Kona 2 Brume: la recensione

Una indagine noir nel biancore accecante della steppa canadese, in Kona II servirà tutto il nostro acume per sopravvivere ad una minaccia misteriosa.

La nebbia è da sempre uno degli eventi metereologici più utilizzati nella narrativa, nella cinematografia ed ovviamente nei videogiochi, per dare una forma palpabile ma indefinita alla paura, al mistero, all’inquietudine. Un espediente tutto sommato semplice, che però ha (quasi) sempre il suo fascino e la sua facile resa. Tutti noi ancora oggi ricordiamo le atmosfere oniriche e ovattate dalla nebbia di Silent Hill, il terrore profondo celato dietro le nebbie narrate da H.P. Lovecraft, o i mostri antichi nascosti nel nebbioso Maine di Stephen King. Pur essendo quindi un escamotage dalla riuscita piuttosto sicura, è necessario fare attenzione e supportarlo da contenuti altrettanto validi, pena il concreto rischio di perdersi nella fredda bruma lattiginosa.  Parabole e Ravenscourt provano a dare nuova linfa a questo filone portandoci nuovamente nelle atmosfere glaciali e ovattate della foresta canadese con Kona II: Brume, seguito diretto di Kona I, brillante titolo di indagine narrativa con ampie contaminazioni walking simulator. Il luogo che fece da sfondo al titolo del 2017 era una zona immaginaria del Canada collocata nel Quebec del nord. Qui i rapporti tra il magnate dell’industria mineraria W. Hamilton e la comunità dei nativi sono estremamente tesi, sfociando in alcuni atti vandalici nei confronti delle proprietà del ricco industriale. Viene chiamato in causa Carl Faubert, veterano della guerra di Corea riciclatosi come investigatore privato una volta tornato in patria. Senza voler svelare nulla di troppo né del primo capitolo né del sequel, iniziamo Kona II esattamente da dove l’avventura finì in Kona I. Faubert è un uomo in fuga da mostri nascosti nella fredda nebbia canadese, mostri che forse hanno eliminato Hamilton, e che sicuramente ora danno la caccia al nostro detective. L’indagine commissionata da Hamilton prosegue comunque, ormai quasi per un puntiglio personale di Faubert, toccca a noi prendere da qui il filo dell’investigazione e cercare di dipanare l’oscurità fisica e mentale che attanaglia il nord del Quebec.

Kona II è un titolo fortemente definito dalla sua componente narrativa. Faubert attraversa aree pressoché desertiche, parliamo di un deserto glaciale ovviamente, nelle quali incontra altri esseri umani davvero raramente. Di conseguenza la narrazione non può che essere portata avanti da flussi di coscienza interni a Faubert, da pizzini e note rinvenuti qua e là, e soprattutto da una voce narrante davvero molto presente.  Al primo avvio del gioco ci verrà chiesto che importanza e che invasività lasciare a questa voce narrante, da un minimo corrispondente alle nozioni indispensabili ad un massimo nel quale la voce ci descriverà con dovizia di particolari quasi ogni cambio di scena. Abbiamo trovato fondamentale questo elemento per non far cadere l’avventura nella noia, una stanca nascosta dietro l’angolo per via della mancanza di altri personaggi con cui interagire. L’indagine avanza in maniera piuttosto compassata, senza particolari sussulti, ma con una personalità forte e ben definita, scandita da elementi ambientali, da note e dall’onnipresente voce narrante. Le musiche d’atmosfera, lente e languide accompagnano una storia che riesce bene a legare elementi soprannaturali a quelli di un noir poliziesco.

Sembrerebbe legittimo aspettarsi ogni genere di pericolo proveniente dal deserto bianco che ci circonda, tuttavia in realtà ci sono ben pochi elementi in grado di poterci realmente mettere in pericolo. La componente survival è infatti poco più che accennata e saremo più minacciati dal freddo che dai pochi nemici in carne ed ossa. Il freddo potrà essere combattuto accendendo un falò, da usarsi anche come punto di salvataggio, oppure entrando in un capanno a riscaldarci, pena il game over (che a onor del vero a livello intermedio non abbiamo mai dovuto subire). Considerando che i falò sono numerosi e che possiamo stipare il nostro zaino all’inverosimile, la componente di sopravvivenza finisce per essere un po’ depotenziata. Altrettanto poco sviluppata, e forse superflua, è la componente relativa ai (pochi) combattimenti che dovremo affrontare. Vuoi per la poca varietà di nemici, vuoi per la mira automatica o per la poca differenza percepibile tra un’arma e l’altra, eliminare un nemico non da una grande soddisfazione, risultando poco più di un riempitivo. Detto degli aspetti di game play meno riusciti possiamo invece dire che la parte investigativa, con i relativi enigmi è invece molto ben realizzata. La soluzione non sempre è immediata, richiedendo al giocatore anche un certo livello di attenzione verso gli indizi sparsi sui muri, sui pavimenti, sui fondali e buttati li dall’immancabile voce. Complice la voce narrante infatti, in grado di darci qualche piccola spinta quando necessaria, riusciremo a seguire piacevolmente i binari dell’investigazione senza deragliare. Ogni ambientazione dovrà essere esaminata a fondo, cassetti, armadi, cassette di sicurezza e quant’altro, un elemento fondamentale può nascondersi realmente ovunque. L’indagine e l’esplorazione proseguono quindi senza sussulti, intermezzate da piacevoli (ma nervose) camminate in scenari incantevoli, qualche combattimento superfluo, e stimolanti rompicapo. Dal punto di vista estetico come spesso succede la nebbia (la bruma in questo caso) è un espediente utile a mascherare qualche calo di frame rate , difetto tuttavia perdonabile, data la comunque piacevole resa dell’ambiente glaciale che fa sfondo e protagonista al contempo. Le ambientazioni interne invece sono ben caratterizzate, calde, sicure e vive.

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La recensione

6.5 Il voto

Kona II si è rivelato essere un titolo dalla forte componente narrativa solido e credibile. La componente investigativa è supportata da un'ambientazione ben realizzata e riconoscibile, nonchè da enigmi stimolanti e piacevoli. Peccato per qualche calo di interesse nelle meccaniche di gioco relative ai combattimenti ed alla componente survival, solo accennate e poco approfondite.

Valutazione

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