Dal punto di vista puramente ludico, Children of Silentown è un gioco d’avventura punta e clicca che racconta una storia misteriosa e accattivante. Controllando la bimba protagonista del racconto, dovremo esplorare la città e i suoi pericolosi dintorni, incontrando i suoi stravaganti abitanti, risolvendo enigmi e padroneggiando i minigiochi. La fase più preponderante nel determinare il ritmo di gioco e le nostre sessioni interattive è quella di esplorazione di Silentown alla ricerca di suggerimenti sparsi per gli ambienti di gioco, secondo le più classiche dinamiche di genere: avvicinandoci a diversi elementi potremo approfondirne i dettagli o, in alcuni casi, farli nostri, per poi cercare con quali altri elementi ambientali possano interagire, nel modo corretto per generare una reazione e passare alla successiva fase del canovaccio. Potremo combinare gli oggetti per ottenere risultati del tutto inaspettati, anche se alla fine soltanto uno sarà di volta in volta il percorso logico corretto per sbloccare la progressione, in una struttura di trial&error priva di punizioni per il giocatore e, pertanto, anche di mordente per il fruitore, nonostante questo ritmo pacato si adatti perfettamente alla tensione solo narrativa messa in scena dagli sviluppatori. L’altro aspetto ludico disponibile in questi momenti di gioco è poi quello di dialogo con i molti personaggi bizzarri (persino animali!) sparsi per le location, attraverso i quali approfondire la conoscenza dell’universo narrativo di riferimento, ricordandosi sempre di essere gentili con chiunque, visto che chiunque potrebbe essere il prossimo a sparire dal villaggio. A variare leggermente il ritmo dell’avventura, altrimenti davvero fin troppo compassato, ci pensano in particolare alcuni minigiochi e alcuni puzzle. I primi saranno sparsi tra i bambini del villaggio, mentre i secondo saranno quelli narrativamente più cruciali per il proseguo del vostro cammino: nessuno di essi si eleva al di sopra di una stiracchiata sufficienza in termini di pura interazione, ma riescono quantomeno a stuzzicare la vostra attenzione, aiutandovi a mantenere vivo l’interesse verso l’avventura principale di Lucy.
Dal punto di vista stilistico, più che tecnico, il titolo si presenta con uno stile artistico 2D unico e inquietante, adatto a una storia misteriosa e oscura come quella messa in scena dagli sceneggiatori. La cura riposta nei fondali, estremamente importanti per la comunicazione dell’atmosfera tipica di questa avventura, risulta davvero eccellente, a livello di scenografia ma anche di palette di colori, sempre molto azzeccata sotto il versante artistico. Ottimi anche i giochi di luce, anche se non si può propriamente parlare di un sistema di illuminazione, con illustrazioni dinamiche pronte ad adattarsi allo svolgersi degli eventi, così come le animazioni dei personaggi – poche ma finemente attenzionate e sapientemente concatenate seguendo il dipanarsi delle vicissitudini della protagonista. L’aspetto migliore però resta quello sonoro, con la musica pronta a giocare un ruolo cruciale sia nel ricreare l’idoneo senso di immersione all’interno dell’universo finzionale, che nel guidare determinati elementi di gioco: imparare a cantare aiuterà Lucy nei momenti di bisogno, infondendo al sound design anche una profonda valenza interattiva. Insomma, tutto nella piccola produzione qui esaminata è stato coerentemente gestito per trasmettere la giusta sensazione di immedesimazione del giocatore all’interno di un contesto fiabesco ma al contempo tenebroso.
La recensione
Non particolarmente profondo o incisivo sotto il versante puramente ludico e interattivo, questo progetto riesce comunque a fare breccia nell'attenzione e, chissà, forse addirittura nel cuore di molti fruitori, grazie a un'eccellente atmosfera, coadiuvata tanto dalla narrazione quanto dalla componente artistica, sia visiva che sonora