NOOB The Factionless: la recensione

Siete pronti a diventare eroi?!

Il panorama indipendente è ormai una realtà ben più che affermata, in grado di sostituire a pieno titolo tutto quel sottobosco di produzioni così dette “AA” che a cavallo tra gli anni ’90 e la prima parte del nuovo millennio popolavano le librerie delle nostre amate console da casa, fornendo a noi appassionati il pane quotidiano per i nostri denti di famelici fruitori, tra una uscita importante e l’altra. Se, all’epoca, tali giochi meno ambiziosi, ma spesso altrettanto divertenti e persino capaci di entrare nei cuori dei loro fortunati fruitori con maggior efficacia di produzioni più blasonate, erano frutto del lavoro degli stessi publisher che spendevano i budget maggiori per promuovere solo una parte delle loro fatiche, oggigiorno troviamo invece che quel nugolo di titoli secondari vede la luce presso team sconosciuti, numericamente esigui e tendenzialmente privi di grandi finanziamenti. Il tutto grazie alla loro passione, nonché alla capillare distribuzione tanto dei tool middleware di programmazione quanto dei mezzi digitale di distribuzione, capaci di enfatizzare il concetto di autopubblicazione fino a nuove e inaspettate vette. Ovviamente ostacoli e limiti permangono, andando a influire soprattutto sulla tipologia e lo stile di prodotti realizzabili all’interno di queste costrizioni: ed ecco così un aumento esponenziale della pixel art, dell’approccio bidimensionale, dei metroidvania e via discorrendo. Salvo che in alcuni casi qualcuno provi uno slancio di maggior respiro, facendo però molto spesso il passo più lungo della gamba: è forse questo il caso di NOOB: the Factionless, qui analizzato.

The Factionless è un titolo in qualche modo meta-linguistico, mettendovi nei panni di alcuni giovani ragazzi che, nel mondo di oggi, vorrebbero sfondare nell’ambito dell’e-sport, distinguendosi in particolare come lottatori capaci in ambito MMORPG, senza però riuscire a fare strada lungo questo tipo di carriera. Spinti dal passato glorioso di altre figure che, nel corso degli anni, sono però riuscite a distinguersi proprio in questo settore nonostante fossero inizialmente così inadeguati da essere etichettati come “noob”, ecco che si fiondano nel più vicino negozio per acquistare due copie dell’ultimo titolo in voga al momento, per poi lanciarsi all’avventura. Avviato il software, ecco che NOOB si distingue come un gioco di ruolo che segue le avventure di quattro giocatori della gilda delle matricole: Baster il Neogician, Drek il Berserker, May il  Cartomante e Logs l’Elementalista. La loro missione è raggiungere il livello supremo e diventare l’élite di Horizon – the Legendary Class. Insieme, dovranno affrontare centinaia di mostri e vagare per mondi fantastici per dare alla loro gilda il posto che merita nel mondo di Horizon, tra le mitiche gilde Noob, Justice, Roxxor e Pro Game Master. Ma la sfida che dovranno affrontare non si limiterà a Horizon: i loro avatar compiranno missioni “reali” nella vita reale: il titolo continuerà infatti a farvi “rimbalzare” da un livello di narrazione all’altro, passando dalla vita “reale” del primo livello dei vostri avatar, a quello “secondario” e più profondo in cui loro stessi indosseranno le armature di altri simulacri virtuali.

Il titolo, nelle fasi che si svolgono dentro a Horizon, appare come una vera e propria esperienza RPG con oltre 50 ore di gioco, più di 750 avatar con cui interagire e oltre 300 mappe da esplorare. Sarà possibile prendere il controllo, come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, dei 4 giocatori incalliti e dei loro avatar, in un titolo che, affrontato al livello di difficoltà più elevato, saprà rivelarsi sfidante e ben strutturato, omaggiando i grandi classici del genere (in particolare i titoli più recenti del team Asano, non fosse altro che per l’impostazione stilistica). L’universo finzionale proposto, per altro, è piuttosto grande e variegato, offrendovi la possibilità di combattere battaglie intense e completare le numerose missioni necessarie per far salire di livello la vostra squadra, assieme all’equipaggiamento recuperabile durante le sfide: sarà infatti possibile personalizzare i vostri avatar con i migliori equipaggiamenti che si potranno trovare sparsi nei dungeon, nelle grotte, nei forzieri e nei negozi delle città, potenziando le statistiche di combattimento anche al di là del classico accumulo di esperienza durante i combattimenti. Insomma, saranno diversi gli elementi che vi spingeranno ad esplorare il mondo di Olydri cercando di lasciare il segno tra le fazioni più potenti del MMORPG “Horizon”, dove i più grandi giocatori del mondo si incontrano e combattono. Il mondo inteso, ovviamente, come primo livello di narrazione virtuale, visto che come accennato non mancheranno le fasi in cui dovrete interpretare i “veri” giocatori nel “mondo reale”, scoprendo chi si nasconde dietro gli avatar di amici… o nemici, all’interno di Horizon stesso. Una narrazione, quindi, che in qualche modo richiama Ready Player 1, ma senza il medesimo ritmo, né la medesima capacità di coinvolgimento: un po’ per la piattezza dei personaggi messi a schermo, un po’ per la prevedibilità del canovaccio, un po’ anche per la sceneggiatura e i dialoghi che, non sappiamo se per colpa della traduzione o già in lingua originale, peccano davvero di un senso di “boomerismo, come direbbero…i protagonisti stessi del gioco. Un’estrema voglia di apparire cool utilizzando lo slang delle chat online, per un risultato tra l’imbarazzante e il fastidioso.

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