SteamWorld Build: la recensione

Questa volta i robot/cowboy di SteamWorld vestono i panni dei minatori. E' tempo di creare la città dei sogni in SteamWorld Build.

Arriviamo con la nostra carovana robotica in una cittadina sperduta nel deserto con il compito di farla rinascere e proliferare, ed in particolare con la necessità di esplorare quanto in realtà si trova sottoterra. Oltre a creare una classica città di frontiera ci avventureremo infatti anche nella miniera abbandonata che si trova sotto i nostri piedi. Una leggenda narra che vi si trovi un’antica tecnologia, qualcosa che i nostri Steambots possono usare come chiave per sfuggire al disastro imminente che sta per colpire il loro pianeta. Scopriremo presto che dovremo costruire un razzo in grado di evacuare la popolazione, prima che il cataclisma si palesi. Il dualismo tra vita di superficie e vita sottoterra è uno degli aspetti fondanti tanto la storia quanto il gameplay di SteamWorld Build. Le prime battute del gioco saranno ovviamente indirizzate da un tutorial che ci farà conoscere le meccaniche base, dopodiché potremo addentrarci anche nelle profondità della terra. Le due anime del gioco sono profondamente interconnesse: tanto gli abitanti della superficie hanno bisogno di risorse provenienti dalla miniera, quanto i minatori hanno bisogno di elementi che si possono produrre solo in superficie. In superficie sostanzialmente il nostro scopo sarà quello di creare benessere e risorse per la popolazione. Ogni famiglia ha delle richieste specifiche che starà a noi esaudire in modo da farla progredire secondo un sistema economico basato su delle piccole caste, dalla più umile alla più ricca. Ogni famiglia, ad esempio, vorrà nel suo quartiere un saloon per divertirsi, un negozio per gli approvvigionamenti, accessi alla ferrovia. Solo le famiglie di lavoratori felici possono essere trasformate in ingegneri, pronti a lavorare nella miniera. Nelle miniere invece l’attività è più di tipo esplorativa ed estrattiva, con trivelle in funzione h24, soffitti puntellati per evitare crolli e la necessità costante di allargare sempre di più le gallerie alla ricerca di oro, minerali e antichi manufatti.

L’interfaccia, seppur piuttosto carica di informazioni, è abbastanza facile da digerire. L’unico aspetto che abbiamo riscontrato come migliorabile riguarda i blocchi di testo, non sempre facilmente leggibili sopratutto quando si tratta di dover capire i bisogni di un determinato abitante. Ovviamente è necessario un primo periodo per prendere confidenza con l’ambiente di gioco, aspetto nel quale ci viene in soccorso un tutorial piuttosto completo. La barra sulla parte bassa dello schermo rappresenta tutte le macroaree con le quali potremo interagire (strade, costruzioni relative all’intrattenimento, attività di accumulo risorse) che a loro volta possono essere esplose per affinare il livello di dettaglio (strade in terra battuta o in asfalto, produttori di bevande, di alcolici, intrattenimento musicale). Il tutto a dire il vero gestito in modo piuttosto intuitivo. Le prime criticità da affrontare per i nostri robot riguardano le risorse idriche (in un deserto l’unica fonte sono le coltivazioni di cactus) e le risorse necessarie per le costruzioni (dove trovare legname in mezzo al deserto?). Per ogni struttura dovremo tenere d’occhio la sua connessione in termini di infrastrutture con tutto il resto del villaggio; non vorremo mica costringere ogni povero minatore a lunghe camminate solo per arrivare al magazzino! Graficamente il tratto è quello classico dei giochi Steamworld, con i personaggi robotici ben caratterizzati e pienamente in stile. La visuale dall’alto ovviamente penalizza un po’ il livello di dettaglio, che tuttavia zoomando riesce a mostrarci ambienti ed animazioni piacevoli. La dualità del gameplay è anche la sua forza. È stato infatti molto stimolante dover tenere sotto controllo ben due città, distinte ma interconnesse, ognuna con le proprie specificità da tenere in mente. Il tutto ammantato da uno stile piuttosto scanzonato e divertente, come tipico di questa saga. Anche il suo non prendersi troppo sul serio è un aspetto vincente di SteamWorld Build. L’aspetto gestionale, infatti, è sufficientemente profondo da appassionare (avremo ovviamente bilanci e risorse da tenere costantemente monitorate), ma non estremizzato come spesso avviene, finendo per annoiare o addirittura allontanare un giocatore più casual.

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La recensione

7 Il voto

L'universo di SteamWorld, nel suo costante pellegrinaggio tra un genere e l'altro, approda al mondo dei city builder e lo fa in grande stile. SteamWorld Build usa un espediente narrativo (la ricerca di una tecnologia dimenticata) per creare un gameplay duplice. Il mondo di superficie ed il mondo sotterraneo vivono interconnessi ma ognuno con le sue peculiarità e le sue necessità. Il tutto funziona bene e riesce a intrattenere, grazie anche ad una generosa dose di umorismo, per tutta la durata dell'avventura. Una interfaccia piuttosto intuitiva ed un approccio non troppo hardcore fanno di Build un titolo che può piacere un pò a tutti, dall'appassionato di Steamworld a colui che si approccia per la prima volta al mondo di questi simpatici robot.

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