Mia and the Dragon Princess: la recensione

Pirati che viaggiano nel tempo, Gang di malavitosi londinesi, caccia al tesoro, ci sono tutti gli ingredienti per un action movie interattivo tutto pepe in questa nuova produzione di Wales Interactive.

Mia and the Dragon Princess è l’ultima fatica dello studio di sviluppo gallese Wales Interactive, nonché esponente di uno dei generi più controversi del panorama videoludico: il full motion video (FMV), o più semplicemente film interattivi, vicini parenti dei libri game che amavamo da giovani. È piuttosto facile capire quale sia l’oggetto del contendere: può intendersi videogioco un prodotto che di strettamente ludico, nel senso interattivo del termine, ha poco o nulla? Non è certo questa la sede per approfondire questo dibattito né, tantomeno, per cercare di dirimere la questione; tuttavia, va dato atto al team gallese di perseverare nel tenere in vita, con una produzione piuttosto corposa e di buon livello (The Complex, Ten Dates qui recensito), una nicchia di mercato altrimenti non molto frequentata. Mia and the Dragon Princess è quantomai semplice da incasellare, trattandosi appunto di un film interattivo, interpretato quindi da attori in carne ed ossa, che in determinati punti di svolta lascerà al giocatore la possibilità di scegliere quale piega far prendere agli eventi.

Non essendo dunque l’aspetto ludico propriamente inteso il valore aggiunto di questo genere di produzioni dobbiamo volgere lo sguardo altrove per valutare Mia and the Dragon Princess. Prima di tutto il valore della sceneggiatura rappresentata, quanto l’arco narrativo in questione sia di appeal e quanto l’intervento del giocatore sia di reale impatto nello svolgimento della storia. La storia nella quale ci troviamo ad intervenire mette sul piatto una serie di elementi sicuramente interessanti che tuttavia fanno fatica a trovare la giusta amalgama, probabilmente complice anche la durata piuttosto limitata di ogni run (circa una ventina di minuti, variabili in base al tipo di finale che viene raggiunto). Senza ovviamente svelare nulla vestiremo i panni di Mia, una barista di Londra, che si ritrova immischiata in una faccenda che intreccia antiche leggende piratesche e minacciose gang di malviventi. All’improvviso nella routine del piccolo bar irrompe una donna asiatica che parla solo mandarino, palesemente confusa ma con l’obiettivo ben chiaro di seguire una sorta di bussola piazzata nel suo vistoso bracciale. A questo punto a seconda del percorso narrativo che riusciremo a sbloccare potremo approfondire (o no) la provenienza della misteriosa donna e cosa sta realmente cercando. Quello che appare un po’ mancante è la possibilità di empatizzare con i personaggi, poco approfonditi, solo accennati nelle loro personalità (valga per tutti la co-protagonista Marshanda, che per tutta l’avventura parlerà nel suo incomprensibile mandarino, con blandi tentativi di traduzione da parte degli altri personaggi). Gli stessi bivi narrativi non appaiono particolarmente accattivanti per il giocatore, risultando troppo spesso in una scelta tra intervenire o non intervenire, tra agire di soppiatto o agire di impulso.

Quello che però in realtà è ancora peggio è che la trama mette sul tavolo tanti ingredienti all’apparenza gustosi (la caccia al tesoro, il viaggio nel tempo, l’avventura piratesca, gli scontri tra gang), senza riuscire a farne un piatto completo. Anche dopo diverse run, infatti, ci rimarrà un po’ di amaro in bocca per non essere arrivati al dunque. Se questo da una parte alza di molto il livello di rigiocabilità, dall’altra risulta un po’ frustrante. La rigiocabilità è oltremodo stimolata da un sistema intelligente di skippare gli snodi già visti saltando direttamente ai bivi narrativi non ancora esplorati. Altro aspetto da tenere in considerazione è il valore del girato, inteso come aspetto cinematografico, che in questo caso riesce ad essere davvero di buon livello, con scene action solide abbastanza credibili, considerato il tipo di produzione di cui stiamo parlando (d’altra parte sono stati usati coreografi di livello e con competenze nelle arti marziali). In generale, dunque, Mia and the Dragon Princess alterna cose buone a cose non riuscite e poco convincenti. È il caso, ad esempio, degli indicatori posti in alto a sinistra, che durante il gioco a seconda delle scelte che faremo vedremo aumentare e diminuire, senza in realtà percepirne il significato né le implicazioni a livello di giocato.

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La recensione

5.5 Il voto

Tanta carne al fuoco in questo film interattivo dalle buone potenzialità non sfruttate a pieno. La trama mette sul piatto una serie di elementi piuttosto interessanti che però non vengono approfonditi a dovere, lasciando un senso di incompiutezza anche dopo diverse run, dalla durata forse troppo esigua per riuscire a snocciolare tutto quello che la trama richiederebbe. Tecnicamente il girato è ben realizzato con alcune scene action e di combattimento credibili e piacevoli da vedere, inoltre il cast, soprattutto nel suo villain regge tutto sommato la prova, anche se risulta davvero difficile empatizzare con qualcuno. Il gioco ha un buon valore di rigiocabilità stimolato dalla voglia di saperne di più e da un intelligente sistema che consente di saltare gli snodi già visti.

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