Vi è mai capitato, facendo zapping, di finire a guardare uno di quei programmi mistery, incentrati sui rapimenti alieni? Solitamente sono prese di mira fattorie isolate e, perlomeno inizialmente, lo sfortunato preso di mira si accorge che qualcosa non va per via dei cerchi nel grano e per i capi di bestiame che spariscono nel nulla. Si parla di abduction, appunto rapimenti, in presenza di incontri ravvicinati del 4° tipo, ed è quello che avviene alle sfortunate mucche (ma anche polli e pecore) protagoniste di Sokobalien. Ci eravamo già occupati dello sviluppatore brasiliano Afil Games, specializzato in piccoli ma stimolanti puzzle game, in particolare Mimi the Cat e Story Blocks, usciti con buone idee ma qualche tentennamento realizzativo. Con Sokobalien torniamo in quella che pare essere un po’ la comfort zone dello sviluppatore ossia quella dei giochi Sokoban. Sokoban parola giapponese che significa “custode del magazzino”, è una sottoclasse dei puzzle game nella quale il giocatore spinge delle casse in un labirinto con l’obiettivo di posizionarle nel luogo assegnato. Sokobalien e Mimi the Cat condividono pressoché tutto, dal concept, alla struttura di gioco, alla realizzazione tecnica, fin anche nel mood del design, possiamo quasi azzardare affermando che sono un po’ un’operazione di re-skin l’uno dell’altro, non che ci sia nulla di male in questo. Nel caso specifico di Sokobalien, vestiamo i panni (e le antenne, nonché la tuta spaziale) di un alieno che, nottetempo, cercherà di rapire ignari animaletti dalla tranquillità della loro fattoria e di rapirli con la sua navicella spaziale.
Praticamente il concept dei sokoban (spostare casse all’interno di un labirinto) viene qui leggermente modificato, perlomeno a livello estetico, sostituendo le casse con i capi di bestiame, ed il target con il classico cono di luce emesso dalla navicella spaziale. Ci vengono messe a disposizione diverse decine di livelli dalla difficoltà crescente e ben bilanciata. Passiamo dai primissimi livelli dove impariamo i semplici rudimenti di gioco ed i comandi di base (tasti direzionali per indirizzare un animale per livello), ai successivi nei quali dovremo riuscire a portare a casa anche tre o quattro tra mucche, maiali, polli e pecore, facendo il possibile per non rimanere bloccati. Inoltre, non mancherà qualche piccola variazione sul tema in grado di evitare una eccessiva ripetitività nel titolo, come ad esempio meccanismi da sbloccare, bottoni da schiacciare o vuoti da saltare, il tutto chiaramente utilizzando il peso degli sfortunati protagonisti. Nella sua semplicità, perlomeno a livello di concept, anche Sokobalien, così come la sua sorellina Mimi the Cat, riesce ad intrattenere e a stimolare la nostra materia grigia, riuscendo anche ad introdurre un aspetto comico che non guasta. L’atmosfera, infatti, è piuttosto goliardica e non sense, riuscendo a sfruttare il successo che il tema degli alieni ha sempre avuto sia a livello cinematografico che videoludico. A livello realizzativo in termini sia grafici che audio non aspettiamoci molto, il tutto è improntato ad una grande sobrietà e semplicità, i fondali sono piatti, così come anche lo scacchiere di gioco è piuttosto sobrio. Tuttavia, non essendo poi questo il core di un titolo del genere, è un difetto sul quale si può sorvolare, nel segno di un puzzle game che tutto sommato può riuscire a divertirci per qualche ora.
La recensione
Sokobalien è un puzzle in stile sokoban che, pur nella sua semplicità sia a livello di concept che realizzativa, riesce a regalarci qualche momento di intrattenimento. Visuale classica in isometria, scacchiere di gioco chiaro, ed un pizzico di humour che non guasta. Il punto di forza è una curva di difficoltà ben studiata, in grado di condurci dai livelli più semplici fino a quelli più articolati con gradualità ed intelligenza.