Sotto il versante della giocabilità, analogamente troviamo molti elementi classici forse fin troppo prevedibili, uniti però a variazioni sul tema capaci di rendere il sistema più interessante di quanto si potrebbe inizialmente pensare. Da un lato, sarà possibile effettuare colpi a tempo, premendo il tasto nel momento corretto per aumentare i danni inferti, piuttosto che per parare gli attacchi avversari, riducendo i punti ferita inferti ai nostri personaggi dal nemico; dall’altro sarà possibile effettuare attacchi particolari, legati alle specifiche peculiarità di ogni membro del party, eseguendo correttamente determinate mosse tramite la pressione dei tasti, sempre per migliorarne l’efficacia; il tutto tenendo sempre presente le tipologie di attacchi, fisici o magici, e di elementi, legati ad esempio al Sole piuttosto che alla Luna, rispetto alle debolezze di ciascun avversario, cercando anche di spezzare i suoi incantesimi (tendenzialmente i colpi capaci di offendere con maggior efficacia) entro il numero di turni necessario al nemico per caricare le sue mosse speciali, osservandone tempistica e natura con attenzione. Il tutto finisce per risultare piuttosto intrigante e coinvolgente, pur non avendo la stessa efficacia strategica e lo stesso ritmo di sistemi più raffinati, come il bravely-default ormai tanto famoso, restando fresco e dinamico anche grazie all’assenza di qualsivoglia transizione verso campi di battaglia separati dalle aree esplorabili. Esplorazione che, per altro, si conferma un altro punto a favore della riuscita del progetto, grazie alla buona dose di libertà e varietà di movimento tra le aree del mondo di gioco: sarà infatti possibile nuotare, arrampicarsi, volteggiare, saltare dai precipizi, issarsi sulle sporgenze, attraversando senza soluzione di continuità la geografia di questo continente in maniera fluida, quasi mutuata più dal genere platform che da quello ruolistico, risolvendo a tratti piccoli enigmi ambientali. In questo, il gioco ricorda molto da vicino i crismi esplorativi di Golden Sun, pur (anche in questo caso) senza raggiungere le vette qualitative nell’ambito specifico.
Il versante grafico è davvero di alto livello, tanto per l’ispirazione artistica quanto per la sua realizzazione tecnica. Anche qui, non si può dire che Sea of Stars abbia lo slancio creativo di un HD-2D o di un 2Dx3D, ma la pixel art scelta come stilema cardine è davvero realizzata con grande maestria; lo si deduce dalle magnifiche illustrazioni a sostegno dell’estetica del gioco, ma anche dalla cura dei particolari che arricchiscono tutti gli scenari, dalla mappa del mondo alle singole schermate di gioco. Particolareggiate anche le numerose animazioni che accompagnano i diversi personaggi presenti nell’avventura, capaci così di risultare ancor più vivi e, conseguentemente, credibili. Inoltre, anche il sistema di illuminazione è estremamente moderno e al passo coi tempi, fornendo una gestione delle fonti luminosa completa e dinamica: questo è un po’ un fiore all’occhiello dello studio Sabotage, che con la soluzione tecnica di rendering personalizzata che ha ideato riesce a creare mondi davvero mozzafiato, spingendosi ben al di là dei consueti limiti dei classici giochi in pixel art. Anche i tempi di caricamento, la fluidità e la colonna sonora si difendono egregiamente, per un prodotto tanto adatto alla modalità portatile, quanto alle più lunghe e “cinematografiche” sessioni di gioco sul divano, davanti a un grande e definito schermo TV.
La recensione
Il gioco di Sabotage riesce a pieni voti nel suo intento: nessuna rivoluzione di genere, anzi una lettera d'amore per le produzioni più classiche del passato, non brilla forse per originalità né tocca le vette più alte della narrazione (come in Octopath), del sistema di combattimento (come in Bravely-Default) o nella componente esplorativa (come in Golden Sun), ma lega tutte le sue parti in maniera egregia per un'esperienza da non perdere. E non soltanto per i nostalgici degli RPG di una volta!