Horrific Xanatorium: la recensione

Is this the real life, is this just fantasy?

Il tema delle pandemie è sempre stato una fonte quasi inesauribile di spunti per il mondo dell’intrattenimento, dal cinema, alla letteratura, ai fumetti fino ovviamente al campo videoludico. Il genere umano in queste interpretazioni è stato di volta in volta colpito da virus in grado di fare impazzire le persone, trasformarle in mostri, zombie, vampiri e molto altro. Andiamo dalle interpretazioni più realistiche, quindi malattie plausibili nella genesi e negli effetti, a quelle più fantasy e strampalate, provenienti da altri mondi, dall’aldilà, dallo spazio e via dicendo. Come effetto dei recenti (e fin troppo reali) fatti che ci hanno colpito nel 2020, questo filone ha vissuto di nuova linfa, potendo attingere ad un immaginario che tutti noi abbiamo ben impresso nelle nostre menti, qualcosa di ben più che “immaginario” in senso stretto. Horrific Xanatorium, il titolo oggetto di questa recensione, va ad inserirsi esattamente in questa rinvigorita imagerie, vediamo in che modo e, soprattutto con che risultati. Parliamo di un romanzo interattivo a tinte horror / sovrannaturali, sviluppato da Pageratta e pubblicato da KEMCO. Il mondo vive una nuova minaccia pandemica, il virus Spiria, in grado di provocare deliri ed allucinazioni nelle persone contagiate, che, con il procedere della malattia, finiscono per non essere più in grado di distinguere tra finzione e realtà, con esiti estremamente pericolosi per tutti. Tali allucinazioni infatti, sono talmente forti da spingere chi le subisce anche ad atteggiamenti violenti e minacciosi non solo contro sé stessi ma anche contro il prossimo. Il gioco è ambientato in un ospedale dove si cerca di curare il virus, anche se, come si vedrà, l’apparenza è più quella di un manicomio o di una struttura di costrizione per i contagiati. Iniziamo la nostra avventura testuale nei panni del protagonista, Rui Genzaki, un ragazzo che scopre di essere stato infettato da Spiria e che, insieme a sua sorella Mone, vivrà nell’ambiente inquietante del sanatorio di Kamikawa.

Come facile immaginare non è possibile svelare molto altro della trama per non incorrere in spiacevoli spoiler, tuttavia quello che possiamo senza dubbio evidenziare è che la trama scorre fluida ed è in grado di catturare piacevolmente il lettore/giocatore. L’atmosfera è sempre coinvolgente e inquietante, ed è in grado di utilizzare efficacemente le allucinazioni di Rui per offuscare il confine tra realtà e illusione. Questo crea un’esperienza ricca di suspense che mantiene i giocatori all’erta. Il tutto condito con alcuni siparietti comici, o per meglio dire intrisi di black humour, e qualche dettaglio un po’ piccante che non guasta. Le interazioni tra i personaggi, in particolare tra Rui, Mone, l’amata fidanzatina di vecchia data Riza, la folle direttrice Anri e, soprattutto la frequente visione di una sorta di teschio volante chiamato Gelni (potremmo definirlo quasi una spalla comica) sono ben sviluppate, aggiungendo profondità alla trama ed alla costruzione dei personaggi. A livello puramente ludico, trattandosi della più classica delle visual novel non c’è effettivamente molto da eccepire, tuttavia, col proseguire della narrazione si percepisce qualcosina di non perfettamente tarato nel suo ritmo. La prima metà del gioco, quella che potremmo definire la costruzione dell’universo narrativo, crea tensione e sviluppa bene i personaggi, mentre la seconda metà sembra un po’ calare, perdendo di mordente e portando a una conclusione che appare un pò affrettata. Altro aspetto che stona un po’ è una certa discordanza tra il sound design e quanto talvolta viene narrato. Se aggiungiamo a questo una certa ambiguità anche in termini di narrazione/atmosfera, ecco che l’esperienza horror finisce per essere un po’ sminuita, lasciando il lettore nel dubbio se ci si trovi di fronte ad un’opera che punta a spaventare o a divertire. Graficamente il titolo vanta una direzione artistica piuttosto ispirata, in grado di creare una atmosfera piuttosto inquietante e malsana. Immancabile per un titolo del genere made in Japan è qualche intermezzo piccante dove le protagoniste appariranno in bikini, niente di male per carità, ma il sentore è quello di momenti fan made, piuttosto che di qualcosa realmente utile ai fini della narrazione. Concludendo Horrific Xanatorium è una visual novel che vive di alti e bassi nella sua realizzazione e piuttosto breve da portare a compimento. I sei capitoli occupano circa tre ore di lettura per concludere una prima run del gioco principale. Non mancano i bivi narrativi, circa otto in totale, ma la percezione è che talvolta siano irrilevanti ed in altre circostanze siano fin troppo guidate/telefonate.

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La recensione

6.5 Il voto

Horrific Xanatorium è una visual novel che difficilmente riese a lasciare il giocatore indifferente, e non sempre per motivi positivi. A livello di costruzione della trama e dell'universo di gioco è sicuramente un gioco solido, cadendo invece un pò nella fase conclusiva, quella in cui dovrebbe mettere a frutto la buona costruzione iniziale. Un gioco che vive dunque di alti e bassi e di qualche ambiguità, o incertezza, nel cercare di prendersi molto sul serio come horror, nonostante la presenza di una serie di elementi comic. Graficamente la realizzazione invece è buona e riesce a sostenere in modo convincente una generale sensazione di malsana pericolosità, all'interno del misterioso sanatorio di Kamikawa.

Valutazione

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