Luigi, tra i due fratelli idraulici, ha sempre goduto del mio favore, vuoi perché quello un po’ meno cool, apparentemente meno coraggioso, meno eroico, una sorta di underdog messo in ombra dal fratello, che però in realtà ha qualità da vendere e da mettere in mostra. Non ha principesse da salvare né una marea di titoli dedicati di cui vantarsi, eppure tra i due ha sempre avuto il mio tifo sfegatato. Ad oltre vent’anni dal lancio del franchise a lui dedicato, l’idraulico in salopette verde torna sui nostri schermi con la versione remastered di Luigi’s Mansion 2. Luigi ha infatti visto finalmente una saga a lui dedicata a partire dal 2001, anno di lancio di Luigi’s Mansion per Game Cube, al quale è seguito nel 2013 il capitolo 2, realizzato per 3DS e qui remasterizzato, ed infine Luigi’s Mansion 3 per Switch del 2019. Luigi si troverà di nuovo a fare coppia col Professor Strambic, tirando fuori tanto coraggio per riportare la tranquillità su Cupavalle. Tutto infatti procedeva in armonia, grazie all’effetto della Luna Scura, in grado di quietare i fantasmi, rendendoli amichevoli in particolare nei confronti del Professor Strambic, il quale stava riuscendo a socializzare con loro, portando avanti al contempo importanti studi. Una notte la Luna Scura esplode in mille pezzi, colpita da un Boo malvagio, riportando immediatamente tutti i poltergeist alla loro originaria natura e mettendo in fuga Strambic, che ovviamente non vede altra soluzione se non quella di chiamare nuovamente Luigi in soccorso. Armato del nuovissimo Poltergust 5000 (omaggio allo zaino protronico dei Ghostbusters) nonché ad un DS adattato per comunicazioni e mappe, il nostro Luigi dovrà ripulire da fantasmi di vario tipo, Boo e molto altro 5 location infestate. Per ogni location disinfestata Luigi recupererà uno dei frammenti della Luna Scura, avvicinandosi alla meta. Con l’avanzare dell’avventura Strambic ci fornirà una serie di aggiornamenti per il Poltergust tra i quali un utilissimo rivelaspettri, in grado di rivelare passaggi e porte altrimenti invisibili all’occhio nudo.
Il gameplay originale, composto da un azzeccato mix di elementi di azione, avventura e risoluzione di puzzle, il tutto condito da tanta ironia, è rimasto pressoché intatto. Grazie al Poltergust, che non è altro che un aspirapolvere collegato ad uno zaino, potremo aspirare fantasmi, cumuli di polvere e ragnatele ma anche soffiare via tappeti ed altri ostacoli rivelando passaggi segreti. Con la torcia annessa potremo attivare dei pulsanti ma, soprattutto, accecare i fantasmi in modo poter iniziare il count down che progressivamente ci porterà ad esaurire le energie dei nemici e ad immagazzinarli nel nostro zaino, un pò come se stessimo “pescando” fantasmi. Col procedere del gioco i fantasmi saranno via via più intelligenti e ben attrezzati, richiedendo un certo sforzo ed una certa strategia per poterli aspirare (ad esempio si faranno scudo con occhiali da sole e pentolame pur di non rimanere accecati, oppure si nasconderanno nei cassetti e nelle librerie per non essere scovati). Il level design risulta ancora oggi molto ben congegnato, con stanze ricche di dettaglio e, soprattutto, di accessori ed oggetti con i quali è possibile interagire. Grazie a questo tutti gli enigmi ambientali, pur non di estrema difficoltà, finiscono per risultare sempre stimolanti e mai banali. Al termine di ogni livello verremo giudicati in base al numero di fantasmi catturati, la quantità di danni assorbiti, la quantità di monete e reperti recuperate e così via. I livelli stessi, ancora oggi, rievocano la natura portatile del titolo. Sono livelli piccoli, quasi mordi e fuggi, percorribili in una decina di minuti o poco più. Detto di un gameplay che ancora oggi funziona con la precisione di un orologio svizzero vediamo più in dettaglio in cosa consistono le migliorie e le aggiunte apportate in questa versione HD. Tutti i personaggi e gli oggetti vantano modelli aggiornati in modo tale da avvicinarsi maggiormente allo stile di Luigi’s Mansion 3. Parliamo di migliori skin applicate ai personaggi, con miglioramenti visibili nei vestiti, nei volti e negli oggetti del gioco. Lo stesso vale per le ambientazioni di gioco che presentano texture più realistiche e dettagliate, nonché effetti di luce più evidenti e piacevoli. Ci ha sorpreso particolarmente la modalità multiplayer Scarescraper, la torre del terrore, che consente a fino a quattro giocatori di collaborare per catturare fantasmi su cinque livelli, i piani del grattacielo appunto. Con i nostri compagni di avventura collaboreremo (e spesso ci ostacoleremo) nella caccia ai polter-dog disseminati in ogni stanza, svelandone le tracce per poi lanciarci nella cattura Questa modalità aggiunge una dimensione ulteriore al gioco, aumentandone la rigiocabilità ed inserendo una modalità party piuttosto inedita e godibile.
Fermo restando l’indubbio valore commerciale di una operazione come questa, Luigi’s Mansion 2 HD non si è rivelato una mera operazione nostalgia. Sicuramente chi ha giocato il titolo una decina di anni fa vorrà riprovarlo in questa versione luccicante, ma anche i più giovani, magari avvicinatisi alla saga con il terzo capitolo, potranno recuperare questo piccolo gioiellino. La prova del tempo può dirsi superata, in primis a livello di gameplay e game design, ancora oggi estremamente validi. Un ottimo lavoro dal punto di vista grafico è riuscito a smussare quelle spigolosità tipiche di una versione che originariamente porta sulle spalle un certo numero di anni. Se vogliamo l’unica pecca può riscontrarsi in una certa mancanza di ritmo, dovuta sia ai continui spezzettamenti generati dalle telefonate di Strambic, ma anche per la natura stessa delle missioni, originariamente studiate per un uso in mobilità, tramite 3DS. Nulla che in realtà possa inficiare il godimento per un titolo chedeve trovare posto in ogni collezione…e poi … Luigi è Luigi!
La recensione
Questa nuova veste rimasterizzata rende assolutamente giustizia al titolo originale. Dopo una decina di anni Luigi si ripresenta in ottima forma. Il gameplay ed il level design erano già di altissimo livello. La veste grafica rivista, non al livello del terzo capitolo, è stata comunque smussata dai normali difetti di un titolo che ormai ha alle spalle una decina di anni. Tanta ironia, un mix riuscito tra avventura, esplorazione ed enigmi ambientali ben congegnati. L'origine portable del titolo risulta ancora evidente, ma non potrebbe essere altrimenti, per quello che in sostanza è un must sia per chi l'ha vissuto su 3DS sia per chi avesse ancora questa lacuna.