Xbox Series S: One Piece Odyssey: la recensione

Partiamo all'avventura, con Cappello di Paglia e la sua ciurma...su Xbox Series S!

THE OUTER WORLD – Benvenuti al primo dei nostri appuntamenti dedicati alla nuova rubrica intitolata “The Outer World”, una finestra nuova per Switchitalia, con vista sui mondi videoludici che si espandono fuori dalle consuete e familiari mura dell’universo Nintendo. Se volete più dettagli sulla nostra iniziativa, vi rimandiamo all’articolo introduttivo con cui ve la presentiamo, sospinti dalla curiosità esplorativa tipica degli amanti dei videogiochi. Il primo appuntamento, non a caso, offre sin dal titolo un rimando al gioco che ci ha ispirato questa avventura: se da un lato, infatti, Super Mario Odissey porta in sé il desiderio continuo della scoperta, One Piece Odyssey ne ricalca quelle orme, seppur (ovviamente) in modo differente. Preparatevi quindi: la nostra “odissea” ha inizio proprio oggi!

One Piece Odyssey è un progetto ambizioso: la licenza alla base dell’operazione non è forse più il manga (o anime) più popolare in Giappone, soppiantato dalle vette commerciali di un inarrestabile Demon Slayer, ma resta ancora oggi una delle proprietà intellettuali di matrice orientale più forte e conosciute anche al di fuori dei confini del Sol Levante. Tantissimi i prodotti declinati sotto il suo marchio, compresi svariati prodotti videoludici che, ai tempi del primo One Piece Pirate Warriors, toccarono picchi di vendite davvero notevoli, così elevati da non essere più stati replicati in nessun modo (in salsa Musou, soltanto la versione ispirata alle leggende di Zelda ha saputo sostituirsi in cima alle classifiche di vendita, più a livello complessivo però, che non specificatamente locale). Ecco allora che Bandai-Namco, assegnataria dei diritti per la pubblicazione dei prodotti a licenza One Piece in ambito di intrattenimento digitale, ha prima provato ad allontanarsi dalle dinamiche dei “Warriors” sviluppati in collaborazione con Koei-Tecmo con un approccio semi open-world con il deludente progetto “World Seeker”, e tenta ora la strada del classico gioco di ruolo di stampo giapponese, affidando lo sviluppo a ILCA, il team recentemente responsabile per il remake di Pokémon Perla/Diamante su Nintendo Switch. Una nuova direzione, imperniata sullo sfruttamento massimo dell’Unreal Engine 4 a livello puramente grafico e visivo che, quantomeno su Xbox Series S (questa la versione testata da noi) offre una resa e un impatto senza dubbio di buon livello, tanto da poter senza dubbio definire Odyssey come il più bel gioco di One Piece mai realizzato fino a oggi, sotto il profilo puramente estetico. Motivo per cui forse non è stato sviluppato anche per Switch, almeno fino a questo momento (nonostante la compatibilità del motore grafico anche con l’hardware di Nintendo, ma probabilmente solo dietro sforzi specificatamente dedicati alla versione per la console ibrida): solo il tempo ci dirà se alla fine anche gli appassionati del marchio Nintendo potranno godere di quest’opera, prima della fine del ciclo generazionale.

Il gioco qui preso in esame è sviluppato in collaborazione diretta con l’autore del manga (Oda) sia per quanto riguarda il canovaccio che per quello che concerne personaggi e creature introdotte appositamente per questo arco narrativo. Dopo essersi imbattuta in una violenta tempesta, la ciurma di Cappello di Paglia naufraga sull’insolita e leggendaria isola di Waford con la Thousand Sunny, ormai distrutta e quasi affondata. Mentre esplorano l’isola e le sue antiche rovine, i membri della ciurma incontrano Lim e Adio, due abitanti di Waford. Dopo essere stati privati per errore delle proprie forze dal potere misterioso di Lim, per loro inizia una nuova ed emozionante avventura, con nuovi personaggi e mostri creati ad hoc per l’occasione, nonché una trama originale interconnessa con i ricordi delle loro avventure passate. Progredendo nell’esplorazione del mondo di gioco, infatti, capiterà ai protagonisti di imbattersi non soltanto in ricordi legati ai loro poteri e alle loro abilità, ma anche in frammenti di alcune tra le loro più gloriose gesta da pirati, con la necessità di riviverle per poter riattivare il massimo del loro potenziale. Per il giocatore, questo si traduce in un mix tra nuovi elementi da scoprire, capaci però di sbloccare intere sezioni direttamente ispirate dai cicli più popolari del cartone animato. Un insieme di originalità e fan service, senza dubbio interessante per gli appassionati della serie. Il difetto più grande da questo punto di vista non è quello di proporre una narrativa troppo ermetica per i novizi, visto come i diversi personaggi riescano a mantenere e proporre a schermo ciascuno la propria (eccessiva) personalità, quanto piuttosto la mancanza di ritmo nella fruizione dell’esperienza di gioco. O meglio: la costante interruzione della fruizione, per via di inframmezzi continui, vuoi per introdurre nuove dinamiche di gioco, piuttosto che frangenti narrativi sospinti a volte da blocchi di testo, altre volte da scene animate. Una interruzione continua che, soprattutto nelle prime ore di gioco, finisce per azzoppare il ritmo e, conseguentemente, il piacere dell’esperienza offerta da ILCA.

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