La costruzione del proprio team quindi è fondamentale, per affrontare al meglio i labirinti coi loro combattimenti a turni, e gli sviluppatori (soprattutto nel secondo capitolo), si sono impegnati parecchio per garantire che le varie scelte operabili dal fruitore abbiano il loro peso nell’offrire una ricaduta ludica significativa. Nella fase di gestione e creazione si potranno mescolare e abbinare tra loro 10 razze e 18 classi, ognuna con le proprie abilità uniche. Ma anche scesi sul campo di battaglia, la ricchezza dei contenuti e delle situazioni non delude: si potranno infatti attraversare oltre 100 mappe labirintiche affrontando più di 250 potenziali nemici. Durante le fasi di esplorazione o dopo aver sconfitto uno dei numerosi avversari incontrabili durante l’avventura, inoltre, si potranno collezionare manufatti ripescando fino a più di 90 oggetti equipaggiabili, dando un profondo senso di completamento a ogni run, grazie alla loro raccolta. Dopo aver esplorato viaggi interdimensionali e superato diverse avversità, infatti, sarà possibile rivendere il proprio bottino per monete o altri oggetti, nonché dedicarsi alla realizzazione di una delle oltre 200 ricette alchemiche presenti nel titolo. Dalle pietre del potere ai martelli da guerra, il vasto numero di ricette insieme al flessibile sistema di alchimia ti consente di trasformare gli oggetti trovati nei labirinti o personalizzare gli attributi attuali delle proprie armi. Gli oggetti che trovi nei labirinti possono aiutarti a superare diverse tempeste. Starà quindi a voi determinare l’armamentario con cui prosperare, prendendo nota delle ricette per armi, pozioni e tutti gli aggiornamenti necessari per affrontare al meglio i percorsi irti di ostacoli rappresentati dai dungeon. Per alcuni il tutto potrebbe persino risultare un po’ disorientante, ma rispetto al superficiale accenno di dinamiche ludiche del primo episodio, l’estrema varietà del secondo saprà soddisfare i palati più esigenti tra gli amanti del genere di appartenenza.
Dal punto di vista tecnico, il titolo si presentava allora come una discreta operazione tecnica per PSP e viene oggi solamente ritoccata in termini di qualità dell’immagine, risoluzione e definizione: il tratto stilistico 2D che lo sorregge non brilla per incisività o originalità, ma allo stesso tempo non presenta nulla di spiacevole o sbagliato, tenendosi lontano da estremizzazioni tanto kawaii quanto chibi, lasciando per altro fuori gli eccessi più otome o peggio che a volte troviamo in alcuni titoli della tradizione estetica giapponese. I tempi di caricamento non sono offensivi, così come il frame rate pur non scorrendo liscio a 60fps raramente arriverà a farsi notare in maniera negativa. Un po’ di perplessità lascia invece lo studio dell’interfaccia utente, visto quanto il gioco rischi a tratti di soverchiare la leggibilità di informazioni e scena appannaggio di un flusso fin troppo esagerato di elementi rappresentati a schermo da una UI pesante e gravosa: è forse il rovescio della medaglia di un gioco che però proprio sulla componente strategica legata alla gestione delle diverse statistiche di gioco in fase preparatoria fonda il suo punto forte, riuscendo poi ad alleggerirsi in termini di fruibilità una volta entrati nelle più classiche dinamiche dei combattimenti a turni, all’interno dei labirinti.
La recensione
La raccolta presentata sulla console ibrida di Nintendo è sicuramente un ricco piatto per gli appassionati di dungeon crawling: anche se non tutti gli aspetti brillano, soprattutto nel primo capitolo della serie, il pacchetto completo è comunque un viaggio affascinante e gratificante per gli amanti del genere.
