Dopo l’approccio iniziale con il fragile protagonista (è bene dire che la fine del giovane arriverà non appena si viene toccati da un nemico o trappola, costringendo a ricominciare dall’ultimo salvataggio automatico, comunque disseminati con frequenza abbastanza elevata lungo il percorso di gioco) il racconto in qualche occasione si sposta sul cacciatore Nento il cui gameplay invece è di tutta un altra pasta: è veloce, salta almeno il triplo e soprattutto è in grado di colpire i nemici con un potente attacco; senza contare la non poca comodità della barra dell’energia che rende l’errore decisamente meno d’impatto. Le parti con quest’ultimo in ogni caso sono molto brevi oltre che per la facilità dell’avanzamento anche per il numero delle stesse parti del racconto in cui abbiamo il suo controllo. C’è da dire che sono quasi come una specie di introduzione alla seconda meccanica legata al protagonista Antar quando raggiunge la nuova forma: la facilità di avanzamento è notevolmente maggiore appena ottenuto il potere del Savior e tutto diventa più divertente anche se per poco tempo, complice la maggiore mobilità dovuta tra le altre cose all’aggiunta dello scatto in avanti. La nuova forma ha sì anch’essa una barra di energia ma, a differenza delle sessioni in cui si controlla Nento, scende col tempo costringendo il giocatore a rapide azioni frenetiche, distruggendo tutto quello che ci si para davanti (si ricarica attaccando i nemici, sconfiggendoli, distruggendo oggetti, etc.) con lo scopo forse raggiunto solo in parte di tenere alto il ritmo, ma col risultato che in alcuni momenti il tutto sarà fin troppo confusionario. Quindi in sostanza la forma del Savior è una versione depotenziata del gameplay della controparte del cacciatore Nento.
Una menzione speciale va fatta per la bella animazione presente a circa metà dell’avventura, proprio quando avviene la trasformazione: davvero curata e suggestiva da vedere quanto inaspettata. A dire il vero fa un po’ strano trovarne solo una in quel momento e viene da pensare che per limiti di budget alla fine abbiano dovuto optare per quell’unica soluzione; ma questo sicuramente la rende ancora più unica per questa categoria di prodotto e sicuramente un’ aggiunta non da poco. Non possiamo poi evitare di spendere ancora due parole sulla storia: una specie di favola per adulti molto profonda e con alcuni risvolti interessanti, anche se potenzialmente non proprio adatta ad un pubblico di giovanissimi (colgo questa occasione per parlare anche delle continue uccisioni a cui si assiste da un certo punto in avanti e che, per quanto ormai abituati dalla rappresentazione a schermo di questi eventi, potrebbero risultare quasi eccessive e quindi sconsigliate ai più giovani, nonostante il rating 12 anni).
Le premesse al mondo dark fantasy arrivano gradualmente nel corso dell’avventura ma proprio a seguito dell’animazione e della trasformazione c’è un impennata in questa direzione: da qui il gioco presenta delle ambientazioni che sono uno spettacolo per quanto riguarda il design e la direzione artistica ma va detto come questo sia anche lo sfondo che muove il titolo su un versante fin troppo frustrante a livello di difficoltà, come già accennato. Non necessariamente un difetto oggettivo, per chi è abituato a questo tipo di gioco frenetico, ma potenzialmente problematiche per un’altra fetta di acquirenti. Personalmente proprio verso la parte finale ho riscontrato un po’ di frustrazione dovendo rifare continuamente le parti più concitate che ho accennato prima: un po’ di azione veloce non è un male ma se nella seppur semplice funzione dei tasti salto-attacco-scatto si aggiunge una barra di energia che scende abbastanza velocemente col tempo ed a cui devi continuamente fare attenzione per ricaricarla, ecco che il tutto si complica forse fin troppo (in questo senso è stata un’ottima scelta renderla particolarmente visibile sopra la testa del Savior come fosse un’altra parte dell’aureola e quindi molto ben implementata nel design). Come già detto questo non dovrebbe essere un problema per i giocatori abituati a questa tipologia di prodotto, ma potrebbe scoraggiare il giocatore più casual, proprio per un certo aumento di difficoltà repentino che finirà per spingervi verso continui restart dell’azione, verso il finire del gioco. Dal lato tecnico nulla di particolare da segnalare, tranne qualche sporadico calo del framerate durante certi zoom indietro in determinati momenti. Da segnalare la presenza di altre lingue tranne quella italiana che potrebbe rendere difficile la comprensione della trama per chi non conosce l’inglese o uno degli altri idiomi. Buone le musiche che per quanto non spettacolari fanno il loro dovere sia nei momenti di calma dove possono essere più apprezzate che nelle fasi concitate dove contribuiscono a tenere alto il ritmo.
La recensione
Nonostante i limiti di budget il gioco si presenta in maniera avccattivante e con uno stile davvero inusuale. Un'eccessiva impennata della difficoltà potrebbe scoraggiare una parte di pubblico, mentre gli amanti della sfida troveranno pane per i loro denti, oltre che una poetica potente ad accompagnarli lungo il percorso.