Fino a un paio di generazioni fa era quasi impensabile, ma al giorno d’oggi il tutto è invece ormai una realtà ben più che consolidata: il panorama dei videogiochi per device mobili è letteralmente esploso nel corso degli ultimi due lustri, grazie alla capillare diffusione di cellulari e tablet, alla facilità di programmazione e pubblicazione garantita tanto dai tool di middleware quanto dall’accessibilità e dalla semplicità garantita dai più grandi store online del mondo (tanto l’Apple Store quanto Google Play). Non è raro infatti imbattersi persino in persone, per altro appartenenti a diverse fasce di età (tanto i più giovani, che si affacciano così per la prima volta all’intrattenimento digitale, quanto i più anziani che magari restano incuriositi in maniera anche occasionale dalle tante App presenti sui loro cellulari, testando in maniera inconsapevole e spensierata le più diversificate esperienze di interazione digitale), che abbiamo avuto esperienza dei nostri amati videogiochi anche solo attraverso hardware non dedicati a tale scopo, al contrario delle vere e proprie console a marchio Sony, Microsoft o, ovviamente, Nintendo: apriti cielo, quanti strali urlati da bocche contorte dal disgusto, tra gli appassionati, eppure...eppure in fondo il tanto lodevole panorama indie non è poi così lontano dal medesimo fenomeno di giochi per mobile, a conti fatti.
Non che non sussistano differenze, ovviamente: da un lato troviamo spesso progetti guidati primariamente dalla passione, oltre che dalla conoscenza delle principali dinamiche ludiche care agli appassionati, con progettualità a tratti scarsamente gestite in ottica di economics e sorrette soprattutto dall’amore incondizionato verso quello che da hobby si è tramutato in una speranza lavorativa; dall’altro prevalgono spesso e sovente gli interessi di engagement del pubblico verso elementi commerciali, con business model che poggiano su microtransazioni o pay2win e via discorrendo, spendendo più budget per lo studio delle dinamiche di algoritmi vicini al target di riferimento che altro, sfruttando anche asset e librerie grafiche open source, per prodotti rapidi e privi di grandi caratteristiche di personalità distintiva. Nel mezzo ci sono poi però i titoli che puntano sì ad una fruizione immediata a volendo anche superficiale, che una volta avremmo definito tipica del pubblico casual, ma che in fondo si presentano in maniera onesta per quello che sono: passatempi a basso costo, buoni per ogni occasione di micro-intrattenimento. E quasi stupisce, analizzando la natura ibrida di Switch, che in fondo ad oggi siano stati ancora così numericamente limitati i progetti pronti a fare il salto verso questo hardware, in grado di presentare numerosi degli aspetti di accessibilità tipici dei device mobile, ma quando accade è inutile accogliere con diffidenza questi titoli: meglio testarli e provarne la capacità di divertire. Come nel caso della serie Infantry che proprio su cellulare e tablet ha già presentato per mano degli sviluppatori Voodoo diversi capitoli di una serie di sparatutto super accessibili e immediati, a basso costo, capaci in ogni caso anche di intrattenere il pubblico tanto su cellulare quanto su PC, con una impostazione di gioco semplice ma anche divertente.
Il titolo che arriva su Switch è una reinterpretazione inedita di questa formula. Truppe nemiche di varia natura (come fanteria, elicotteri, carri armati, aerei da guerra e droni) sono pronti ad attaccare il vostro campo base, mettendo a ferro e fuoco il campo di battaglia. Il vostro obiettivo sarà quello di prendere il comando della vostra fidata mitragliatrice e sparare letteralmente a tutti i vostri avversari, in scontri a fuoco dove oltre al vostro mirino, potrete contare anche sul supporto di truppe alleate. La vostra squadra è infatti pronta ad aiutarvi, facendo pervenire a intervalli prestabiliti diversi equipaggiamenti e soldati in vostro aiuto: l’esperto di esplosivi con un lanciarazzi RPG per infliggere danni enormi ai veicoli militari, il fuciliere che sparerà da distanze elevate sul campo di battaglia aperto; il granatiere specializzato nel combattere tutte le unità di terra. Il vostro controllo diretto però sarà focalizzato sulla responsabilità primaria di liberare il campo di battaglia attraverso la grande potenza di fuoco della mitragliatrice sotto il vostro controllo, riuscendo pur nella giocabilità limitata che struttura l’esperienza di gioco anche a divertire. Le fasi principali del titolo, infatti, si muovono su alcune direttive primarie piuttosto basilari, ma non per questo totalmente prive di spunti di interesse: l’elemento di difesa della vostra area dall’attacco dei soldati nemici, la possibilità di alternare diversi elementi dell’equipaggio militare presente nel gioco per sconfiggere l’esercito avversario, il passaggio in diverse zone di guerra, capaci di variare gli scenari delle varie battaglie, la collaborazione con altre componenti del vostro team, alternando sul terreno gli interventi delle più moderne armi da guerra tra mitragliatrici, lanciarazzi e droni. Il tutto condito anche da veri e proprio scontri con boss di fine livello, onestamente poco variegati in termini di dinamiche ludiche, ma al contempo capaci quantomeno di variare leggermente il senso di coinvolgimento nel mezzo degli scontri a fuoco.