Siete rinchiusi in una stanza apparentemente senza alcuna via di uscita, con il vostro intuito e la vostra intelligenza come unici alleati in una sfida che vede in palio la vostra vita, minacciati da un nemico misterioso ed invisibile. Con tutte le possibili variazioni del caso è questo l’incipit di un sottogenere (cinematografico ma anche videoludico) che ha visto un fiorire di titoli a partire dai primi anni 2000, complice il successo della pellicola Saw l’enigmista, quello degli escape room. Seven Doors, sviluppato da Indigo Studios e Soedesco appartiene appunto a questa sottocategoria dei puzzle game, che soprattutto su mobile conta decine e decine di interpretazioni. Un panorama piuttosto inflazionato da produzioni che non sempre spiccano per innovazione o trovate particolarmente creative, vediamo se quella che abbiamo tra le mani è la proverbiale eccezione.
Seven Doors rimane fedelmente agganciato alla tradizione degli escape room partendo da un presupposto evidente sin dal titolo. Attraverseremo sette diversi ambienti/stanze, ognuno dei quali delimitati da una delle sette misteriose porte di cui al titolo. Concept chiaro, dritto al punto, nessuna particolare concessione narrativa. L’esplorazione avviene in prima persona e liberamente all’interno dei confini della stanza, ambiente nel quale rinverremo tutti gli indizi necessari per guadagnarci l’agognata libertà. Enigmi ambientali, manoscritti, indovinelli, oggetti dei quali dovremo valutare forme e peso e molto altro ci guideranno attraverso le circa due ore necessarie a varcare la settima ed ultima porta, oltre la quale ci attende il gran burattinaio, responsabile di questa machiavellica trappola. Di quest’ultima entità non conosciamo nulla, se non la cupa voce che di quando in quando si farà sentire dagli speaker delle stanze.
La meccanica di gioco è ormai ampiamente rodata e non offre particolari spunti (né spazi a dire il vero) di innovazione. Dopo aver perlustrato la stanza e raccolto tutti gli indizi sarà solo questione di collegare i puntini ed arrivare alla soluzione che tra l’altro nei primi tre livelli è piuttosto telefonata. Nelle successive stanze il livello di difficoltà cresce ma senza arrivare a livelli tali da costringerci a fermarci troppo a scervellarci. Il ritmo è molto compassato, vuoi per la lentezza dell’incedere del personaggio principale, vuoi per la natura stessa del titolo. I comandi rispondono bene, tuttavia non sempre è facile ed immediato evidenziare l’oggetto con il quale vogliamo interagire, soprattutto a causa della dimensione ridotta del mirino, fatto che ci costringe spesso a passare più e più volte sopra l’oggetto, prima di riuscire a selezionarlo correttamente. Si fa notare anche l’assenza della possibilità di intascare ed eventualmente combinare tramite apposito menu alcuni tra gli oggetti rinvenuti, aspetto che avrebbe aggiunto perlomeno un ulteriore livello di profondità all’esplorazione. Graficamente la realizzazione è buona, con ambienti che riescono a generare quel tanto di atmosfera da riuscire ad immergere il giocatore nella generale sensazione di claustrofobia e cattività. Menzione dovuta per il comparto audio che forse tra tutti è quello che risalta maggiormente in una produzione altrimenti priva di particolari picchi creativi. La colonna sonora e gli effetti audio creano un mood ansioso perfetto per accompagnare la nostra fuga verso la libertà.
La recensione
Seven Doors è un escape room poco incline a slanci creativi, essendo fortemente radicato nelle peculiarità tipiche del genere. Tuttavia nella sua linearità porta a casa esattamente il compito che promette, con premesse e svolgimento estremamente sinceri. Titolo rivolto con decisione agli appassionati di questo sotto genere dei puzzle game, in grado di garantire almeno un paio d'ore di intrattenimento.