Lungo i livelli esplorativi vi capiterà di imbattervi in diverse fasi di gioco e interazione: potrete trovare forzieri da aprire per raccogliere i preziosi collezionabili; puzzle da risolvere attraverso l’utilizzo della vostra materia grigia ma anche di un po’ di fortuna; , nemici pronti ad assalirvi, robot da reclutare e sporadici boss contro cui combattere, senza dimenticare i nodi dimensionali casuali, che potrebbero portarvi in uno qualsiasi dei diversi tipi di quadro presenti nella narrazione. Ciascuna tipologia di livello, in ogni caso, contribuisce teoricamente al rafforzamento del vostro grado di esperienza: in uno snodo incentrato su dati e collezionabili, sarete in grado di aggiungere nuovi oggetti alla fucina tramite cui potenziare il campo base; in uno snodo focalizzato sui robot assistenti, essi permetteranno di reclutare nuovi alleati per il villaggio; in uno snodo di risorse potrete trovare scrigno del tesoro ricchi di elementi utilizzabili. Per quanto riguarda invece i puzzle, essi verranno indicati da fluttuanti particelle blu da attivare premendo il pulsante dorsale, per entrare in una modalità sospesa, del tutto diversa dalle altre: in questi momenti di stati potrete usare i vostri poteri per spostare gli elementi interattivi dello scenario, posizionandoli nel punto giusto in modo da poter continuare il vostro viaggio, risolvendo l’ostacolo contestuale. Peccato che anche in modalità portatile il tutto sia gestibile solo e soltanto spostando un cursore sullo schermo tramite la leva analogica e premendo una combinazione di tasti poco intuitiva, senza alcuna ottimizzazione dei controlli touch, per non parlare del discutibile motore fisico che sostiene (si fa per dire) il comportamento di questi oggetti…
La confusione e la mancanza di focus sul versante del game design si riflettono poi anche in termini di mancata ottimizzazione del comparto tecnico. Se da un lato alcuni elementi puramene stilistici sorreggono parzialmente l’opera, vuoi per il design minimalista del protagonista, vuoi per alcuni spunti cromatici piuttosto azzeccati, vuoi per ambientazioni evocative, il resto zoppica vistosamente. La mole poligonale impoverita non riesce a nascondersi del tutto dietro alla scelta artistica minimalista; le animazioni risultano poche o, a tratti, scarsamente amalgamate e concatenate tra loro; la compenetrazione risulta impacciata, col protagonista fin troppo prono ad incastrarsi su elementi del livello, in maniera piuttosto fastidiosa soprattutto durante le fasi platform; la totale assenza di qualsivoglia feedback risultante dai colpi inflitti o subiti durante gli scontri li rende non solo poco soddisfacenti, ma anche problematici in fase di lettura e corretta interpretazione; la fisica degli oggetti da utilizzare, spostare e incastrare nella risoluzione degli enigmi ambientali davvero superficiale. Anche i tempi di caricamento si presentano fin troppo dilatati, così come il frame rate non convince per fluidità, risultando a tratti difficilmente sopportabile. Se a tutto questo affianchiamo una colonna sonora senza dubbio poco ispirato, potete capire come l’avventura di questo team spagnolo non sia riuscita a conquistare il nostro cuore di videogiocatori.
La recensione
S.O.L. ha tante buone idee, ma forse persino troppe visto come gli evidenti sforzi di programmazione del team finiscano per sfaldarsi sotto il peso di una inconsistenza di base fin troppo evidente a tutti i livelli: meglio sarebbe probabilmente stato rinunciare ad alcune delle dinamiche ludiche, per migliorarne e approfondirne alcune, in modo da fornire al gioco una identità narrativa e ludica più convincente.