Lords of Exile: la recensione

Un divertente platformer con elementi metroidvania dalla forte componente nostalgica che rimanda direttamente ad un'epoca in cui l'attuale pixel art era la grafica di tutti i giorni.

E’ un periodo davvero fortunato per i giochi indie, con molti esponenti del genere che continuano ad uscire ad un ritmo davvero serrato. Ed è un bene per molti motivi: da un lato abbiamo i giochi tripla A del momento, molto spesso con delle grafiche sempre più pazzesche che però lasciano ormai poco spazio all’immaginazione (che spesso presentano un costo sempre più elevato col rischio, tra l’altro, di non trovare un prodotto adeguato). Dall’altro abbiamo i giochi indie attuali, spesso in pixel art come in questo caso, che non potendo avere una grafica all’avanguardia per motivi di budget puntano in altre direzioni, magari ricercando un design molto particolare e creando spesso e volentieri delle vere e proprie gioie in termini di giocabilità. Una cosa però li contraddistingue sempre: la capacità di far immaginare a chi la sta vivendo, tanti dettagli non detti dell’avventura. Certo, la grafica all’avanguardia è bella da vedere ed alcuni esponenti del genere in quel senso hanno davvero rivoluzionato il mezzo di intrattenimento per cura riposta e attenzione ai dettagli; ma siamo sempre più partecipi di un qualcosa che stiamo soprattutto guardando oppure vogliamo anche ricordarci cosa significa immaginare?

Se poi, come me, si è appassionati di retrogaming, cioè i giochi della mia infanzia/adolescenza, questo è uno dei quei prodotti che fanno per voi. Lords of Exile non brilla particolarmente sul versante narrativo, anzi: la trama è una delle tipiche semplici trame da videogioco d’annata che però, alla fine dei conti, è piuttosto adatta al tipo di gioco qui proposto. Tutto, in Lords of Exile è studiato per ricordare, se non omaggiare, i grandi classici del passato, su tutti Castelvania, vera e propria pietra miliare del genere. Molti prodotti negli anni ottanta e novanta in ambito videoludico proponevano trame altrettanto semplici, anche se spesso non esattamente banali (cosa che capitava anche al di fuori di questo mezzo di intrattenimento digitale interattivo, come ci possono facilmente ricordare anche tante pellicole cinematografiche dell’epoca, capaci anche a fronte di sceneggiature non esattamene brillantissime di ergersi a veri e propri cult del settore), ed è a questo tipo di produzione che Lords of Exile si ispira in maniera evidente e diretta. Proprio all’inizio del gioco veniamo a sapere che il nostro protagonista, Gabriel, è stato adottato da piccolo ed istruito alle arti della cavalleria; ma dopo la brutale uccisione della sua amata, avvenuta in seguito all’invasione delle terre di Exilia, si dedica alla vendetta con l’unico scopo di trovarne i responsabili. Niente di più funzionale al gioco che dopo il breve filmato introduttivo ci troviamo ad affrontare.

Il gioco è un classico action che scorre davvero bene, con una progressione ed una curva di apprendimento molto morbida. Certo, verso la fine alcuni momenti sono un po’ difficili ma non si parla mai di cose insormontabili. All’inizio dell’avventura il nostro Gabriel avrà a disposizione un attacco base con la spada ed altre due combo da eseguire con una combinazione di tasti: proseguendo nella storia, ogni volta che avremo sconfitto il boss di turno, si acquisiranno nuove abilità che si andranno ad aggiungere al nostro arsenale. Una delle tante, per fare un esempio, sarà la capacità dell’arma di fare più danno mentre la successiva aumenterà il raggio della stessa, risultando molto utile in tante occasioni. Il sistema è ben studiato ed ogni volta si avrà il tempo di prendere familiarità con la nuova mossa, solitamente molto utile nel livello successivo. Queste abilità, unite alle armi ranged dagli effetti più disparati che si troveranno sparse nei livelli, contribuiscono ad aumentare la componente strategica in maniera significativa. Nel corso dell’avventura poi, troveremo dei punti dove si potranno spendere i soldi ottenuti: in vendita troveremo degli oggetti di cura, armi di vario tipo e altro ancora. Il risultato è che spesso si avranno a disposizione diversi modi per risolvere determinate situazioni; niente di particolarmente studiato ma tutto funziona davvero bene e non si avranno mai delle situazioni troppo difficili da superare. Quello che mi ha fatto una buona impressione è il livello di difficoltà ben calibrato e mai snervante. Come già accennato, capita che alcuni punti andranno ripetuti più di una volta ma la riuscita di una situazione dipende molto dall’abilità del giocatore di mettere a frutto l’arsenale disponibile; non si arriverà mai al momento di gettare la spugna, tenendo la frustrazione a debita distanza. I livelli comprendono per altro anche degli enigmi che sono una parte importante del gameplay: questi sono ben implementati, non sono mai troppo impegnativi, e risolvendoli sarà innegabile un certo senso di soddisfazione.

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