Musashi vs Cthulhu: la recensione

Un ronin vittima di una terribile maledizione è bersaglio costante di indicibili mostri: quanto a lungo riuscirai a resistere, attaccando con precisione e rapidità i loro punti deboli?

Nel corso del ‘900, in America, è vissuto un piccolo e piuttosto miserabile (nonché razzista, xenofobo e misogino) essere umano, dall’esistenza piuttosto insignificante sul piano sociale dell’epoca ma che, nonostante tutti i suoi limiti, è passato alla storia grazie a una capacità visionaria così prepotente da segnare l’immaginario di intere generazioni a lui successive, impregnando con le sue atmosfere, le sue tematiche e la sua cosmogonia tantissimi aspetti dell’intrattenimento persino a noi contemporaneo. Sto parlando ovviamente di Howard Phillip Lovecraft: scrittore fantasy e horror precursore dei suoi tempi, anticipatore di filoni fantascientifici capaci di arrivare a noi attraverso l’interpretazione di tanti autori epigoni delle sue opere a cui si sono ispirati per trasportare la paura del diverso, l’emozione dell’alieno e una sorta di mistico timore reverenziale verso i Grandi Antichi vuoi grazie alla pellicola cinematografica (Event Horizon lo avete visto?), la carta dei romanzi (non si contano più i rimandi a H.P.L. sparsi in tutta la letteratura di Stephen King, per citare il più famoso) o l’interattività dei videogiochi (il tanto amato e “nintendiano” Eternal Darkness per esempio). Senza considerare la pletora di produzioni a licenza, sia per quanto riguarda i videogiochi (da Dark Corners of the Earth a Sinking City sono tutti ispirati ai mostri di Lovecraft, pur senza citarlo direttamente nel titolo, al contrario dei tanti Call of Cthulhu), sia per quanto riguarda ad esempio i giochi di ruolo cartacei (tra i tanti, vi possiamo consigliare Scions of the Dark Goddess, appena finanziato con successo su Kickstarter da parte di Shadowlands Games). Insomma, tutti gli amanti dell’horror, della fantascienza, delle atmosfere misteriose in senso lato non possono che far riferimento (in maniera consapevole o meno) alla metodologia di descrizione aptica del solitario di Providence, che non finiremo mai di ringraziare abbastanza, per la sua numericamente limitata, ma qualitativamente infinita produzione letteraria.

Anche restando soltanto su Nintendo Switch le opere liberamente o ufficialmente tratte dal pantheon orrorifico dello scrittore sono davvero molte: da un lato troviamo i già citati The Sinking City, dove in un’avventura con elementi shooter in terza persona dovrete attraversare le paure e le distorsioni percettive di un detective alle prese con ambientazioni marittime salmastre, affrontando sparatorie e combattimenti contro strane creature mezzo uomo e messo pesce, piuttosto che quel Call of Cthulhu capace invece di trasportarvi in toni più investigativi ed esplorativi anche solo grazie al passaggio alla prima persona, tra magioni abbandonate e città della metà del ‘900 più vicine ai titoli punta&clicca di una volta, fruibili soprattutto su PC. Ma il tutto senza dimenticare il bellicoso strategico Achtung! Cthulhu Tactics, l’ironico e bizzarro Cthulhu Saves Christmas, lo straniante Desolatium, l’artistocratico Sherlock Holmes The Awakened, l’ispirato The Innsmouth Case, il discreto Lovecraft´s Untold Stories, il terrorizzante Source Of Madness, il misterioso Omen Exitio: Plague, il sempre oscuro The Darkest Dungeons. Si passa dalle visual novel più classicheggianti e statiche ai titoli più ruolistici; dai progetti fortemente adesi all’estetica e alla narrativa dell’autore a quelli liberamente ispirati alle sue atmosfere, passando sempre da tanti piccoli dettagli di significato e significante, capaci di donare un certo spessore o narrativo o ludico, sfruttando l’alone di intrigante ed irresistibile mistero con cui Lovecraft era capace di ammantare le proprie grandi e indimenticte scritture.

