Ma non finisce qui: un altro aspetto piuttosto integrante e che svela quanto gli sviluppatori siano stati attenti e raffinati nel legare narrazione e giocabilità risiede nelle interazioni ludiche legate al senso di progressione, con il contesto ambientale che costituisce il mondo di gioco stesso. Giusto per capirci, al cambiamento di location corrisponde anche una variazione materica degli sfondi e delle piattaforme, ciascuna con le proprie caratteristiche di resistenza al trivellamento di Grinder, ma proseguendo lungo il titolo sarà possibile ottenere gioielli e altre ricchezze da incassare per potenziare tanto Pepper quanto la sua trivella: nuove punte da trapano con caratteristiche specifiche sono ottenibili e intercambiali, per aumentare tanto il caos esplorativo quanto la vostra capacità di risoluzione di enigmi ambientali. Avanzando nel gioco sarà inoltre possibile aprire nuovi percorsi, per affrontare sempre nuove sfide, non necessariamente affrontabili soltanto secondo un’unica interpretazione logica del contesto, ma sempre aperta a più varianti, legate al vostro pensiero laterale, al vostro equipaggiamento e alle vostre capacità di interpretazione ed esecuzione delle mosse. Insomma, un titolo senza dubbio semplice, ma non per questo privo di spunti interessanti e variegati.
L’analisi del versante tecnico, in produzioni di questo genere, non verte più di tanto sull’aspetto della complessità o della ricchezza di poligoni, pacchetto texture o altri elementi all’avanguardia, quanto più su come l’implementazione a livello di programmazione riesca a sorreggere la direzione artistica scelta per l’occasione. Visivamente il gioco è ispirato, grazie a stilemi di pixel art consolidati ormai persino presso il mercato di massa, arricchiti dalla coerenza e organicità con cui il team di sviluppo lega il tutto alla tematica piratesca del racconto. Gli ambienti sanno alternarsi, pur restando legati tra loro da un world building adeguato, così come flora e fauna riescono a catturare l’immaginazione, senza far storcere il naso anche davanti alle interpretazioni più fantasiose e originali. Quello che risulta fondamentale in un titolo di questo calibro e natura è legato particolarmente a tre elementi: la fluidità del frame rate, per garantire velocità di gioco e rapidità di esecuzione, abbassando la latenza tra input dei comandi e output di azione; la qualità delle animazioni tanto del protagonista, quanto degli elementi ambientali caratterizzati da un elevato grado di interazione e giocabilità declinate lungo la libertà di decisione ed azione lasciata in mano al giocatore e, infine, i tempi di caricamento che, per garantire al meglio la possibilità di affrontare l’opera anche in brevi sessioni di gioco o ripartire immediatamente dopo uno dei (potenzialmente tanti) game-over devono essere ottimizzati al meglio. Sotto tutti questi punti di vista Pepper Grinder supera la prova, forse non sempre in maniera egregia ma comunque abbondantemente sopra la sufficienza per quanto concerne ogni singolo parametro tra quelli citati.
La recensione
Ennesimo bel titolo divertente in arrivo da Devolver Digital, forse fin troppo breve e semplicistico, ma capace nella sua trasparenza d'intenti di trascinarvi lungo un'avventura simpatica e sfidante. Mai banale nell'affrontare un genere battuto come quello del platform, grazie ad elementi ludici e interattivi sostenuti anche da giustificazioni narrative comunque affascinanti.