I fan dei Pokemon sono probabilmente ben a conoscenza del significato del termine “Nuzlocke”, per tutti gli altri, me compreso, potrebbe invece essere una quasi assoluta novità. Con questo termine, mutuato dall’omonima serie a fumetti, si intende una partita di un gioco della serie principale in cui il giocatore inserisce un insieme di regole volte a creare un livello superiore di difficoltà. Si tratta solitamente di regole auto-imposte volte ad aumentare il livello di difficoltà del gioco originale e/o a stimolare l’utilizzo di personaggio altrimenti poco gettonati. Abomi Nation, il gioco che ci apprestiamo a provare, è ispirato a questo bizzarro mondo, proponendosi di ravvivare il genere roguelite con una gran quantità di simpatici mostriciattoli da mandare in battaglia. Chiaramente anche qui siamo degli addomesticatori di mostri, sebbene il gioco sviluppato da Orange Pylon Games e distribuito da Dangen, provi a distinguersi tramite alcuni punti salienti dal classico clone Pokemon. Ogni partita è incentrata sulla protezione a tutti i costi dello spirito della luce, Loti, e sul preservarlo sconfiggendo lo spirito oscuro, Furcifuge. All’inizio di ogni partita avremo la possibilità di scegliere l’Abomi di partenza tra un pacchetto di tre, ognuno con le proprie caratteristiche, il senso di deja vu pokemonesco è forte. Nel mondo in continua evoluzione di Abomi Nation, non esistono due isole o due team uguali, ad ogni run infatti tutti gli elementi verranno processati e rimescolati al fine di creare una partita sempre nuova. L’isola stessa di Abomi Nation sembra essere un’entità vivente, che si trasforma ad ogni nuova avvio del gioco. Questa sorta di motore procedurale consente quindi di elevare il valore di rigiocabilità, consentendoci di vivere scenari e avventure ogni volta diversa. Ad ogni run potremo sbloccare nuovi Abomi, esplorare nuove aree e accedere a una gran varietà di oggetti e accessori.
Il cuore di Abomi Nation risiede nel suo sistema di combattimento a turni, in cui padroneggiare gli elementi, i punti di forza e di debolezza dei nemici è la chiave del successo. Con oltre 175 Abomi mostruosamente carini tra cui scegliere, avremo solo l’imbarazzo della scelta nel creare il team che meglio ci rappresenta, considerando che ogni Abomi offre abilità e caratteristiche uniche. Teniamo in considerazione però che è meglio non affezionarsi troppo alle nostre bestioline, dato che in Abomi Nation una morte è per sempre. Uno degli elementi che distingue infatti questo gioco dai vari Pokemon sta infatti proprio in questo elemento definitivo, una volta perso un personaggio non sarà possibile recuperarlo. Le battaglie cercano di distinguersi dal pattern alla Pokemon. Il nostro gruppo può annoverare fino a sei Abomi, tuttavia solo tre di questi saranno in campo con noi, e di questi solo uno alla volta possono essere protagonisti della battaglia. Quindi la nostra strategia dovrà tenere conto sia delle peculiarità di ogni mostriciattolo, ma anche del fatto che perderemo un turno per fare un semplice switch. A tanta varietà di personaggi non poteva che corrispondere altrettanta varietà nelle tipologie di attacco, da quelli incentrati sulla potenza frontale, agli attacchi su tutta la linea, agli interventi curativi, evocativi e così via. Gli attacchi possono attingere dalla barra della forza fisica e da quella del mana, a seconda che siano attacchi fisici oppure incentrati sugli elementi (fuoco, acqua, terra ecc). Il menu di combattimento poteva essere ottimizzato per renderlo un pochino più snello, mentre per arrivare all’opzione desiderata sembrano esserci un po’ troppi tasti in mezzo, a rallentare un po’ l’esperienza di gioco ed il ritmo del combattimento. L’esplorazione della mappa di gioco è tendenzialmente libera e priva di combattimenti random (evviva), incontreremo spesso nel nostro percorso NPC che ci daranno delle dritte o in grado di venderci/scambiare oggetti consumabili e spendibili in battaglia.
Un aspetto piacevole del gioco è che gli Abomi tutto sommato sembrano davvero vivere di vita propria, con personalità diverse l’uno dall’altro, in grado tra l’altro di influenzare il modo in cui ognuno di essi reagisce alla stessa situazione. Molte attività sono utili ad aumentare le statistiche della propria squadra, ad esempio accamparsi e mangiare insieme, svolgere dei minigiochi e partecipando a tutti i tipi di eventi offerti dagli amichevoli cittadini dell’isola. Tutto bene quindi? No, purtroppo no. Un primo grosso problema di questa versione Switch sta in un generale andamento tutt’altro che fluido, aspetto che risulta davvero evidente nei cambi di scenario tra una schermata di gioco e l’altra, nelle quali sembra proprio di muoversi a scatti per alcuni secondi. Sembrerebbe un tempo di caricamento eccessivo capace di influenzare negativamente queste sequenze. Tuttavia, gli scenari piuttosto poveri offerti da questo gioco, ed una generale resa grafica tutt’altro che eccellente non sembrano giustificare questo difetto. Ed arriviamo al secondo problema. È vero che gli Abomi sono carini da vedersi, però vivono in un ambiente piuttosto piatto, poco vario, poco vivo. Sebbene gli schemi di gioco siano piuttosto piccoli, riescono a risultare un po’ scialbi e privi di personalità. In definitiva Abomi Nation si comporta esattamente come ci si aspetterebbe e mantiene le premesse iniziali. Una variante carina sul tema Pokemon, dedicata ad un pubblico di fan ben specifico, che sa esattamente cosa troverà avviata la console. Il pubblico non rientrante in questa categoria potrebbe invece avere qualche difficoltà in più per digerire l’isola degli Abomi.
La recensione
Abomi Nation è un gioco che parte da premesse molto chiare e che le sviluppa in modo altrettanto lineare. Pensato e sviluppato per un pubblico amante dei Pokemon riesce comunque a distinguersi per alcuni aspetti tra l'altro ben riusciti, in primis la generazione procedurale degli ambienti e degli Abomi ad ogni run. Purtroppo qualche lacuna tecnica di troppo, tra cui dei rallentamenti davvero fastidiosi, impediscono ad Abomi Nation di fare quel passo in più che avrebbe meritato.