Metro Quester: la recensione

Un gioco di ruolo di esplorazione di dungeon basato in un mondo futuristico post-apocalittico creato dall'artista manga Kazushi Hagiwara

KEMCO continua nel suo imperterrito e ininterrotto percorso di supporto a Nintendo Switch, con una pletora di avventure e proposte numericamente davvero invidiabile, grazie all’ottima e continua strategia di modesta ambizione, conoscenza dei propri limiti e sapiente studio del mercato, soprattutto in termini di trend di genere, novità d’atmosfera e ultime tendenze di stile. Lo dimostrano non soltanto i tantissimi classici RPG lanciati su dispositivi mobili prima e store digitali di device dedicati al gaming poi, ma anche operazioni differenti, come l’originale Raging Bytes, piuttosto che la capacità di inserire variazioni sul tema, tanto in ambito ludico che narrativo, per portare a casa il risultato. Lievi ma significative, infatti, sono le caratteristiche che differenziano un tradizionale gioco di ruolo da un altrettanto tradizionale dungeon crawler, eppure proprio in quelle pieghe si può annidare il quid in grado di attecchire presso una determinata nicchia di mercato, piuttosto che un’altra. Ed è così che, dopo innumerevoli raid nel mondo ruolistico, arriva oggi su Nintendo eShop un’operazione lievemente diversa, seppur altrettanto classica per gli amanti di genere: parliamo di Metro Quester.

Metro Quester è infatti un gioco di ruolo di esplorazione di dungeon ambientato in un mondo futuristico post-apocalittico creato dall’artista manga Kazushi Hagiwara, con un profondo sistema di gioco progettato da Hironori Kato che offre l’eccitazione e le sorprese che ricordano i giochi per computer degli anni ’80 attraverso una giocabilità mista basata su elementi esplorativi, altri gestionali e altri ancora mutuati dal genere hack and slash. Il titolo, infatti, può essere descritto a partire dalla somma dei suoi elementi costitutivi, che ne strutturano l’alternanza di fasi ludiche: da un lato, l’esplorazione dei sotterranei, dall’altro la gestione delle risorse, per finire ovviamente nel culmine interattivo degli scontri armati. Il tutto con un certo gusto stilistico e uno specifico twist di toni e atmosfera, grazie a un tessuto narrativo dagli imprevedibili guizzi creativi.

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