Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes: la recensione

L'erede spirituale di Suikoden è finalmente qui, pronto a trasportarvi in un'epica e classica avventura di stampo JRPG sulle vostre Nintendo Switch!

Anche la struttura del canovaccio si muove lungo il solco tracciato dalla tradizione: la storia inizia in un angolo di Allraan, un arazzo di nazioni con culture e valori diversi. A forza di spade e per mezzo di oggetti magici conosciuti come “lenti runiche”, la storia della terra è stata plasmata da alleanze alternate a continue aggressioni tra umani, uomini bestia, elfi e popoli del deserto. L’Impero Galdeano ha superato le altre nazioni e ha scoperto una tecnologia che amplifica le lenti runiche, aumentandone esponenzialmente la potenza magica e ponendo così questo popolo al di sopra di ogni altro. Ora, l’Impero sta perlustrando il continente alla ricerca di un artefatto che amplierà ulteriormente il proprio potere, ed è proprio durante una di queste spedizioni di ricerca che Seign Kesling, un giovane e dotato ufficiale imperiale, e Nowa, ragazzo di un remoto villaggio, si incontrano e diventano amici, unendo le proprie forze anche con l’affascinante Marisa, per completare il trio di protagonisti. Tuttavia, uno scherzo del destino li trascinerà presto tra le fiamme della guerra e li costringerà a riesaminare ogni cosa in cui credono, mettendosi in gioco e ridiscutendo il proprio punto di vista sulla realtà della guerra e non solo. Tutto appare piuttosto classico, ma ci preme sottolineare come gli autori si siano impegnati per non svilire argomenti importanti, trattandoli anzi con la dovuta cura in toni e atmosfere, andando per altro a sfaccettare in modo ragguardevole anche il background di quasi tutti i 100 personaggi reclutabili, cercando di costruire a ciascuno un pretesto credibile per inserirlo all’interno di questa complessa e non banale cornice storica. Eppure, nonostante le fondamenta e i presupposti per una grande esperienza siano tutto lì, sul ricettario di questo team di sviluppatori senza dubbio esperto e talentuoso, manca qualcosa a Eiyuden Chronicle per spiccare il volo in maniera netta e definitiva, soprattutto se paragonato ai tanti altri prodotti in salsa JRPG disponibili nell’ormai ampia e ricchissima libreria software di Nintendo Switch; parliamo di tanti piccoli (o nemmeno troppo secondari) elementi che, sommati gli uni agli altri, rendono la fruizione più complessa e pesante di quanto sarebbe lecito aspettarsi da un prodotto contemporaneo, forse fin troppo figlio della sua ferrea volontà di legarsi, spiritualmente, ai vecchi capitoli di Suikoden. Gli scontri casuali rendono le traversate dell’overworld, ancora prima che l’esplorazione dei dungeon, piuttosto faticosa, vista la frequenza e la pericolosità degli stessi; elemento appesantito ulteriormente dalla struttura di save point, come da tradizione relegati a specifici punti del racconto (alla taverna in città, presso alcuni monoliti all’inizio e a metà di un labirinto), senza alcuna opzioni di salvataggio rapido, che sarebbe senza dubbio stata gradita oggigiorno; la necessità di inserire un personaggio nel party attivo per farlo crescere di esperienza e livello (anche se va detto che, qualora un particolare eroe fosse rimasto indietro, sarà sufficiente inserirlo in un gruppo di combattimento molto forte per affrontare nemici nettamente al di sopra del suo livello, per fargli guadagnare tantissimi EXP in pochissimo tempo, riallineandolo alle vostre esigenze di progressione…a patto che non muoia durante lo scontro, visto come solo i sopravvissuti guadagnano esperienza!); l’obbligo di rifornirsi presso alcuni mercanti per poter scambiare equipaggiamenti già in vostro possesso tra i vari membri del team, a seconda delle nuove e diverse esigenze di composizione del party per affrontare questo piuttosto che quell’avversario. Insomma, è innegabile che tutto questo sappia di Suikoden, ma è altrettanto vero che altri titoli (viene in mente ad esempio Bravely Default II) hanno saputo mantenere un feeling estremamente classico, pur apportando non poche migliorie in termini di QoL, anche perché il genere RPG, così come i suoi appassionati e consumatori, sono anche andati avanti, nel corso di un decennio…

E arriviamo adesso alla vera nota dolente di questo progetto, cioè la sua ottimizzazione tecnica per Nintendo Switch. Partiamo dal fatto di riconoscere agli sviluppatori di essere consapevoli di svariati problemi e di aver già pubblicato una prima patch già al giorno 1, capace di risolvere alcuni problemi legati all’impossibilità di progredire correttamente lungo l’avventura principale (soprattutto in termini di recruiting di alcuni dei 100 eroi), a svariati glitch grafici, ad alcuni errori di renderizzazione degli sfondi, a problemi di localizzazione e ad altri svariati bug che potenzialmente facevano perdere anche alcuni salvataggi, in determinate circostanze. Recensire il gioco prima del lancio si è rivelato infatti piuttosto faticoso, mentre dall’uscita ufficiale le cose hanno iniziato già a migliorare. Resta però che proprio questa versione per la console ibrida di Nintendo presenta ancora tanti problemi, sui quali il team ha ufficialmente dichiarato di essere già al lavoro, legati in particolare ad alcuni aspetti di performance che potrebbero comprometterne la fruizione agli occhi dei più: il frame rate è tutt’altro che stabile, con un fastidioso effetto a scatti che potrebbe davvero rovinare l’esperienza almeno ad alcuni giocatori; i tempi di caricamento che intercorrono uscendo da un luogo chiuso, per tornare in uno più aperto (una città, o la mappa dell’overworld) si fanno sentire, così come quelli che si attivano per prepararvi alla battaglia (non particolarmente lunghi, onestamente, ma complice la scelta di game design legata all’elevata frequenza degli scontri casuali, ecco che si crea una combinazione potenzialmente letale per il divertimento di una certa fascia di pubblico); il tutto senza dimenticare sporadici difetti di risoluzione dell’immagine, quantomeno in alcuni degli scenari pensati dal team di sviluppo. La scelta del motore Unity per un titolo multipiattaforma che solo a posteriori ha integrato l’hardware di Nintendo nei piani di sviluppo si fa senza dubbio sentire…ed è un peccato, perché la direzione artistica è sublime, la coerenza stilistica di grande impatto, e le scelte per visualizzare a schermo l’ispirazione dei suoi creatori sapientemente bilanciata…nonché magistralmente accompagnata a livello audio, con una colonna sonora davvero spettacolare.

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La recensione

6.5 Il voto

Un passato così glorioso da affascinare ancora oggi, grazie a una sublime direzione artistica, a un ottimo accompagnamento musicale, a un sistema di combattimento fortemente strategico e stratificato, dove prendono vita personaggi intriganti. Il tutto ad oggi su Switch è incatenato a una ottimizzazione tecnica deludente, ma speriamo in via di miglioramento visto l'approccio volenteroso mostrato dagli sviluppatori, e ad latri esempi (Kickstarter) del passato che si sono mossi proprio in questa direzione di continuo supporto a quella che, sulla carta, potrebbe tranquillamente rivelarsi la versione dal più grande appeal commerciale dell'intero lotto.

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