La parola giapponese “Ecchi” è un sinonimo di Eros ed ha un significato più soft rispetto al termine hentai, sicuramente più usato e più noto alle nostre latitudini, grazie ai manga ed ai cartoon a tematiche sessuali un po’ spinte. Va da sé dunque che, nel momento in cui ci siamo trovati di fronte un gioco dal titolo Ecchi Paradise, bene o male avevamo un’idea piuttosto chiara riguardo al dove si sarebbe andato a parare. Nap Time Games ci propone infatti un puzzle game a tema sexy che, come vedremo, si rivela essere più sexy che game. Prima di procedere oltre è bene specificare che abbiamo affrontato questo titolo senza alcun pregiudizio, né con alcun intento per così dire puritano. Anzi a dire il vero chi vi scrive nei lunghi pomeriggi adolescenziali passati in sala giochi, era un giocatore piuttosto assiduo di Gal’s Panic e dei suoi innumerevoli seguiti e cloni. In quel gioco soft sexy, ispirato a Qix, lo scopo del gioco era quello di rivelare almeno l’80% delle fattezze delle provocanti modelle poste sullo sfondo ed inizialmente offuscate. Il tutto muovendo il cursore e tracciando una linea intrappolando il boss di turno in un’area dove la silhouette della modella non era presente. Questo brevissimo excursus per aiutare a comprendere la maggiore critica che invece verrà mossa a Ecchi Paradise, ossia la fondamentale mancanza di un reale contenuto ludico, ad accompagnare l’esposizione delle bellissime ragazze in pose provocanti.
Parliamo di un gioco che ci propone circa 50 ragazze da rivelare, tutte riprodotte in pose sensuali e provocanti, con uno stile ovviamente anime ed a dire il vero realizzate molto bene e secondo tutti i cliché del genere. Bene o male tutte le ragazze sono piuttosto svestite o in lingerie, molto procaci e passionali. Inoltre tramite DLC a pagamento (!) sono disponibili ulteriori set di modelle tematizzate, avremo quindi possibilità di scaricare un set a tema fantasy, con ragazze-elfo di tutti i tipi, oppure un set definito eccentrico, nel quale il latex la fa da padrone. Immancabile una colonna sonora di accompagnamento consona, composta da tracce soft inframezzate da gemiti di piacere. Questo per quanto riguarda i contenuti del gioco, che qualitativamente e quantitativamente sono tutto sommato soddisfacenti, tuttavia la nota dolente è nell’esperienza ludica vera e propria. I puzzle che ci verranno proposti variano in termini di vastità della griglia, che può passare dalle più semplici 5×3 alle più complesse 10×7. In buona sostanza queste griglie vedranno sparpagliate le varie tessere che compongono l’immagine da ricostruire. Starà a noi, proprio come in un puzzle classico, accostare di volta in volta le tessere corrette in modo da andare a ricomporre l’immagine. Ogni volta che posizioneremo una tessera nella posizione giusta questa verrà bloccata in modo da riuscire in breve ad avere un nucleo intorno a cui lavorare. Questo è quanto dal punto di vista videoludico. In buona sostanza una produzione buona come passatempo, che probabilmente può avere una sua certa ragione di esistere su mobile, molto meno in una versione per Switch, sulla quale sinceramente risulta essere davvero un titolo superfluo.
La recensione
Ecchi Paradise paga una fondamentale assennza di contenuto dal punto di vista puramente ludico. Il gioco è davvero fin troppo semplice e banale, allineare delle tesserine per completare un'immagine nel 2024 è più un esercizio adatto alla Settimana Enigmistica piuttosto che a un titolo per Nintendo Switch. Fatta questa doverosa e sentita premessa Ecchi Paradise può destare un certo interesse negli appassionati di hentai, interessati a collezionare immagini soft provocanti.