Gli oltre 200 minigiochi ideati dal talentuoso team di sviluppo pescano in alcuni casi dal ricco passato del franchise, mentre in altri si tratta di interazioni del tutto nuove, ma sempre introdotte dal concetto di “posa”: per spiegare al meglio l’impugnatura dei JoyCon e la posizione di base richiesta al giocatore, il titolo propone una scoperta progressiva delle svariate possibilità di partenza, per poi lasciarvi scatenare nell’esecuzione delle mosse specifiche richieste dalla demenziale situazione ideata di volta in volta. I tanti microgiochi sono poi raggruppati per “personaggio”, visto che in questo titolo Wario è affiancato da sostanzialmente tutti i comprimari della serie, che lo accompagnano lungo l’avventura principale, presentando ciascuno le proprie “attività” specifiche. Una modalità storia ovviamente spensierata e senza pretese e, anzi, addirittura capace a tratti di strappare qualche sorriso sincero, per altro affrontabile anche in modalità multiplayer. Giocabilità che nella modalità party sale fino a 4 giocatori, scatenando il caos più totale, JoyCon alla mano e corpi in movimento al centro del vostro salotto. Sarà davvero difficile trattenere le risate per le demenziali prove di abilità istantanee richieste da WarioWare Move It!
Il comparto tecnico di un’opera di questa caratura è sostanzialmente sorvolabile, quantomeno a livello grafico, ma fa piacere notare la solita cura riposta dalla casa di sviluppo giapponese nei suoi prodotti. Da un lato, la realizzazione di effetti grafici (in particolare per quanto concerne superfici, elementi materici di varia natura, giochi di luce e rifrazione della stessa, elementi fisici nel movimento, ad esempio, dei fluidi…) sostanzialmente così precisi e tecnicamente avanzati da risultare quasi fuori posto, in un contesto globalmente ultra minimale e volontariamente caricaturistico come WarioWare, ma proprio nella giustapposizione di elementi apparentemente contrastanti risiede, in fondo, uno dei segreti di questa serie. L’effetto comico è garantito anche dal contrasto tra l’estrema semplificazione delle dinamiche di gioco e di molti elementi a schermo, con altrettante componenti invece propriamente all’avanguardia, tanto per l’occhio quanto per…le mani. Sì perché se c’era un elemento assolutamente da non sottovalutare vista l’impostazione strutturale di questo episodio in particolare era l’efficienza e l’efficacia dell’implementazione dei sensori di movimento: giroscopi ultra precisi anche in multiplayer, per una fruizione spensierata (dal punto di vista del divertimento, ma anche della distrazione a volte necessarie per ricalibrare le periferiche, in produzioni similari) e, pertanto, convincente. Anche in compagnia. Inutile, o forse no, evidenziare però come la natura stessa del progetto ne infici la giocabilità in modalità portatile o per i possessori della sola versione Lite della console, essendo il titolo davvero interamente incentrato sulla necessità di muoversi, per far funzionare il tutto (a meno che non siano dotati di controller separati da connettere alla console, per poter partecipare). Fuori di testa, in maniera esasperatamente sopra le righe, anche il comparto sonoro: tanto il doppiato quando gli assurdi accompagnamenti sonori, a completare un quadro bizzarro, incapace di prendersi sul serio e, pertanto, molto comico.
La recensione
Divertente come pochi, fuori di testa come forse nessun altro titolo su Switch, l'episodio di Wario qui esaminato supera secondo noi la prova-Switch: una raccolta di microgames così strampalata fa bene a spingere sull'assetto motion-control e sulla fruizione in multiplayer, quasi fosse un puro party-game piuttosto che qualcosa da essere fruito in solitaria con una faziosa e incoerente serietà di fondo in ottica perfezionista, per ui abbiamo finito per preferire questo capitolo rispetto al precedente.
