Un aspetto però davvero intrigante di questa produzione è legato all’inserimento, in una struttura prettamente sportiva e arcade, anche di elementi in qualche modo legati alla natura adventure di tante delle precedenti fatiche videoludiche in salsa LEGO, per quanto realizzate da altri team di programmazione e publisher di distribuzione. Non possiamo definire questi aspetti come un vero e proprio Story mode, ma non vanno nemmeno sottovalutati tutti quei frangenti in cui le interazioni tra il vostro personaggio e i vari NPC sparsi per il mondo di gioco (con cui interfacciarsi per attivare le gare, le corse, le missioni e chi più ne ha più ne metta) sapranno strapparsi un sorriso. LEGO 2K Drive, infatti, ha un senso dell’umorismo piuttosto spiccato, perfettamente in linea con la licenza del gigante danese del mondo dei giocattoli e con il target di riferimento primario di questo progetto. Sì perché chiariamoci: il gioco non è adatto a chi ricerca una esperienza di guida severa e raffinata, quanto adatto invece a coloro che adorano costruire con i famosi mattoncini del nord Europa, intervallando i momenti creativi con pazze scorribande sul nastro asfaltato dei circuiti fantasiosi sparsi per la mappa, senza disdegnare per altro occasionali minigiochi pensati per alleggerire ulteriormente l’atmosfera e donare alla giocabilità quel pizzico di varietà in più. Tanti quindi i contenuti, tutti per lo più capaci di seguire l’allegra filosofia del coloratissimo unierso LEGO, con un senso del divertimento forse azzoppato dalle numerose microtransazioni che intervengono con eccessiva frequenza, in lungo e in largo per le varie modalità di gioco proposte.
Il versante tecnico del gioco è un po’ controverso su Switch: da un lato possiamo dire con tranquillità che il titolo si difende bene come colpo d’occhio, tanto in termini di mole poligonale che per quello che concerne risoluzione e qualità complessiva dell’immagine, tra texture ed effetti di luce e rifrazione (particolarmente sotto gli occhi del fruitore nelle fasi di guida in esterna, dove l’aria aperta favorisce il balenare del sole sulle carrozzerie di alcune parti dei nostri mezzi di trasporto e locomozione). Discreto il frame rate, anche se non capace di raggiungere i 60fps ma, più prosaicamente, umile nell’assestarsi attorno ai 30, con buona stabilità e, conseguentemente, un apprezzabile senso di fluidità (a discapito forse della pura sensazione di velocità che un titolo di corse dovrebbe comunque saper offrire). Il gioco regge quindi il test della pura giocabilità, anche in modalità multiplayer, che per titoli di questo genere risulta ovviamente centrale: in split screen, con prestazioni quantomeno decenti è possibile godersi l’azione di guida in
prima persona con lo schermo condiviso per due giocatori. Su Nintendo Switch, inoltre, due giocatori possono anche collegarsi per giocare in locale utilizzando due console sulla stessa connessione wireless, ma la mancanza di vere e proprie opzioni online e soprattutto cross-play (presenti invece sulle versioni per altre piattaforme) azzoppa l’esperienza e la longevità di un titolo che avrebbe ovviamente giovato, al contrario, di un trattamento migliore per quella che, a nostro modesto parere, potrebbe rivelarsi la console di riferimento dal punto di vista commerciale, in termini di mercato di massa.
La recensione
La mancanza di supporto online e cross-play azzoppa la longevità e la varietà delle esperienze di gioco qui proposte, per il resto invece piuttosto valide e divertenti. Non fosse per le eccessive microtransazioni inserite in una struttura altrimenti capace di intrattenere soprattutto i più giovani con il suo carico di umorismo e la sua spinta immaginativa.