Rispetto ad altri esponenti del genere, Labyrinth of Galleria eccelle sia nelle fasi di esplorazione dei dungeon che durante i combattimenti. Per quanto riguarda la prima delle componenti, progredendo lungo la storia acquisirete sempre nuove abilità legate alla capacità di affrontare corridoi, burroni e dungeon in maniera sempre più dinamica e, conseguentemente, rapida, così da evitare il tipico problema di queste produzioni, legato a un certo senso di ripetitività. La possibilità di sfondare muri, per uscire da apparenti vicoli ciechi; la capacità di attraversare specchi d’acqua tenendo il fiato sott’acqua; l’abilità di superare in salto diversi spazi vuoti renderanno le fasi di scoperta ambientale piuttosto intriganti, seppur magari non propriamente divertenti, modernizzando uno dei crismi tipici del genere rispetto alla tradizione. Il risultato sarà quello di coinvolgere il fruitore incuriosendolo nel ricreare e nello scoprire ogni più nascosto anfratto della mappa, che ovviamente andrà a costituirsi sotto i vostri occhi a ogni passo operato verso aree sconosciute. In seconda battuta, il sistema di combattimento segue le orme di quanto affermato per le fasi di movimento, introducendo un discreto numero di novità e possibilità altrimenti precluse, aumentando in gran misura il senso di varietà e soddisfazione nel proseguire lungo l’avventura. Questo è dovuto in gran parte all’enorme party gestibile durante le battaglie, potendo costituire gruppi di guerrieri allocandoli allo stesso slot di combattimento, arrivando persino a mettere sul campo di battaglia fino a 8 compagni per ogni spazio, per un totale di ben 40 personaggi. L’unione in unità di combattimento di più entità al nostro servizio avrà diverse conseguenze di gioco: da un lato potremo ottenere notevoli vantaggi sotto il profilo delle statistiche base di gioco, dall’altro aumenteremo in maniera considerevole anche le opzioni a nostra disposizione durante i nostri turni di combattimento. Questo sarà uno sprone non indifferente nel continuare a scoprire, scovare, sperimentare con tutti quelli che saranno i tesori, gli equipaggiamenti e, conseguentemente, le armate al nostro servizio, per cercare di ottenere il meglio dalle nostre risorse, a ogni piè sospinto. mostri e progressione
Dal punto di vista tecnico, il gioco è un dungeon crawler in prima persona, gestito in maniera prevalentemente bidimensionale sia per quanto riguarda gli eroi a nostra disposizione, che per quel che concerne le creature che andremo ad affrontare, lungo corridoi esplorabili in tridimensionalità, ma per lo più costituiti da fondali pre-renderizzati. Nonostante questo approccio senza dubbio piuttosto basilare e, ammettiamolo, anche meno impegnativo dal punto di vista del budget, i valori di produzione si assestano su ottimi livelli. La cura riservata alle animazioni dei personaggi e dei mostri in fase di dialogo o, soprattutto, nei momenti degli scontri conferma la passione profusa dagli sviluppatori anche al comparto visivo. Un colpo d’occhio che si avvantaggia anche di un’ottima direzione artistica e di un character design davvero ispirato per quanto concerne il carnet dei mostri che infestano i labirinti: molti esseri risultano davvero originali e, soprattutto, estremamente dettagliati, stupendo a ogni svolta dietro ogni angolo del dungeon. Il risultato? Una grande curiosità nel continuare a esplorare il mondo di gioco, nel più classico dei ganci di intrattenimento: “ancora uno e poi smetto”, salvo poi continuare quantomeno fino all’uscita, per salvare i propri progressi.
La recensione
Gli amanti dei dungeon crawler in prima persona non devono lasciarsi sfuggire l'ultima fatica di NIS per nessun motivo al mondo: la cura riposta nelle abilità d'esplorazione ambientale e nella costruzione profonda e variegata del party di guerrieri al nostro servizio riescono a superare persino i limiti intrinseci di un genere ostico, ma capace di offrire grandi soddisfazioni ai più tenaci fra voi