Ci sono fenomeni nel mondo dell’intrattenimento di massa che sembrano quasi casuali, pur essendo in realtà frutto di dinamiche sì complesse e soggiacenti, ma pur sempre guidate da motivazioni logiche e razionali, legate alle dinamiche stesse della fenomenologia antropologica dell’intrattenimento di massa stesso. Momenti storici in cui, apparentemente senza spiegazioni esplicite, diverse fonti convergono verso la medesima direzione, ciascuna seguendo un proprio percorso indipendente, salvo poi arrivare ad esplicitarsi agli occhi dei consumatori in parallelo alle riflessioni e ai frutti del lavoro di altre agenzie creative e dando vita a particolari eventi di saturazione di una determinata tipologia di prodotti, magari fino a quel momento assente dal segmento da sempre, se non da diversi anni. E’ il caso, tanto per restare in tema, dei titoli investigativi per Nintendo Switch: un filone da sempre presente in ambito videoludico, ma da diversi anni non più sotto i riflettori (dopo gli anni d’oro su Nintendo DS, grazie a serie come Ace Attorney o 999, tanto per citare alcuni esempi), pronto invece a riesplodere in massa proprio ai nostri giorni. Se da un lato gli ottimi risultati commerciali della collezione del famoso titolo Capcom offrono una spiegazione più che credibile per comprendere la fioritura di questa tipologia sull’hardware ibrido di Nintendo, i tempi di sviluppo dei progetti in alta definizione che caratterizzano il mercato odierno indicano chiaramente come la pianificazione di altre software house fosse partita in tempi ancora non sospetti, per confluire poi in questo 2023 con diversi titoli, pronti a ringalluzzire il gusto degli appassionati di genere dopo anni di magra. Solo per citarne alcuni, troviamo al centro di questa rinascita i fulgidi esempi di Spike-Chunsoft (che con Master Detective Archive: RAIN CODE promette faville già a partire dal mese prossimo) o addirittura di Level 5 (che dopo anni di difficoltà sembra pronta a rinascere con l’inedito DecaPolice, aspettando il ritorno di fiamma per il Professor Layton). Ma accanto a progetti apparentemente anche piuttosto ambiziosi, con sviluppo puramente tridimensionale e diversi elementi di esplorazione vicini al concetto di open world, troviamo anche titoli forse più semplici, a livello di valori di produzione, ma altrettanto intriganti e assolutamente non da sottovalutare: è il caso di Process of Elimination, qui recensito per voi.
Tra gli esponenti di questo genere così al centro di una vera e propria rinascita troviamo anche un progetto di Nippon Ichi Software che, come sempre da sua tradizione, pur partendo da presupposti comuni ad altre case di sviluppo riesce sempre a inserire un pizzico di originalità, aggiungendo quel suo particolare twist tanto narrativo quanto, in questo caso, soprattutto ludico. Process of Elimination, in ogni caso, nasce da un incipit narrativo in qualche modo classico, per titoli investigativi come lui: c’è un serial killer, chiamato Quartering Duke, famigerato assassino con oltre un centinaio di vittime nel suo carnet e che con la sua scia di sangue ha gettato il paese nel caos; un’agenzia investigativa, la “Detective Alliance”, composta dai migliori investigatori del mondo, creata apposta per riuscire a trovare e fermare l’efferato criminale. Ma, come in ogni crime story che si rispetti, ecco che sorgono subito i primi imprevisti, con un aspirante ma inesperto detective di nome Wato Hojo che si imbatte casualmente nelle indagini e decide di unirsi alla Detective Alliance sulla misteriosa isola di Morgue per indagare sul Quartering Duke: peccato che si scopra quasi subito come il prossimo obiettivo del serial killer sia proprio uno dei membri dell’organizzazione, gettando ovviamente panico e sospetto all’interno della stessa agenzia. Riusciranno questi investigatori a dimostrare la loro innocenza e a svelare l’identità del pericoloso criminale? Ecco che il ploto è settato: ora tocca a voi, cari giocatori, improvvisarvi detective. Ne va della vostra vita!
Il titolo di NIS ha una impostazione bipartita tra fasi di dialogo ed elementi invece strategici; per quanto concerne la prima fase, ci troviamo davanti a una vera e propria graphic novel, con molto testo da leggere (in inglese, anche piuttosto ricercato), per entrare nel mondo di gioco con entrambi i piedi, venendo interamente accerchiati dalle sue atmosfere. La sceneggiatura non è affatto banale e, sin dai primi passi, saprà catturarvi in un crogiolo disturbante di follia e violenza, reso ancor più efficace dall’apparente distonia stilistica: personaggi e mondo di gioco sono presentati infatti con un pulitissimo e dettagliato tratto manga, capace di pungolare in maniera ancor più fastidiosa la sensibilità del giocatore, nel momento in cui le scene e i dialoghi a schermo piegano verso una direzione malata, di efferato masochismo. Per certi aspetti, il titolo richiama i macabri giochi di Saw – L’enigmista, con un serial killer insensibile alle più comuni nozioni di empatia verso altre forme di vita, capace di invischiare i detective che gli danno la caccia in malati giochi di inganno, in cui anche le scelte e le opzioni lasciate al fruitore del titolo finiscono per convergere spesso verso un unico ed inevitabile destino: la macabra e violenta tortura, fisica e mentale, delle vittime e del giocatore. Il viaggio, insomma, non sarà semplice né spensierato e l’esplorazione di questa misteriosa isola in cui il personaggio principale si ritroverà catapultato suo malgrado di certo non è un’oasi felice: tutt’altro. Assieme agli altri 13 componenti del party, sarà fondamentale esplorare labirinti, magioni, laboratori per trovare indizi su Quartering Duke, cercando di prevederne le mosse, ottenendo prove utili alla risoluzione del caso spesso e volentieri proprio attraverso l’attenta lettura e l’oculata scelta di dialogo all’interno di queste fasi così finemente curate dagli sceneggiatori.
