Il titolo regge piuttosto bene nelle prime fasi, grazie alla curiosità di scoprire i diversi scenari di gioco, capaci di disvelarsi passo dopo passo (letteralmente), accompagnando il fruitore lungo un percorso progressivo piuttosto intrigante, nonché grazie allo studio dei diversi metodi di posizionamento dei personaggi nella formazione di battaglia; soffre maggiormente sul medio-lungo periodo, purtroppo, a causa soprattutto di due aspetti: gli scontri che, pur non essendo casuali, data la natura (piuttosto piccola) delle aree porta a una difficoltà piuttosto spinta nell’evitare gli avversari, andando in pratica a ridurre il vantaggio (in termini di QoL e ritmo di gioco) di poter (sulla carta) decidere la frequenza delle battaglie; il tutto senza dimenticare anche come, dopo un certo punto del titolo, il vantaggio strategico derivante dalle diverse tecniche e strategie di gestione delle risorse umane facenti parte del vostro team di soldati finiscano per rivelarsi poco più che superficiali, senza grandi impatti nell’esito della battaglia stessa. Ed è così che, dopo alcune ore di gioco, il titolo finisce per perdere un po’ di mordente, fatta eccezione per gli amanti degli aspetti maggiormente dungeon crawler, va detto.
Il titolo propone una longevità nella media, ma una buona dose di rigiocabilità, grazie alla particolare struttura incentrata sui vari protagonisti: pur condividendo e sovrapponendosi in determinati punti di svolta del canovaccio, infatti, sarà possibile affrontare fino a sette avventure legandosi di volta in volta a ciascun protagonista: ogni personaggio di The Legend of Legacy HD Remastered ha una propria motivazione per esplorare Avalon e un proprio finale dedicato, pertanto sarà possibile giocare nei panni di ciascuno di essi per vedere come si svolgono le loro storie specifiche. Accanto quindi a una buona dose di contenuti, troviamo poi un comparto tecnico invece solo sufficiente, come si può evincere dalla natura stessa di questa operazione. In quanto riproposizione fedele del titolo originale, quello che vi aspetta una volta lanciato il titolo sulle vostre Nintendo Switch è in maniera del tutto trasparente il titolo per 3DS, scalato in termini di resa visiva per adattarlo al formato, alle proporzioni e alla risoluzione degli schermi odierni. Inutile dire che proprio per questo motivo il titolo offre il meglio di sé se fruito in modalità portatile, complice anche la natura ruolistica che beneficia di una continua crescita del personaggio, immaginiamo facilitata dalla rapidità d’accesso che la console di Nintendo offre, potendolo giocare in qualsiasi momento e situazione. Nell’insieme, il gioco è prevalentemente basato sulla direzione artistica che lo caratterizza sotto ogni punto di vista: da un lato, le illustrazione di Tomomi Kobayashi, dall’altro l’accompagnamento musicale del famoso compositore Masashi Hamauzu, il tutto sorretto anche dal contributo strutturale e creativo dello scrittore Masato Kato e dei game designer Kyoji Koizumi e Masataka Matsuura che si uniscono per creare un’avventura priva di grande originalità o valori di produzione, ma senz’altro gradevole.
La recensione
Titolo interessante, nel saper mixare elementi classici con piccoli spunti di novità, a metà strada tra il dungeon crawler (in terza persona), il rogue-lite e il più tradizoinale degli RPG. Operazione forse poco ambiziosa, vista la semplice trasposizione tecnica su Switch, di un gioco discreto, pur senza l'afflato di altre grandi avventure giapponesi disponibili nella libreria software della console
