THE OUTER WORLD – Benvenuti a un nuovo appuntamento dedicato alla nostra rubrica intitolata “The Outer World”, una finestra nuova per Switchitalia, con vista sui mondi videoludici che si espandono fuori dalle consuete e familiari mura dell’universo Nintendo. Se volete più dettagli sulla nostra iniziativa, vi rimandiamo all’articolo introduttivo con cui ve la presentiamo, sospinti dalla curiosità esplorativa tipica degli amanti dei videogiochi. Oggi è il turno di un attesissimo sequel, il ritorno di una delle interpretazioni dell’apocalisse zombie meglio riuscite e più pulp mai viste sui nostri schermi.
Stavolta è tutto vero! Dopo una navigazione a dir poco travagliata il seguito di Dead Island è finalmente approdato sulle nostre console, pronto a soddisfare la nostra voglia di eliminare zombie con le armi più fantasiose. Era infatti il lontano 2011 quando Techland e Deep Silver portarono sui nostri schermi un action survival intriso di sangue e black humor, nel quale un resort da sogno situato su di un’isola caraibica si trasformava improvvisamente in un incubo dal quale fuggire. Nonostante un plot narrativo non brillante dal punto di vista dell’originalità (ma d’altra parte ormai ci sono talmente tante produzioni sul tema zombie che è davvero difficile essere originali), il primo capitolo si fece ricordare per un setting di grande impatto e per un’atmosfera scanzonata e orrorifica allo stesso tempo. Da allora la voglia di averne ancora ci è rimasta, in quanto di quella frenesia e di quella cattiveria c’è sempre un gran bisogno. Dopo 12 lunghi va fatto un applauso agli inglesi Dambuster Studios che hanno ripreso in mano con coraggio questo franchise cercando di dargli nuovo lustro.
Gli eventi di Dead Island 2 si svolgono circa 10 anni dopo quelli del primo capitolo e vedono il Governo degli Stati Uniti costretto a mettere in quarantena, a causa del propagarsi del virus, l’intera California ed in particolare Los Angeles, qui ribattezzata in maniera azzeccata Hell-A. Fa un po’ sorridere il fatto che l’isola di Dead Island 2 in realtà … non sia un’isola, ma tant’è, a parte questo spaesamento iniziale va detto che l’ambientazione è ricreata in maniera davvero egregia dal punto di vista grafico, consentendoci di ritrovare molti luoghi iconici del Golden State. Hollywood, Bel Air e Beverly Hills saranno infatti solo alcuni dei luoghi ben caratterizzati e riconoscibili nei quali si svolgerà la storia che ci vede protagonisti. Storia che anche in questo caso non brilla per originalità, pur facendo degnamente il suo lavoro. Un variopinto gruppo di 6 persone in barba al motto “prima donne e bambini” riesce a strappare un passaggio su uno degli ultimi voli disponibili prima della chiusura della California; tuttavia, come spesso accade interviene il karma e l’aereo precipita, costringendoli a lottare per la sopravvivenza.
I 6 personaggi tra cui poter scegliere sono differenti per skills e caratteristiche fisiche, anche se ad onor del vero queste non si avvertono poi molto in combattimento. Molto più efficaci sono invece le personalizzazioni e le skills implementabili tramite il nuovo sistema delle skill card. Tramite queste skills potremo infatti incidere molto più a fondo nel setting del nostro personaggio, indirizzandolo più verso un approccio fatto di forza bruta, di agilità, di attacchi a distanza e così via. Dead Island 2 può essere giocato in single player o in co-op con un amico, modalità quest’ultima nella quale rende al meglio, proprio forse per la intrinseca natura “caciarona” di questo titolo. Quella che infatti è rimasta integra al passare del tempo è proprio l’atmosfera pulp e irriverente del titolo, che per qualche aspetto ci ha ricordato un po’ la “new wave zombiesca” di Zack Snyder, nella quale si fa un copioso uso di riferimenti cult, di autoreferenzialità e di un po’ di sano politically (in)correct. Il cast è infatti estremamente vario e incasellato nei classici topoi narrativi, tuttavia in grado qua e là di strappare più di una risata o di uscite degne di un action movie.