Crymachina: la recensione

Epica giapponese infarcita di azione e mistero, con tecnologia e mitologia cosparse in egual misura in un progetto tutto da scoprire

Se la storia brilla in maniera così netta, è anche per via di un lato prettamente ludico non malvagio, ma piuttosto nella media. Da un lato non presenta elementi così negativi da compromettere l’esperienza di gioco, fornendo persino spunti interessanti, dall’altro soffre di un certo grado di ripetitività e una evidente mancanza di profondità piuttosto innegabili. Pad alla mano, il tutto risulta piuttosto frenetico, offrendo la possibilità tramite la pressione non particolarmente strategica di svariati tasti di input di spazzare via nemici estremamente letali in combattimenti dinamici, che si alterneranno senza soluzione di continuità alle fasi di esplorazione lungo ambienti estremamente scialbi e vuoti, fatta eccezione per alcuni scorci di più ampio respiro e maggior ispirazione stilistica. Gli scontri sono veloci e scenografici e, soprattutto, utilizzano un ampio novero di equipaggiamenti, tra cui armi da mischia, a distanza e armi da spalla, tutte ottimizzate per rendere al meglio secondo le preferenze dell’utente, potendole personalizzare lungo un percorso di potenziamenti opzionali, allo scopo di aggiungere potenti effetti a ogni colpo ed eseguire combo adattate allo stile di gioco di ciascuno. La frenesia del combattimento, quindi, abbinata a un’approfondita personalizzazione delle armi, creano un’esperienza di gioco capace anche di risultare appagante, continuando a decimare robot avversari uno dopo l’altro. Il problema principale risiede in alcuni aspetti tecnici non particolarmente curati, ma anche nel fatto che il tutto finisce per risultare piuttosto confusionario e poco raffinato, spingendovi verso una pressione dei tasti di attacco e schiavata non del tutto casuale, ma allo stesso tempo innegabilmente lontana dalla cura maniacale di un Bayonetta (sempre per citare, questa volta in senso positivo, uno dei più famosi lavori di Platinum Games).

Sotto il versante grafico il gioco è sorretto da una direzione artistica fulgidamente appagante, capace di offrire scorci davvero ispirati e in grado persino di sorprendere, per quanto risulti ispirata. Se il character design delle protagoniste paga fin troppo pegno ai pruriginosi crismi artistici dell’estremo oriente, con stilemi fin troppo legati a cliché di dubbio richiamo sensuale, allo stesso tempo è innegabile come la commistione tra organico e artificiale presente tanto negli avatar a nostra disposizione, quanto soprattutto nei numerosi personaggi che popolano l’avventura (come comprimari, come elementi scenici o come veri e proprio nemici, da affrontare sul campo di battaglia) sappia essere estremamente intrigante e ben realizzata. Ci troviamo davanti a un immaginario fantascientifico molto ispirato, in grado di plasmare un mondo tetro e oscuro, metallico e tecnologico, digitale e di silicio dotato però di un’anima. Il tutto fiaccato, va detto, da alcuni limiti tecnico però evidenti: da un lato l’aliasing è davvero evidente nelle fasi di giocato, così come risulta difficile scrollarsi di dosso la sensazione di una quasi totale assenza di un motore fisico, che gestisca le azioni, le latenze e il “peso” dei corpi che si muovono a schermo, soprattutto per quanto riguarda il personaggio controllato direttamente da noi, pad alla mano. Se il frame rate risulta piuttosto solido, per un’esperienza di gioco fluida e comunque piacevole, la risoluzione dell’immagine lascia un po’ l’amaro in bocca, poiché tende ad offuscare l’ottima direzione artistica soggiacente. Nonostante questi problemi piuttosto oggettivi, CRYMACHINA resto il migliore tra i giochi di FuRyu su Switch, anche dal punto di vista tecnico.

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La recensione

7 Il voto

Titolo semplicistico sul versante ludico, ispirato dal punto di vista stilistico e assolutamente intrigante per quel che riguarda le scelte di narrative design, Crymachina si propone come l'opera FuRyu più convincente di tutte per quanto concerne la libreria software di Nintendo Switch. Se volete interrogarvi sulla contrapposizione reale o apparente tra umanità e Intelligenza Artificiale, picchiando robot a destra e a manca, questo è il titolo che fa per voi!

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