Labyrinth of Galleria: The Moon Society: la recensione

Madame Marta, strega master, ti ha incaricato di radunare una fedele brigata di puppet warrior animati e di avventurarti nelle sue profondità inesplorate per recuperare manufatti incantati noti come Curios

Tra i blockbuster pubblicati dai più grandi team mondiali (in primis Nintendo, ovviamente) e la pletora (talmente variegata da non riuscire ad essere inquadrata se non con sostantivi o aggettivi identificanti un conglomerato ricco e complesso, senza dubbio multisfaccettato) delle produzioni indipendenti, a lungo si è temuto di perdere quello strato intermedio di produzioni che, per i più vecchietti di noi, caratterizzavano in maniera numericamente preponderante le console di fine anni ’90. Le produzioni a budget più contenuto dei team più locali, magari specializzati in sottogeneri specificatamente ispirati alle tradizioni di una determinata area geografica, che nel passaggio all’alta definizione hanno finito per essere schiacciate dall’ottimizzazione degli investimenti (atti a massimizzare i profitti) delle imprese più grandi, a discapito di quelle che potrebbero essere definite “piccole o medie imprese del videogioco”. Un baluardo contrario a questo processo di accentramento degli investimenti è stato senza dubbio il mercato giapponese, grazie all’enorme passione dei suoi consumatori per gli hardware fruibili in maniera portatile, per definizione avversi alla corsa tecnologica delle console graficamente più performanti e spesso legate a esperienze di gioco particolarmente attente al lato ludico, prima ancora che a quello audio-visivo. Un ulteriore, enorme boost in questa direzione è stato poi affidato e non deluso da Nintendo Switch, grazie al suo form factor, all’ambiente multisfaccettato che si è creato a livello di libreria e, ovviamente, anche al suo pubblico di riferimento: un po’ amante dei portatili, un po’ dei prodotti che affondano le radici nella tradizione e un po’ delle innovazioni a livello di interazione. Non tutte le case di sviluppo hanno saputo sfruttare sin da subito il nuovo mercato creato dalla casa di Kyoto, ma tra le più lungimiranti rientra senza dubbio Nippon Ichi Software che, senza timore di voltare pagina rispetto al suo tradizionale supporto verso console a marchio PlayStation, ha sin dall’inizio intuito le potenzialità del device ibrido nipponico proprio nel dare spazio e respiro alla propria tipologia di produzioni. E, dopo tantissimi titoli, il gruppo non ha alcuna intenzione di indietreggiare, ed ecco infatti arrivare l’ennesimo progetto: questa volta è il turno di Labyrinth of Galleria: The Moon Society. Scopriamolo insieme!

Il gioco è un dungeon crawler ideato dai creatori di Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk, già uscito su Switch alcuni anni fa: un prodotto classico nelle dinamiche, forse fin troppo conservatore e, soprattutto, interessante per diversi aspetti ma senza dubbio parco di profondità e varietà. Un buon incipit, in sostanza, ma incapace di catturare l’attenzione fino in fondo all’arco narrativo lungo cui le disavventure si dipanavano. Ora, arriva una nuova avventura dedicata all’esplorazione di labirinti irti di pericoli e popolosi di avversari, questa volta ricca di fascino e mistero, a patto di saper pazientare fino al superamento dei tutorial, fin troppo presenti nelle prime fasi di gioco. In questa produzione vestirete i panni di un avatar furbescamente adescato dalla misteriosa Madame Marta, verso i margini della città, dove si trova un palazzo abbandonato: esso è la residenza centrale di una tenuta signorile che nasconde molte meraviglie, tra cui l’ingresso al misterioso Labyrinth of Galleria. La megera vi ha individuati come candidati ideali per radunare una fedele brigata di puppet warrior e per avventurarvi nelle profondità inesplorate del labirinto per recuperare oggetti magici e manufatti incantati, alla testa di questo particolare esercito di avatar pronti a gettarsi con voi nelle profondità più oscure e pericolose. Il vostro compito, volenti o nolenti, sarà quindi quello di immergervi in tali profondità mettendo alla prova le vostre abilità di esplorazione dei sotterranei e di comandi dell’esercito di marionette magiche. L’obiettivo sarà sopravvivere dai costanti pericoli in agguato, senza perdervi nel dedalo dei dungeon, esplorando le sale tortuose, superando gli ostacoli ed evitando le trappole: il tutto mentre combatterete mostri minacciosi, alla ricerca dei tesori più preziosi e nascosti.

La struttura di gioco richiama molto da vicino quella del forse più famoso ed apprezzato Etrian Odyssey di Atlus: un brand molto affermato che, lungo il corso di svariati capitoli tra Nintendo DS e 3DS ha saputo costruirsi una base di fan molto appassionata e che, proprio nel recente Direct, ha visto la rinascita del marchio, per ora attraverso la riproposizione in HD dei primi tre episodi della serie, in vista probabilmente dell’arrivo anche di un progetto del tutto nuovo e inedito pubblicato da SEGA. E allora un avviso a tutti coloro che hanno gioito per quell’annuncio: il gioco qui preso in esame presenta davvero molte somiglianze e similarità con EO, tanto da potersi porre come un antipasto più che discreto per tutti coloro che siano affamati di esplorazione in salsa dungeon crawler. Nel gioco infatti passerete da fasi preparatorie a fasi di movimento e scoperta di intricati corridoi sotterranei, nei quali vi imbatterete a spron battuto in svariati mostri da affrontare e sconfiggere, salvo ritrovarvi nell’accogliente HUB iniziale, nel momento in cui i vostri personaggi verranno sconfitti. Da lì, ecco che il vostro compito sarà quello di gestire al meglio le risorse recuperate, per imbastire una nuova spedizione, sperando di resistere il più a lungo possibile e riuscire nell’intento di ritrovare tesori sempre più preziosi. Una delle principali caratteristiche di questo prodotto è poi quella di un’estrema profondità, capace di arrivare ad offrire fino a 50 ore di gioco, qualora voleste davvero andare in profondità nei labirinti da esplorare, fino al raggiungimento del vero finale tra i vari proposti. Una sfida di pazienza e perseveranza sorretta dal piacere di scoprire un cast ricco di personaggi ampiamente personalizzabili secondo il vostro gusto, ma anche secondo le vostre inclinazioni ludiche, con tantissimi soldati da legare a voi tramite patti dedicati per la generazione delle marionette da lanciare in battaglia, arrivando a poter costruire un roster (o party, se si preferisce utilizzare il lessico tipico dei JRPG) composto addirittura di ben 40 diversi combattenti, pronti a gettarsi nell’oscurità per scoprire i segreti nascosti della magione!

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