Il passaggio concettuale, ancor prima che tecnologico, dalla precedente generazione di console Nintendo e l’attuale a base di Switch è stato epocale: se da un lato per decenni siamo stati abituati ad avere una separazione netta, in termini prestazionali e contenutistici, tra la proposta portatile della casa di Kyoto e quella per home console, ora quel concetto appare davvero superato, come un confine immaginario che qualcuno ha avuto (finalmente?) la forze e l’intuizione di scavalcare, ampliando la visione collettiva del prodotto videoludico da poter fruire in maniera molto più ampia, fluida e completa. Tutto questo ha avuto diverse conseguenze, per lo più semplicemente positive per il panorama tutto nel suo complesso, ma anche una piega meno gentile verso quel tipo di compagnie e produzioni che, complici i confini più ridotti del respiro tecnico degli hardware portatili rispetto alle console di ultima generazione per intrattenimento casalingo, avevano trovato modo di ritagliarsi una propria fetta di mercato, meno esigente sul lato grafico e maggiormente interessata a specifiche dinamiche ludiche. Come nel caso di Marvelous e di molti dei suoi brand “da portatile”, che hanno forse faticato più del previsto nel crearsi un seguito anche su Switch, visti i presupposti più ambiziosi richiesti dal pubblico, abituato a potersi godere anche in modalità on the go produzioni effettivamente pensate per home console. Ma la tenacia e l’insistenza della casa di sviluppo e produzione ha cercato, col tempo, di travalicare questi pregiudizi, proponendo tanto remaster quanto nuove produzioni che sapessero ribadire il valore comunque presente a livello di intrattenimento ludico anche in titoli meno all’avanguardia in termini di budget ma non per questo di divertimento, qualità o avventure offerte al fruitore. Ed è in questo solco che va a inserirsi anche una nuova proprietà intellettuale oggi disponibile, che va sotto il misterioso nome di Silent Hope.
L’incipit narrativo di questa nuova avventura è piuttosto originale e carico di elementi interessanti: in un mondo senza parole, che speranza c’è per l’umanità? Silent Hope è ambientato in una terra un tempo pacifica, ma privata della facoltà della favella. Messa a tacere dall’ex re che rubò la parola alla gente prima di fuggire nella baratro infinito conosciuto come L’Abisso, che si apre al centro di queste terre di fiaba. In seguito a questi eventi, la principessa pianse le azioni di suo padre, sentendosi abbandonata e tradita, e pianse così a lungo e in maniera così intensa che finì per essere sepolta dalle sue stesse lacrime cristallizzate. Ora, anni dopo che questi eventi sono svaniti dalla memoria, sette eroi si ritrovano attratti dalla Principessa e, nello stesso momento in cui sette luci emergono dal precipizio, si appropinquano verso la donna di stirpe reale. Per liberarla dalla sua luminosa prigione, dovranno sfidare le profondità dell’Abisso per trovare il Re perduto da tempo e riunire i membri della famiglia separata ormai da tempo immemore, scoprendo le motivazioni alle spalle dell’estremo gesto del reggente. Riusciranno a farsi strada nell’oscurità, a recuperare i frammenti di lacrime e memorie della Principessa e a sfruttarne il potere crescente per potenziarsi e raggiungere il loro apparentemente impossibile obiettivo?
Dal punto di vista del ciclo di gioco, Silent Hope si rifà ai giorni di gloria dei dungeon crawler isometrici, mischiandoli con alcuni aspetti che denotano un approccio più moderno. I giocatori assumeranno il ruolo di sette improbabili eroi, ognuno con le proprie armi, stili di combattimento e abilità non direttamente legate solo al combattimento. Dopo essersi tuffati nell’Abisso per combattere i nemici e raccogliere materiali, gli eroi devono o possono tornare al campo base per creare oggetti, cucinare elementi di potenziamento temporaneo o definitivo oppure riposarsi per la loro prossima avventura, recuperando energia vitale e magica. Ogni viaggio nell’Abisso sarà un’esperienza nuova, con layout casuali che garantiranno a ogni escursione la caratteristica di novità garantita dall’elemento randomico, con pericoli ancora maggiori in agguato man mano che gli eroi oseranno avventurarsi nelle profondità di questo misterioso precipizio. La struttura procedurale di ogni run, mutuata dal genere roguelite, si fonde però con la continuità (e la conseguente crescita di equipaggiamento e caratteristiche di combattimento dei personaggi) di un’avventura ininterrotta, più vicina ai crismi di un gioco di ruolo, offrendo un mix discretamente bilanciato e forse particolarmente adatto tanto al pubblico contemporaneo quanto alla fruizione anche portatile garantita dalla natura ibrida dell’hardware di Nintendo.