L’alternanza costante tra momenti di estrema solitudine e indagine contestuale, rispetto alle fasi di combattimento, non implica che in Metroid Prime (Remastered) non ci siano scontri contro creature aliene e pericolose, anzi. Un altro degli aspetti che lega fortemente la fantasia del giocatore a un continuo senso di verosimiglianza rispetto all’universo diegetico proposto dal team di sviluppo è proprio dettato dalla flora e dalla fauna, spesso ostili, che popolano questi mondi alieni. Ogni pianta o animale sono infatti perfettamente inseriti nel loro habitat, sia in termini di design che di elementi legati alla sopravvivenza e, quindi, alla sfida verso forme di vita esterne al loro stesso ambiente (cioè noi!): anche in questo caso, oltre alla evidente capacità di comunicazione offerta in ambito estetico e strutturale, subentra poi a nostro vantaggio l’utilizzo dello scanner, in grado di catalogare le diverse forme senzienti che ci circondano (e attaccano), mettendone in risalto le caratteristiche principali, andando ad aumentare di molto l’immedesimazione all’interno delle differenti aree di gioco. Ma il titolo non è una enciclopedia interattiva e, anzi, presuppone che l’utente utilizzi tutte le informazioni e l’armamentario in suo possesso in maniera coerente e intelligente, per riuscire a sopraffare ogni nemico. Questo è valido tanto per i nemici più comuni che per quanto concerne invece i veri e propri boss, ovviamente. L’aspetto più riuscito del tutto (e qui ci riferiamo tanto alla versione originale, quanto a quella riammodernata, che sotto il profilo dei controlli eccelle davvero) è il sistema di manovrabilità con cui potrete controllare i movimenti di Samus: l’impianto originale era profondamente tarato sui controlli del GameCube, con i loro bei grilletti pronti a bloccare la visuale con uno splendido lock-on, spingendovi poi a evitare e muovervi rispetto a un unico punto focale tramite movimenti laterali di strife, per poi sferrare gli attacchi mirati tramite la pressione dell’enorme pulsante A, centrale nel joystick dell’epoca. Nella versione Wii il tutto veniva sostituito dai sensori di movimento, in accoppiata ovviamente con il puntatore, guadagnandone in rapidità, ma perdendone in precisione, per un’esperienza diversa, ma egualmente appagante. La maggior parte degli fps degli ultimi 20 anni, però, vi ha abituato a un sistema di doppia leva analogica, senza dubbio lo standard moderno. Ebbene, Metroid Prime Remastered vi offre la possibilità di optare per una qualsiasi di queste possibili scelte, a vostra completa discrezione. Tutti e tre risultano ben implementati, responsivi ed appaganti, così che alla fine ciascuno possa scegliere come approcciarsi alla sfida. Ma non è tutto: entrando nei numerosissimi menu di personalizzazione dell’HUD, della mobilità, dei controlli ma anche dello spostamento della telecamera, sarà possibile rifinire il tutto in modo da poter affiancare al sistema a doppia leva analogica, anche l’accompagnamento della visuale tramite sensori di movimento: inutile dire che questa modalità rasenta, praticamente, la perfezione. Il sistema di combattimento, poi, non è arricchito soltanto dalla componente tecnica legata all’interfaccia tra utente e avatar, ma anche dalle numerose e variegate possibilità e/o necessità di selezione di armi ed equipaggiamento dei quali dotarsi, anche in tempo reale, per fronteggiare le avversità, con sezioni di morfosfera dove conterà la rapidità d’esecuzione, alternate ad altre più shooter dove però sarà fondamentale alternare razzi e diversi tipi di raggi a seconda delle situazioni che vi ostacoleranno. Insomma, una vera e propria goduria ludica.
All’epoca della sua uscita originale, Metroid Prime settò nuovi standard grafici, sia per mole poligonale, che per attenzione al dettaglio levato all’illuminazione, agli effetti di superficie e di rifrazione della stessa. Ancora oggi risultano leggendarie le gocce di pioggia che, dinamicamente, cadevano sul visore dell’avatar a seconda dell’inclinazione della visuale, o l’appannamento dello stesso nel percorrere stretti cunicoli carichi di gas. La versione odierna, però, riesce nell’improbo compito di rinfrescare il tutto, senza perderne alcuna chicca, con un versante grafico assolutamente in linea con gli standard odierni garantiti dall’hardware di Switch. Le ambientazioni sono arricchite sotto il profilo della complessità e della ricchezza dei modelli; raffinate per quanto concerne le texture superficiali; notevolmente migliorate in termini di sistema di illuminazione. Il modello di Samus è tirato a lucido, sia come modello che come texture ad esso applicate, e moltissimi sono gli aspetti all’avanguardia per quanto concerne la rifrazione della luce. E per quanto riguarda le fatidiche gocce di pioggia…ebbene, oggi potrete osservarne il movimneto dinamico, variabile in tempo reale, persino sul braccio cannone, a seconda della sua inclinazione. Il tutto a 60fps sempre costanti, per un’esperienza di gioco assolutamente fluida e, pertanto, ben più che godibile. Anche il comparto audio, inoltre, ha subito un ritocco, migliorandone la già eccelsa qualità artistica grazie a un ammodernamento del comparto tecnico. Sembra un paradosso, ma non lo è: per ricchezza, varietà e cura del dettaglio, tanto degli ambienti quando del modello della protagonista (senza dimenticare tutte quelle piccole chicche che caratterizzano in particolare l’interazione del nostro personaggio e del suo equipaggiamento in un ambiente di gioco che per coerenza e organicità sembra davvero vivo e pulsante) Metroid Prime Remastered è un dei giochi tecnicamente più apprezzabili dell’intera libreria software di Nintendo Switch.
La recensione
Quello che era un capolavoro assoluto, capace di ridefinire un intero genere e un intero brand grazie alla cura maniacale profusa nei controlli, nel level design e nelle atmosfere di un prodotto di altissima caratura artistica, torna tirato a lucido con un ottimo lavoro di ammodernamento del comparto tecnico, non soltanto sotto il profilo grafico. Complimenti a Retro Studios e ora...sotto con Metroid Prime 4!