Il limite principale di questa produzione è la sua impostazione statica, che ne ridimensiona ovviamente le possibilità di variare più di tanto le situazioni di gioco. Nell’opera, infatti, il vostro ruolo è sempre e soltanto dietro il grilletto di una mitragliatrice statica, consentendovi soltanto di spostare il mirino lungo la schermata di gioco per colpire i tanti e continui nemici in arrivo. Anche laddove la vostra postazione fosse in movimento, questo avverrebbe in maniera automatica (a bordo ad esempio di un elicottero, guidato dalla CPU lungo una sorta di binario, cioè un percorso predefinito e non passibile di variazioni da parte vostra), lasciandovi sempre e soltanto la gestione del puntatore. Per certi aspetti, il tutto ricorda un po’ i light gun game o certi titoli arcade di una volta, che avrebbero ad esempio beneficiato di porting su Nintendo Wii, grazie all’implementazione del suo puntatore, per cui è meglio non aspettarsi in versione Switch la profondità di gioco di uno sparatutto moderno. Un pizzico di varietà è dato come detto da armi, nemici e scenari, mentre il senso di progressione è garantito dal continuo progredire di missioni che si svolgeranno in diverse zone di guerra tra città bombardate, deserti, giungle foreste, aeroporti e così via, sempre caratterizzati dal vostro essere in prima linea al centro degli scontri. Man mano che sarete in grado di superare i diversi quadri, inoltre, anche il livello di sfida inizierà a salire, facendosi a un certo punto anche piuttosto impegnativo e spingendovi a sfruttare al meglio tanto le armi alleate (per le quali dovrete cercare di sgombrare il campo, consentendone l’arrivo e l’utilizzo da parte delle truppe alleate), quanto gli upgrade del vostro equipaggiamento: facendo salire di livello tanto i compagni quanto le vostre armi, potrete affrontare ondate di nemici sempre più letali, per cui sarà necessario spendere qualche minuto anche nella gestione delle vostre statistiche e caratteristiche di combattimento.
Il versante tecnico del progetto è, onestamente, piuttosto limitato – quanto la giocabilità basica che propone: i modelli poligonali sono minimalisti non per una peculiare scelta stilistica ma per un approccio semplicistico alla resa grafica; gli effetti particellari, di luce e di rifrazione pressoché assenti; il comparto texture difficilmente trasmette cura nel lavoro ed efficacia nel risultato a livello di resa materica. Le animazioni risultano sufficientemente basilari, ma si riscontrano rallentamenti nella fluidità della resa d’insieme, nei momenti più concitati (con numerosi nemici a schermo o durante le esplosioni più caotiche), faticando a trasmettere un grande senso di adrenalinico coinvolgimento sul campo di battaglia.
La recensione
Titolo leggero a basso punto prezzo (soprattutto grazie all'offerta di lancio), Infantry Attack prova a portare quel pizzico di intrattenimento semplice ma accessibile, superficiale ma curioso delle produzioni mobile anche su Switch, per una piccola pausa a suon di proiettili