Lords of Exile: la recensione

Un divertente platformer con elementi metroidvania dalla forte componente nostalgica che rimanda direttamente ad un'epoca in cui l'attuale pixel art era la grafica di tutti i giorni.

La grafica, come ho detto all’inizio della recensione, è una pixel art molto simile ai primi giochi Snes/Mega Drive e sembra, almeno in apparenza, non brillare particolarmente per realizzazione tecnica: anche se il tutto in Lord of Exile è realizzato con un’ottima coerenza, in giro ci sono dei prodotti che sembrano migliori da quel punto di vista, con scenari più curati e una direzione artistica sicuramente più studiata. Invece un appassionato come me dei giochi di quel periodo, non potrà fare a meno di sorridere davanti a certe trovate visive, dall’effetto nostalgico assicurato. Il gioco è stato creato per fare leva su questo aspetto ed ogni cosa, dagli artwork alle illustrazioni del filmato introduttivo, passando per i colori, fino ad arrivare al finale, mi ha fatto proseguire il gioco con una bella dose di buon’umore. Il finale, tra l’altro, merita una nota aggiuntiva in quanto un po’ troppo sbrigativo: è una storia di vendetta, quindi una volta compiuta non rimane molto da dire ma la parte in cui si salva Lyria, la bella prigioniera, arriva come un fulmine a ciel sereno ed in pratica è l’introduzione al new game plus. Questa modalità, che non è così scontata soprattutto per questa categoria di giochi, avrebbe meritato un’introduzione migliore, soprattutto visto quanto sia giustificata a livello propriamente narrativo.

Il new game plus comprende una modalità a tempo contro i boss dei vari livelli dove si può scegliere di controllare la nuova ragazza, Lyria, al posto del protagonista ed il gameplay è completamente differente per le abilità della stessa: il nuovo avatar è il doppio più veloce e possiede un attacco principale a distanza, entrambi in grado di rendere l’esperienza più facile per certi versi; la rapidità della nuova protagonista unita agli attacchi ranged permettono infatti di rifare gli stessi livelli ad una velocità davvero elevata. Non si tratta di un’aggiunta fondamentale, visto quanto la nuova protagonista non abbia nemmeno un background particolarmente approfondito, ma dona al gioco una certa rigiocabilità anche solo per il gusto di cimentarsi nelle speed run. I controlli di entrambi i personaggi, che sono molto buoni e reattivi, rendono il gameplay variegato e dinamico. Una piccola nota negativa va al font utilizzato nel breve filmato introduttivo: in alcuni momenti ho fatto fatica a leggere a causa di una scelta stilistica alquanto bizzarra che, unita al breve tempo concesso a schermo ad alcune frasi, mi hanno fatto perdere alcune parole del racconto. Il gioco per fortuna è però tradotto nella nostra lingua, seppur con qualche errore di adattamento: comunque niente di grave al punto di pregiudicarne l’esperienza. Le colonna sonora è stata realizzata in stile chiptune, una tecnica che ripoduce i suoni dei vecchi sistemi 8bit. Le musiche fanno molto bene il loro lavoro andando ad alimentare l’effetto nostalgia, risultano ben implementate nei vari momenti, che siano essi d’esplorazione o di combattimento con i boss, rispecchiando in pieno quel periodo ormai passato. Ogni cosa in Lords of Exile è in linea con la direzione artistica che ricalca un periodo storico dove i videogiochi erano per certi versi si più semplici ma sicuramente non meno divertenti.

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La recensione

8 Il voto

Lords of Exile è un vero tributo ad un periodo in cui giocare era più spensierato. Il gioco scorre via bene e ha anche una certa rigiocabilità con le modalità New game plus. Una perla per gli amanti del genere.

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