Another Code: Recollection: la recensione

Risolvi enigmi, vai a caccia di indizi e indaga sul passato di Ashley Mizuki Robins per scoprire cosa è successo ai suoi genitori in due avventure distinte, riunite in alta definizione su Switch

Remake inaspettato, quindi, ma capace di stupire persino di più una volta preso in mano e analizzato, visto l’enorme sforzo profuso dalla casa di Kyoto nel riammodernare l’esperienza del brand per il pubblico contemporaneo, non soltanto dal punto di vista tecnico e visivo. Il gioco, infatti, ha completamente cambiato look in termini di valori di produzione, ma per chi avesse già esperito le avventure di Ashley le novità non finiscono qui: vedrete infatti uno studio completo per adattare interfaccia, schema di comandi e risoluzione degli enigmi alla nuova console, ritocchi anche sul versante artistico, senza dimenticare le lievi variazioni sul versante registico e della sceneggiatura. L’obiettivo e il risultato principali sono legati in maniera profonda alla natura duplice della raccolta stessa, che finisce per presentare agli occhi del giocatore un unico grande pacchetto narrativo e ludico molto più allineato e coerente rispetto ai due episodi originari, compattando in maniera ottimale l’esperienza del brand Another Code nei confronti del pubblico. L’aver dovuto (o voluto? Stupisce in effetti a tratti la mancata implementazione del touch screen in modalità portatile, che sarebbe stata senza dubbio ben accetta vista la natura del titolo e l’utilizzo della stessa tecnologia nell’episodio DS, rimpiazzata in seguito dal puntatore in quello Wii) rinunciare a certe peculiarità specifiche di ciascuno dei precedenti titoli non inficia in effetti il feeling generale che, al contrario, ritrova proprio in questo processo di amalgama la chiave per compattare il tutto in maniera estremamente coerente. Al di là della nuova veste grafica, infatti, è proprio dal sistema di controllo, dalla nuova e più moderna impostazione della telecamera e dalla direzione artistica ripennellata per l’occasione che emergerà un’esperienza al passo coi nostri tempi e con il panorama di Switch. Il tutto nonostante alcune ingenuità, legate in particolare alla semplicità di troppi degli enigmi proposti o a un ritmo narrativo ancora fin troppo placido, che potrebbero far mancare di mordente il progetto, agli occhi degli appassionati di genere più smaliziati.

Il versante tecnico come accennato nel precedente capitolo è davvero di prim’ordine e nulla è stato lesinato nel riproporre Ashley sulle vostre Switch. Ovviamente, il salto più significativo sotto questo punto di vista si ha rispetto al primo capitolo originale, lanciato su un DS ancora molto lontano dall’alta risoluzione, persino in termini di proporzione delle immagini, oltre che per quanto concerne la definizione delle stesse, ma anche il gioco per Wii appare oggi più bello che mai. Lo stile adottato è leggermente diverso, la palette di colori molto più satura e sgargiante, il sistema di rifrazione della luce completamente rifatto, così come le animazioni: il tutto messo in scena con un nuovo posizionamento della telecamera e nuove proporzioni dell’immagine, capaci di restituire al meglio le gesta della protagonista e gli scenari all’interno dei quali esse prendono vita. Anche i diversi menu e le diverse interfacce sono state ristudiate, amalgamate e rese molto più di design, con un look fresco, originale e coerente anche tra le due avventure proposte (senza dimenticare il particolare device di Ashley, il DAS, che abbandona il look del primissimo Nintendo DS, per avvicinarsi evidentemente al layout delle vostre Switch – anticipando magari il look della prossima console?!) per un colpo d’occhio davvero apprezzabile. Al di là di una mole poligonale, di un comparto di texture e di ambientazioni di certo non ai limiti massimi delle potenzialità di calcolo dell’hardware di Kyoto (ma più per l’impalcatura di gioco dettata dal genere di appartenenza che per una mancanza di respiro ambizioso da parte del progetto) l’elemento meno convincente risiede forse nella generale lentezza del tutto: come già accennato, questa critica vale per il ritmo narrativo, ma anche per la latenza nell’accettazione degli input del giocatore, nel passaggio da una frase all’altra durante i dialoghi e, inizialmente, persino per lo spostamento della visuale offerta dalla telecamera (questa volta completamente gestibile dal giocatore tramite il classico sistema del doppio analogico) – difetto per fortuna risolvibile, semplicemente entrando nel menu per la gestione dei diversi parametri di gioco (cosa che consigliamo di fare subito a tutti i fruitori di questa collezione). Per il resto, il gioco per sua natura e per valori di produzione è adattissimo a entrambe le modalità di gioco offerte da Nintendo Switch, per cui non perdete l’occasione di conoscere Ashley al meglio delle sue potenzialità.

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La recensione

7 Il voto

Un'occasione imperdibile per addenstrarsi nel poetico mondo di Ashley, per chi non avesse avuto modo di provare le sue avventure ai tempi di DS e Wii. La raccolta presenta senza dubbio le versioni più moderne e attuali di entrambe le avventure, forse prive del famoso spirito di sperimentazione dei predecessori, ma al contempo proponendosi con valori di produzione e un'offerta complessiva assolutamente di livello. L'esperienza è rilassante e pacata, priva dei grandi sbalzi di tensione che altre serie dello stesso genere amano proporre, ma la sua capacità di arrivare dritta al cuore del fruitore non è da sottovalutare.

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