A Void Hope: la recensione

Una breve ma immersiva avventura da godere nella solitudine delle vostre lenzuola, durante una scura e piovosa notte di fine inverno

Il mistero avvincente e l’atmosfera accuratamente realizzata di A Void Hope sono supportati da meccaniche di puzzle platform che richiedono di risolvere enigmi ambientali ed esplorativi, trovando i giusti percorsi e i necessari oggetti mentre attraversate la città, cercando di sopravvivere. Ci sono infatti disseminate nei diversi quadri anche minacce pericolose che vagano per le strade, ma il vostro obiettivo sarà sostanzialmente sempre quello di evitare il conflitto in questa avventura incentrata sulla narrazione. L’obiettivo sarà quello di ripercorrere il filo logico nascosto tra le pieghe degli eventi, esplorando i segreti dello spazio fisico di questo mondo, assieme a quello psicologico dei protagonisti, spinti sull’orlo di un tracollo tanto emotivo quanto morale dalle oscure vicende che stanno attanagliando l’esistenza stessa di questa umanità in pericolo. Titolo a scorrimento orizzontale, strutturalmente rimanda ad alcune dinamiche tipiche dei metroidvania, con la necessità di una scoperta progressiva non lineare della mappa di gioco, legata al ritrovamento di indizi, dettagli o equipaggiamento particolare, evitandone però la componente di battle system e incentrandosi maggiormente invece su quella esplorativa, non necessariamente stealth quanto piuttosto conoscitiva: analizzare il percorso da compiere, cercando di evitare il contatto (fatale) con gli avversari, per poi lanciarsi in corsa al superamento degli ostacoli ambientali per raggiungere il quadro successivo sarà in pratica la dinamica di gioco principale, al di là dei momenti più narrativi. Una giocabilità forse un po’ debole, a tratti ripetitiva e in alcuni casi frustrante, non avendo in pratica modo di reagire agli attacchi, con veri e propri combattimenti, che potrebbe anche stancare un po’ alla lunga.

Tematiche profonde, quelle espresse in maniera angosciata da A Void Hope, sorrette anche da un’estetica coerente con questo senso di spaesamento e perdita di umanità identitaria. Scelte stilistiche inquietanti, supportate al meglio dal punto di vista sonoro anche grazie alla collaborazione di non poco conto con il famoso artista synthwave Waveshaper (già conosciuto dagli appassionati del mondo indie grazie all’ottimo lavoro svolto su Furi). La sua colonna sonora vi accompagnerà durante tutto il viaggio, esaltando il paesaggio inquietante ed evocativo che vi troverete ad esplorare lungo l’arco narrativo principale di questa avventura, ma non è soltanto la musica a rendere importante l’aspetto sonoro: altrettanto fondamentale si rivelerà la raffinata cura posta nel sound design dell’opera, non a caso affidata ad un’altra grande mano dello scenario indie: il designer audio di Little Nightmares Christian Björklund che, assieme alla sceneggiatrice di fantascienza e horror Frida Windelhed, completa il quadro dei grandi talenti al lavoro in A Void Hope, per creare un’atmosfera seducente e agghiacciante che è tanto emotivamente coinvolgente quanto esteticamente gradevole. Tecnicamente il gioco è un prodotto semplice, in pixel art, in cui animazioni, fluidità e tempi di caricamento sorreggono in maniera minimalista ma efficace l’esperienza di gioco.

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La recensione

6.5 Il voto

Mix di esplorazione, combattimento minimalista ed enigmi ambientali, A Void Hope è una breve esperienza di gioco dai valori ludici forse rivedibili e scarsamente intriganti, tenuti assieme però da una narrazione abile nel tenere il livello di tensione e mistero sufficientemente alto da spingervi verso la risoluzione del racconto, anche grazie a una colonna sonora decisamente azzeccata.

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