Ed è così, muovendosi su un percorso lungo decenni, che arriviamo all’attuale Musashi vs Cthulhu, appena rilasciato sull’eShop di Nintendo Switch: si tratta di un gioco d’azione dal ritmo incalzante in cui bisogna prendere il controllo del samurai protagonista dell’opera, il più famoso guerriero del Giappone feudale, mentre combatte per la sua vita. Il ronin è vittima di una terribile maledizione che lo rende bersaglio per mostri indicibili. In ogni partita, orde di creature orripilanti si riproducono all’infinito e continuano ad attaccare l’avatar finché esso non sarà costretto a soccombere, sotto le ondate di infiniti avversari, con lo scopo di resistere il più a lungo possibile, per ottenere punteggi sempre più alti. I nemici provengono da entrambi i lati dello schermo e devono essere attaccati con colpi precisi nei punti deboli del loro corpo, il tutto attraverso un sistema di controllo semplice, ma davvero efficace e capace di tradurre un’idea di gioco molto minimalista, in un appagante sistema di combattimento. L’interfaccia, infatti, è studiata in modo da rispecchiare in maniera ottimale le azioni su schermo: dovendo affrontare mostri provenienti da entrambi i lati, ciascuno con il proprio punto debole sempre posizionato o in posizione alta, o bassa o intermedia, il fruitore sarà spinto (dalla programmazione e dal suo istinto) ad utilizzare i tasti frontali di entrambi i JoyCon, selezionando con una semplice e fulminea pressione del bottone corretto, quello equivalente al colpo da sferrare. Immaginate quindi di dover colpire l’avversario a destra sulla testa (tasto X del JoyCon destro) e subito dopo quello proveniente da sinistra con il globo di sangue pulsante all’altezza delle caviglie (freccia in basso del JoyCon sinistro), e via così continuando lungo un assalto continuo e continuativo, sostanzialmente senza fine. In breve inizierete a sentire il ritmo degli attacchi, quasi fossimo davanti a un titolo musicale, alternando i vostri affondi con rapidità e costanza, alternando l’uso delle mani e delle dita, pronte a scorrere senza sosta in una frenetica danza sui pad. Fino a quando non avrete subito abbastanza danni da soccombere, rispecchiando con la struttura di gioco un altro degli elementi cardine della letteratura lovecraftiana: l’ineluttabilità della sconfitta umana davanti ai Grandi Antichi e alle altre creature orribili pronte a soverchiare la nostra razza. A livello ludico il titolo è davvero così minimalista da poter essere definito semplicistico, ma il divertimento nel cercare di superarsi e sopravvivere il più a lungo possibile resta comunque intrigante.

PUBBLICITÀ

Gioco quindi frenetico che richiede attenzione e riflessi, pronto a presentarvi fino a 5 tipologie di nemici diversi da conoscere e padroneggiare per eseguire gli attacchi in maniera sempre più automatizzata, basa la sua capacità di intrigare il fruitore anche e soprattutto sul continuo senso di sfida, contro le creature orripilanti che popolano queste oscure ambientazioni da Giappone feudale maledetto, ma anche contro amici e giocatori sparsi per il mondo: i vostri punteggi, infatti, possono essere costantemente confrontati con quelli di altre persone tanto a livello locale, quanto mondiale, grazie a un sistema di Classifiche settimanali, mensili e storiche tra i partecipanti a questa semplice, diretta ma divertente sfida “cthulhiana”. A livello tecnico il gioco presenta una direzione artistica bidimensionale non particolarmente originale, ma comunque supportata da un tagli stilistico disegnato piuttosto piacevole ed apprezzabile, laddove invece pecca di sufficienza sul lato musicale e sonoro. Buoni i tempi di latenza tra il nostro input di attacco e l’output dei colpi sferrati dal nostro avatar (elemento fondamentale visto il ritmo serrato della contesa), così come quasi inesistenti i tempi di caricamento o i rallentamenti a livello di frame rate. Sicuramente poco longevo e molto ripetitivo, il titolo è comunque in grado di divertire, rispetto al suo contenuto prezzo di acquisto (per altro scontato di alcuni centesimi nel periodo di lancio).

La recensione

6.5 Il voto

Semplice o superficiale, il titolo qui analizzato sa comunque divertire e intrigare grazie a un sistema di combattimento frenetico, basato su istinto e riflessi, pronto a trascinarvi in quel continuo loop di "un'altra partita e poi smetto", alla base di produzioni legate al continuo miglioramento della vostra posizione in classifica. Sarete voi i guerrieri capaci di resistere più a lungo contro l'orda di creature mostruose sprigionate dalla fervida e disturbata mente di Lovecraft?

Valutazione

  • Il voto 0
PUBBLICITÀ

ARTICOLI CORRELATI

Prossimo articolo

Lascia un commento

ULTIMI COMMENTI

VIDEO

Ben tornato!

Effettua l'accesso

Crea un account!

Compila i seguenti campi per registrarti

Recupera password

Per favore, inserisci il tuo Username o la tua Email per recuperare la password.

Crea nuova Playlist