Queste divagazioni a livello di gameplay, quasi una ibridazione, spostano un po’ il focus del gioco, dandogli novità e freschezza ma rischiando d’altra parte di far storcere un po’ il naso ai puristi del genere. Un esempio concreto dovrebbe riuscire a chiarire meglio. Uno dei primi livelli che affronteremo ci vedrà confrontarci con un motivetto musicale (peraltro piuttosto piacevole) e con la classica schermata a scorrimento, con la sequenza di tasti da premere correttamente e con il giusto tempismo (solitamente dorsale destro, dorsale sinistro e Y). Fatto sta che Ferdinando pensa bene di rovesciare qualche decina di scatole colorate sulla tastiera, impedendoci di proseguire la sezione ritmica. Dovremo infatti interromperci, spostare le scatole una ad una imbucandole nella scatola del corretto colore, e solo dopo aver concluso questa opera di pulizia potremo ricominciare a seguire il ritmo della musica. Le interruzioni non finiscono qui. Infatti dopo pochi secondi dovremo interromperci di nuovo perché un braccio robotico ci intralcerà la visuale, costringendoci a fulminarlo con una scarica elettrica per toglierlo di mezzo. Non sempre chiaramente questi espedienti saranno così invasivi, tuttavia il rischio di spezzare troppo il ritmo (giusto per rimanere in tema), facendoci perdere d’occhio il focus del gioco è concreto.
Super Crazy Rhythm Castle vive di fasi alterne, di livelli più o meno ispirati e più o meno divertenti. Alcuni scontri con i boss intermedi sono in realtà veramente azzeccati, come quello nel quale dovremo alternativamente suonare contro un dj fuori di testa (DJ Melanzana!) e prenderlo a cannonate per farlo rinsavire, oppure quello nel quale dovremo affrontare Hippo & Frog (un ippopotamo e una rana manco a dirlo) diserbando delle piante infestanti decisamente fastidiose. È proprio questa alternanza tra sezione ritmica e sezione “platform” ad essere al contempo la forza e la debolezza di questo gioco. Come facile immaginare però l’esperienza svolta decisamente in positivo nel momento in cui affrontiamo il gioco in multiplayer, è qui che Super Crazy Rhythm Castle da il meglio di sé. La co-op è caotica, frenetica, divertente e accessibile a tutti, anche a coloro che solitamente non si dilettano nei giochi ritmici musicali. Ciascun giocatore può infatti suonare la propria musica in modalità a tre o quattro tasti, o concentrarsi sulla soluzione dei puzzle, piuttosto che attaccare i nemici ed i boss d’intralcio, lasciando agli amici il compito di mantenere il ritmo, trasformando il gioco quasi in un party game. Il tutto viene sempre accompagnato da una soundtrack folta e ben ispirata, con oltre 30 brani, più alcuni extra nascosti, di cui alcuni decisamente catchy che svariano dal rock, al punk rock, all’hip hop, dubstep e molto altro.
La recensione
Di questo inatteso ibrido va senza dubbio premiato il coraggio, la voglia di provare a dire qualcosa di nuovo in un panorama di titoli piuttosto uniformi e simili. Unire platform, enigmi e rhythm game non è un'impresa da poco e, tutto sommato, in Super Crazy Rhythm Castle è riuscita. Il gioco vive di fasi alterne, bisogna un attimo tararsi sulla novità data dalle interruzioni e dalle divagazioni rispetto al focus del classico rhythm game. Tuttavia superato questo momento di empasse il gioco prende quota e, soprattutto se affrontato con qualche amico, riesce ad intrattenere piacevolmente, complice una soundtrack parecchio orecchiabile.