Ormai ci capita su base mensile di trovarci davanti a produzioni indipendenti che ci portano a fare considerazioni complessive e globali sul mercato per quanto riguarda l’enorme esplosione del genere “metroidvania” avvenuta nel corso degli ultimi anni, persino in mancanza (o forse proprio sfruttando l’assenza) dei due famosi brand che hanno dato vita a questo nomignolo: avventura ed esplorazione in mondi ampi e affascinanti, ma ostici nell’aprirsi all’attenzione del giocatore, previa ampliamento progressivo delle abilità dell’avatar, spesso esaltati da una grande varietà di direzioni artistiche e stili, andando a riempire con immaginazione e fantasia un vuoto che, evidentemente, era da colmare vista l’enorme cassa di risonanza ottenuta presso un pubblico sostanzialmente di massa, non limitato soltanto alla ristretta cerchia di appassionati. Da Dead Cells a Hollow Knight, tanto per citarne due esempi, ci troviamo ormai in un panorama dove determinate caratteristiche tanto grafiche quanto soprattutto strutturali non appartengono più a una nicchia, ma fungono da richiamo per ampie fette di potenziali target, pronti ad assaporare fino in fondo le specifiche di ciascuna offerta, comparandola con i nuovi pilastri di genere, tanto da generare quasi un effetto boomerang: riuscirà, in questo contesto ricco di opportunità ma irto di sfide, riuscirà The Knight Witch a ritagliarsi uno posto al sole? Scopriamolo assieme..!
In questa avventura di Fireshine Games pubblicata anche in edizione fisica dal Team17, viaggerete attraverso Dungeonidas per salvare la vostra casa dall’invasione dei War Golem in un gioco d’avventura in stile “metroidvania” con una impostazione ludica mista che unisce combattimenti sparatutto dal ritmo incalzante e fasi platform esplorative, ambientando le gesta del protagonista in un mondo splendidamente disegnato a mano. Sarà possibile lanciare incantesimi devastanti basati sulle carte a vostra disposizione, stringendo legami e compiendo scelte morali per salvare il vostro mondo e scoprire chi c’è dietro l’invasione dei War Golem. Nei panni di Rayne, i giocatori esploreranno la metropoli, un tempo pacifica, combattendo i nemici che hanno invaso le strade labirintiche della città e brandendo devastanti poteri da Cavaliere Stregone, in grado di influenzare notevolmente l’andamento del ritmo di gioco. Il setting non è tra i più originali mai visti, ma alcuni particolari nell’approccio alla narrazione (come le conferenze stampa in cui potremo scegliere se essere realisti sull’andamento della guerra, o mentire ai cittadini fosse anche solo per rassicurarli) offrono quel pizzico di novità che non guasta mai: nell’insieme, però, ammettiamo che il canovaccio sarà più un pretesto che un pilastro, nell’esperire la fruizione di questo titolo, maggiormente basato sull’estetica e sulla giocabilità, che non sugli elementi narrativi.
Sotto il profilo della giocabilità, come già spiegato siamo davanti a un titolo prevalentemente a scorrimento laterale, dove l’esplorazione ambientale è fortemente legata alla crescita progressiva delle capacità del nostro personaggio, ma con un paio di twist interessanti che delineano la capacità del team di sviluppo di trarre ispirazione dai capisaldi del genere, reinventandone alcuni aspetti e, pertanto, riuscendo almeno in parte a differenziarsi nell’affollato panorama della scena internazionale. Da un lato, la nostra amata protagonista avrà a sua disposizione diversi incantesimi, tramite i quali interagire con l’ambiente e combattere contro i nemici, ma questo insieme di sortilegi sarà gestito attraverso un mazzo di carte, ampiamente personalizzabile: questo implica che, nel lanciarsi all’avventura, sarà possibile da parte del fruitore costruire il proprio deck in maniera del tutto individuale, cambiando completamente anche il ritmo e il modo di affrontare livelli ed avversari, incidendo in maniera significativa anche nelle dinamiche esplorative del mondo. L’altro aspetto originale e fresco, poi, è il sistema di attacco dell’avatar che, contrariamente alla stragrande maggioranza di produzioni similari ed equiparabili a The Knight Witch, si articola lungo dinamiche sostanzialmente shooth ’em up o, meglio ancora, “bullet hell“: grande frenesia nello sferrare i vostri colpi e necessità di mantenere alto il livello di attenzione dei riflessi per evitare gli attacchi e infierire affondando le vostre mosse offensive. Il quadro del livello, infatti, potrà spesso apparire saturo di elementi ostili, pronti a inseguirvi o colpirvi, come nei più classici dei titoli arcade a scorrimento verticale tipici della sale giochi, ma orientati in maniera più organica e legati alla direzione della vostra esplorazione ambientale, aumentando il pericolo ma garantendovi anche maggior vie di fuga, sempre pronti però a rispondere al fuoco nemico per eliminare le fonti degli attacchi altrui. Nell’insieme l’esperimento funziona, offrendo un ritmo di gioco sì elevato, ma non frustrante, a patto di entrare nell’ottica di un passo meno compassato e senza dubbio più ostico nelle fasi iniziali, per poi restituire soddisfazione all’utente, una volta padroneggiato il sistema di controllo.
Titoli come questo non presentano grandi sfide dal punto di vista puramente tecnico, ma è sempre bene registrare con plauso ed ottimismo quando l’ottima direzione artistica, frutto della visione dei game designer, è supportata dalla necessaria cura per quanto concerne il profilo di programmazione. In questo caso ci troviamo davanti a un’opera stilisticamente interessante, ambientata in uno splendido mondo disegnato a mano, dove le tinte pastello e i tratti marcati si affiancano in un vero e proprio dipinto animato, estremamente appagante come colpo d’occhio d’insieme. Anche i punti di luce e le animazioni contribuiscono, con la loro raffinata cura, a fornire uno scenario ammaliante, senza dubbio sopra la media e sospinto nonché sorretto dal lato artistico. La fluidità è quasi sempre garantita, anche se occasionalmente potrebbe capitarvi di incappare in qualche rallentamento, così come un minimo di ottimizzazione in più sul versante dei tempi di caricamento renderebbe più fruibile l’opera in modalità portatile o comunque per sessioni di gioco meno longeve e più adatte all’approccio mordi&fuggi di tanti prodotti indie. Nel complesso, comunque, non si registrano pecche tali da rovinare l’esperienza che, come accennato, saprà conquistarvi soprattutto grazie a una direzione stilistica davvero encomiabile, a tratti ispirata dalle più recenti opere fumettistiche d’oltralpe.
La recensione
xxx