One Piece occupa senza dubbio un posto speciale nel cuore di milioni di appassionati in tutto il mondo, molti dei quali apprezzano a dismisura vestire i panni dei loro eroi preferiti attraverso le avventure interattive disponibili in ambito videoludico, molti dei quali proprio su console Nintendo e, in particolare, grazie alle enormi possibilità di differenziazione d’uso garantite ad oggi soltanto dall’ibrida Switch della casa di Kyoto. A testimoniarlo anche le enormi vendite dell’ormai vecchio capitolo Pirate Warriors 4, capace nel mercato domestico del Sol Levante, persino di comportarsi meglio dei titoli più recenti disponibili fino a oggi soltanto su altre piattaforme hardware…ma da adesso questo torno viene raddrizzato e questa lacuna colmata grazie all’uscita per Nintendo Switch dell’acclamato One Piece Odyssey: un episodio diverso dagli altri e legato a doppio filo proprio al nostro sito d’opinione. Il prodotto di Bandai-Namco è stato infatti il primo a ricadere sotto la nostra (ormai classica) rubrica The Outer World, con la quale abbiamo iniziato ad avventurarci al di fuori dei confini dei prodotti disponibili su console a marchio Nintendo, offrendovi giudizio e aggiornamenti anche su quanto venga offerto a livello complessivo dal nostro mezzo di intrattenimento preferito, ed è pertanto con grande gioia che oggi, in qualche modo, andiamo a chiudere un cerchio: con Odyssey iniziammo un’avventura che mai ci ha portato troppo lontano dalla nostra passione principale ed è rappresentativo tanto del nostro continuo e continuativo interesse verso Switch, quanto dell’enorme successo commerciale ottenuto dal prodotto di Kyoto, in grado di spingere molti sviluppatori e rivedere le considerazioni iniziali dovute a ipotetiche difficoltà di adattamento hardware, pur di accaparrarsi una fetta del mercato coperto proprio dalla console di Nintendo. E, pochi giorni dopo l’inaspettatamente ottimo Ace Combat 7, ecco che anche One Piece Odyssey…sbarca su Switch.
Il gioco proposto in origine nel 2022 porta con sé una ventata di aria fresca, all’interno del novero di produzioni videoludiche ispirate al famosissimo manga di Oda (reso per altro ancora più popolare nel corso degli ultimi mesi grazie a un adattamento live action per Netflix), visto che si discosta notevolmente dai soliti action o adventure (spesso nelle mani del team Omega Force di Tecmo-Koei, per prodotti pubblicati da Bandai-Namco ma sotto l’evidente influenza della serie Warriors/Musou), proponendo dinamiche assai vicine a quelle classiche dei giochi di ruolo di stampo giapponesi. Per struttura del mondo di gioco e sistema di combattimento, potremmo forse accomunare One Piece Odyssey al sempre apprezzato Dragon Quest X-S, con una modellazione poligonale al passo coi tempi per quanto concerne il mondo di gioco, oltre che i principali protagonisti, arricchito da combattimenti a turni impreziosisti da qualche velleità interattiva più contemporanea, risultando nell’insieme un titolo senza dubbio apprezzabile, soprattutto per gli amanti della serie animata, ma non solo. I problemi principali dell’opera risiedevano, nella versione Xbox Series S da noi testata, nell’immaturità di alcune caratteristiche che avrebbero teoricamente dovute essere fondanti: un mondo aperto, in realtà piuttosto spezzettato in macro aree, con tanto di tempi di caricamento tra diverse regioni dell’isola, nonché claustrofobico (poco liberamente esplorabile e composto prevalentemente da corridoio in successione, per quanto arricchiti da un colpo d’occhio falsamente più profondo); un sistema di combattimento fin troppo classicheggiante e, pertanto, statico, laddove un prodotto come One Piece avrebbe senza dubbio giovato di un approccio maggiormente dinamico e adrenalinico; una trama originale, ma poco accattivante, al di là del carisma discutibile dei personaggi creati ad hoc per l’occasione. Nonostante tutto, però, la possibilità di approcciarsi a questo universo finzionale in maniera originale e, in fondo, appagante sapeva restituire un discreto senso di soddisfazione al fruitore, da cui il nostro voto più che discreto.
Ma cosa possiamo dire della specifica versione per Nintendo Switch? Innanzitutto che, per ripagare i fan della lunga attesa, il team di sviluppo ha deciso di immettere sul mercato una versione Deluxe (l’unica disponibile per l’acquisto sull’hardware ibrido della casa di Kyoto), così definita grazie all’inclusione di tutta una serie di contenuti che, per chi avesse comprato il gioco altrove, risultavano aggiuntivi e acquistabili solo separatamente. Questa versione da noi oggi recensita, infatti, include uno scenario aggiuntivo intitolato “Confluenza di ricordi”, fruibile dopo aver completato la storia principale, nonché l’accesso a svariati costumi per i personaggi, dalla valenza soltanto estetica ma senza dubbio simpatica: parliamo del set tenute da viaggio, del set tenuta Sogeking e del nuovo set tenuta città d’acqua, tutti disponibili sin dall’inizio. I contenuti secondari sono, appunto, solamente un divertissement , ma il capitolo aggiuntivo dobbiamo invece ammettere che sia davvero una novità più che apprezzabile: è pratica abbastanza comune che versioni così tardive rispetto alle originali vadano ad includere tutto il possibile, ma non per questo va sminuito l’impatto di un’avventura capace di mantenere inalterati valori di produzione del gioco base, inserendovi all’interno di un nuovo mini-arco narrativo in grado di offrire alcune ore di contenuto e divertimento in più. Preparatevi quindi a naufragare sulla misteriosa isola di Waford, prendendo il controllo di ognuno dei membri della Ciurma di Cappello di Paglia durante l’esplorazione di questa nuova e inedita regione, combattendo lungo battaglie a turni tipiche della tradizione videoludica giapponese, arricchiti dalle follie classiche dell’opera di Oda. Durante il corso del racconto, oltre a imbattervi in aree e creature pensate dal mangaka originale appositamente per questa opera interattiva, potrete anche fare la conoscenza di Adio e Lim, due abitanti del luogo, iniziando un viaggio curioso, seppur non carico dello stesso mordente che caratterizza i migliori numeri del fumetto, apprezzando in ogni caso la trama originale intrecciata a svariati flashback delle avventure passate e già conosciute dagli appassionati, per ciascuno dei membri della ciurma.