Al di là delle modalità e della presenza più o meno invasiva di un arco narrativo, la vera centralità del progetto in questione comunque risiede più propriamente nella sua bizzarra, ma accattivante giocabilità. Una volta selezionate le regole e i partecipanti, i vari protagonisti si faranno strada attraverso varie stanze e ambientazioni, prevalentemente composte da veri e propri dungeon fino a raggiungere il loro obiettivo o abbandonare l’avventura per rabbia e risentimento nei confronti del destino o, più probabilmente, di un altro dei concorrenti. Tornando magari a giocare, nei panni però di un avversario demone, scagliando tutta la propria ira proprio contro i precedenti pseudo-alleati. Il flusso generale del gioco prevede che i giocatori girino una roulette per vedere di quanti spazi possono muoversi: indipendentemente dal risultato, a questo punto scatterà la messa in scena di una specifica situazione, tra le quali le più frequenti sono senza dubbio gli incontri a tema bellico, ma potrà anche capitare di finire sul riquadro di negozi, attrezzature o altri eventi ancora. I vari percorsi del tabellone offrono molte possibilità al giocatore, sia in termini di progressione ambientale che di scelta delle azioni da intraprendere, ma l’idea al centro di tutto è semplicemente quella di diventare più forte, guadagnare soldi e arrivare al capitolo successivo in posizione di vantaggio rispetto agli altri partecipanti. Il tutto può avvenire anche tramite concorsi di “moda” a tema, piuttosto che attraverso sfide basate sulla fortuna, e non sempre o necessariamente scontrandosi sul campo di battaglia, ma sempre e comunque a vantaggio di un giocatore e a discapito degli altri, ovviamente. Discussioni che in realtà prendono poi corpo soprattutto nella fase immediatamente successiva al completamento di uno dei “mondi”, quando i vari fruitori dovranno correre per accaparrarsi le proprietà attorno al tabellone di gioco, elemento che, un po’ come in Monopoli, consentirà di riscuotere le tasse e, pertanto, rimpinguare le casse del proprio feudo: ma è a questo punto che, sfruttando statistiche o oggetti, sarà possibile defraudare i vari eroi dei propri terreni e, a quel punto rovinare per sempre amicizie pluriennali, se non addirittura legami di sangue tra i vari partecipanti all’epica avventura a base di tirchieria che è Dokapon Kingdom Connect!
Dal punto di vista tecnico il titolo tradisce la mancanza di ambizione del progetto, senza dubbio votato al risparmio: gli sforzi maggiori sono senza dubbio andanti nell’infrastruttura necessaria per implementare la modalità di gioco online, che però su Switch resta comunque zoppa a causa dell’arretratezza del sistema in termini di comunicazione fra utenti; per quanto riguarda invece il versante puramente grafico, il gioco rintuzza la base esistente con un minimo di spolverata in termini di risoluzione dell’immagine, per adeguarsi alla visualizzazione sugli odierni schermi in HD, e poco più. Se quindi la nitidezza del colpo d’occhio e alcune texture hanno beneficiato del passaggio su hardwre Switch, la mole poligonale e le animazioni restano molto basiche, figlie di altre generazioni e, senza dubbio, anche ridimensionate dall’approccio stilistico, estremamente minimalista. Nell’insieme, il titolo non ne soffre troppo (se non forse nei tempi di caricamento che, vista la natura del gioco, sarebbe stato meglio velocizzare più di quanto non sia avvenuto nel processo di rimasterizzazione), anche perché il genere di gioco non richiede chissà quali garanzie o sforzi ad esempio in termini di frame rate, per garantire una fluidità sufficiente alla corretta fruizione del prodotto.
La recensione
Dokapon Kingdom: Connect rimane un'esperienza piuttosto unica: il connubio tra dinamiche da gioco da tavolo ed elementi RPG possono senza dubbio rovinare diversi legami personali. Un po' come avviene in Mario Party, ma con quel tocco di sadismo in più, offerto dal pretesto delle battaglie e della gestione delle proprietà conquistate durante gli scontri. . Giocare con gli amici è ancora divertente oltre un decennio dopo l'originale e le opzioni online lo rendono ancora più accessibile, seppur con diversi limiti strutturali, evidenziati anche dal comparto tecnico, che non gli consentono di convincere fino in fondo.