Monster Menu: the Scavenger’s Cookbook: la recensione

Allacciate lo zaino e allargate la cintura, per partire all'avventura...culinaria ideata da Nippon Ichi Software!

Se la fase di esplorazione e combattimento è simpatica ma al massimo definibile come funzionale, non presentando particolari picchi di innovazione è divertimento, diverso è il discorso legato all’accampamento o al bivacco, dove sarà possibile attingere alla propria riserva di ingredienti appena ottenuti durante l’avventurosa run, per iniziare a esprimere la propria creatività e la propria abilità ai fornelli. Rilassandovi accanto al fuoco, potrete e anzi dovrete infatti usare tutto ciò che avrete raccolto per cucinare pasti che potranno poi fornire un vantaggio per il prossimo percorso di esplorazione dei sotterranei: sarà quindi importante recuperare grandi quantità e discrete varietà di oggetti durante i percorsi, per avere poi modo di sperimentare con differenti ricette, ciascuna in grado di fornire un bonus piuttosto che un altro, diversificati tanto in termini di efficacia quanto di efficienza. Sperimentare sarà un punto fondamentale, cercando combinazioni diverse e uniche per ampliare le proprie abilità durante gli scontri, aumentando attacco, difesa, resistenza e via discorrendo, con effetti temporanei piuttosto che definitivi anche a seconda delle nostre capacità di chef. Attenzione, però: non tutto quello che preparerete ai fornelli sarà delizioso e, anzi…i malus sono dietro l’angolo, per cui fate attenzione!

Il versante tecnico è quello che potremmo ormai definire tipico, per una buona produzione Nippon Ichi Software: approccio minimalista tanto ai modelli poligonali, sempre caratterizzati da un design deformed o super deformed, a tratti persino chibi ma comunque sempre ricco di dettaglio e cura della direzione artistica, leggermente riammodernati grazie ad outline cariche che evidenziano l’approccio toon shading per cui gli sviluppatori hanno optato; texture ambientali semplici e poco ricercate, ma sapientemente affiancate grazie a uno corretto studio della palette di colore, per accostamenti netti e chiari, ma non completamente estranei alla rappresentazione realistica degli ambienti; una interfaccia utente semplice ma efficace, in grado di evitare l’eccesso di informazioni che a volte affligge alcune produzioni indipendenti o dallo scarso budget. Il tutto coordinato e sorretto da tempi di caricamento tali da non compromettere la fruizione in modalità portatile, per sessioni di gioco più fugaci rispetto a quelle tipicamente più lunghe organizzate davanti allo schermo della televisione in salotto, nonché da un frame rate non elevatissimo ma comunque stabile. Nell’insieme, rispetto al tenore e all’ambizione del progetto, il risultato è buono e in grado di sorreggere l’interesse del giocatore lungo l’arco narrativo generale.

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La recensione

6.5 Il voto

Un esperimento positivo, ma ancora da raffinare, come una nuova ricetta appena scoperta ma da migliorare col tempo. Diversi gli elementi, ben amalgamati tra loro ma forse non in dosi corrette, per un titolo che, nel tempo, potrebbe diventare realmente prelibato.

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