Potere del mondo indie: fino a qualche anno fa il nome Chucklefish non diceva niente a nessuno, mentre ad oggi è diventato sinonimo di grandissime produzioni, sotto il profilo ludico ma anche per quanto concerne la cassa mediatica del mercato di massa, per altro mettendo d’accordo un po’ tutti, visti anche gli ottimi riscontri dei giochi da loro pubblicati, presso la critica specializzata del settore. Il più influente è senza dubbio stato Stardew Valley, capace semplicemente di rilanciare un intero genere (quello dei simulatori di vita agreste) in maniera così preponderante da arrivare forse persino a saturare l’offerta odierna e contemporanea, a causa dei suoi numerosi epigoni. Ma a loro modo anche l’elegante artisticità di Inmost, il coinvolgente world building di Eastward o l’affascinante eccentricità di Witchbrook hanno saputo contraddistinguere il lavoro di questa etichetta in modo davvero significativo, elevando questo team di lavoro ad uno status superiore a quello della moltitudine di attori che si muovono sul proscenio del panorama mondiale dell’intrattenimento interattivo digitale, confermandosi una vera e propria “firma”, in grado di per sé, con l’avvallo del proprio marchio, di catturare l’attenzione di un’ampia fetta di potenziale pubblico di acquirenti.
Tra i vari brand sopracitati si va poi a inserire giocoforza anche Wargroove: il primo capitolo di questa serie è stato lanciato, anche in questo caso tra le acclamazioni degli esperti e il gaudio degli appassionati, nell’ormai lontano 2019, quando ancora si avvertiva forte il senso di vuoto lasciato da una serie molto apprezzata dai fan di Nintendo come Advance Wars (il cui capitolo per Switch “1+2: Reboot Camp” è stato svelato soltanto nel 2021). Forse anche per questo motivo, ma senza dubbio anche per svariati meriti intrinseci, il prodotto ha subito attirato l’attenzione e saziato la fame di strategici a turni con impostazione bidimensionale di parecchi giocatori sparsi per tutto il globo, tanto da ammantarsi di una certa aura di prestigio non indifferente. Forte dei propri valori, fatti tanto di una sceneggiatura semplice ma efficacie proprio nella sua ironica leggerezza, quanto di una raffinata cura dei principali elementi ludici, cardine di questo settore di genere strategico (diversificazione delle unità, bilanciamento dei valori di combattimento, necessità di soppesare le proprie mosse turno dopo turno senza scadere in una difficoltà frustrante, progressione lineare ma costante delle possibilità di gioco e interazione…) è riuscito a scalare anche le votazioni di Metacritic, assestandosi ancora oggi a diversi anni dall’uscita attorno a un ottimo 84/100 di giudizio complessivo. Stile visivo, pulizia comunicativa, efficacia di interazione, strategia e narrazione semplicemente amalgamate: ed ecco che nasce un piccolo gioiello, amato da molti, se non da tutti. Pertanto, nel momento in cui durante uno dei tanti splendidi Direct di quest’anno viene annunciato il seguito, gaudio e tripudio tra gli appassionati. A livello narrativo, il vostro compito sarà quello di affrontare faccia a faccia la nuovissima fazione giocabile conosciuta come Repubblica Faahri. Atterrati in Aurania per una spedizione accademica, questi curiosi topi potrebbero non avere esperienza militare, ma compensano ampiamente con la loro misteriosa tecnologia dei cristalli e un’intelligenza senza pari. L’agitazione regna sovrana, infatti, nella regione, da quando questa nuova fazione ambiziosa ha portato alla luce reliquie proibite capaci di conseguenze catastrofiche. Dovrete scendere sul campo di battaglia, in mare e in cielo con un cast di nuovi comandanti, usando il vostro ingegno per condurre guerre rigorosamente a turni.