat Quest 3 gli sviluppatori hanno cercato di dare una svolta importante al tutto, virando all’avventura per i sette mari.
Ovviamente vestiremo la pelliccia di un gattino, non un gatto qualunque ma un micio investito del potere di Seeker/Cercatore, ed insieme al nostro aiutante fantasma, il Capitano Cappey, ci lanceremo in una missione quasi impossibile, recuperare la leggendaria Stella Polare. Un bottino tanto prezioso non può che far gola a tutti i pi-ratti dell’arcipelago dei miao-raibi, motivo per cui il percorso che ci porterà al tanto agognato premio sarà tutt’altro che lineare. Il gioco mantiene il mood scanzonato e divertente dei capitoli precedenti, e grazie alla localizzazione in italiano ci consentirà di godere appieno degli innumerevoli scambi di battute e giochi di parole presenti. Il cast di personaggi che incontreremo, come al solito è composto da animali antropomorfi molto ben caratterizzati ed in grado di strappare più di un sorriso: passiamo dall’equipaggio metallaro dei miao-tallika, ai cinghiali rognosi detti grugni, Graffigno il gatto innamorato dell’isola di Fusamore, il Pesgattore solitario e molti altri. Nella nostra ricerca della Stella Polare dovremo ripulire ognuna delle location sparse nell’arcipelago, alla ricerca di indizi e soprattutto di accessori ed armi utili a potenziare sia noi stessi che il nostro vascello. Il gameplay, infatti, perlomeno nelle fasi navali, ricorda un pochino quel capolavoro di Zelda Wind Waker. L’esplorazione viene svolta sia a piedi che via nave dal nostro gattino, al comando di un vascello personalizzabile e potenziabile, sia per quanto riguarda le skill di attacco che quelle di difesa. Cat Quest 3 introduce il combattimento navale, aggiungendo un nuovo livello di profondità al gameplay. Il combat system è piuttosto semplice ma al contempo soddisfacente. Quando combattiamo in modalità gatto possiamo scegliere tra armi a lunga gittata (archibugi, pistole o bastoni magici) ed armi da corpo a corpo, quali spade, scudi e mazze. Sarà possibile ovviamente la parata e la schivata, che se effettuata con il tempismo corretto porta a sua volta danni all’avversario. Danneggiare gli avversari riempirà i cuori, ossia la barra di caricamento delle magie speciali, devastanti attacchi magici che possono essere reperiti e potenziati esplorando il mondo di gioco (andiamo dal lancio di fulmini, a sfere infuocate, a bombe ed a molto altro).