È tutto oro quel che luccica? Ovviamente no: Bayonetta 3 ha fatto un balzo notevole, in termini di vastità strutturale, ampiezza di rappresentazione e ambizione progettuale rispetto ai classici canoni degli action game, ma questo ha comportato anche alcuni difetti nella resa di risoluzione e fluidità, che senza dubbio avrebbero potuto essere sorretti in maniera più adeguata da un hardware più potente; Pokémon Scarlatto/Violetto è rimasto schiacciato tra desideri di modernità del team di programmazione e necessità di rilascio e tempistiche poco idonee a uno sviluppo così impegnativo, rispetto alle consuete e conosciute vie battute dal franchise fino a oggi, per cui la possibilità di bypassare brutalmente certi problemi attingendo a una maggiore potenza di calcolo avrebbe aiutato a evitare alcune magagne. Detto questo, è altrettanto evidente come un approfondito e corretto sfruttamento della console sarebbe in grado di offrire, ad oggi, a cavallo tra il 2022 e il 2023 delle esperienze grafiche che, tecnicamente, potrebbero essere l’apice delle potenzialità d’espressione della capacità di calcolo di Nintendo Switch, come oggettivamente dimostrato dal percorso di crescita di alcuni team, di alcuni brand e di alcuni progetti. Rispetto a quanto falsamente anticipato da sedicenti insider e legittimamente desiderato da una frangia di appassionati, sembrerebbe che in casa Nintendo, anziché dedicare tempo e risorse a un hardware di passaggio intermedio, i team di sviluppo si siano focalizzati sullo sfruttamento massimo delle potenzialità dell’attuale console, andando a migliorare le proprie produzioni, per garantire ai possessori di Nintendo Switch esperienze sempre più ricche e solide dal punto di vista visivo, grafico e tecnico. E non possiamo che gioirne, soprattutto se questo implicherà (come pare ormai lecito aspettarsi) l’arrivo di una vera e propria nuova generazione di console, nel corso del prossimo anno fiscale.
Perché se è vero che la percezione soggettiva di alcuni utenti possa essere ad oggi diversa rispetto a qualche anno fa, complice l’uscita di nuove console più performanti sul mercato e del continuo avanzamento della tecnologia in senso lato (vuoi per le schede grafiche, vuoi per televisori 4K, vuoi per altri accessori senza dubbio interessanti persino in ambito Switch, come l’ottimo mClassic – in grado di gestire discretamente diversi artifici grafici per ricomporre su schermi di grande dimensione ed elevata risoluzione immagini di giochi esistenti, oggettivamente migliorati in termini di pulizia dell’immagine) è altrettanto vero che, oggettivamente, mantenere stabile e invariato il contesto di sviluppo di un hardware per un lasso di tempo sufficiente, consente ai team di sviluppo di offrire produzioni nettamente migliori e più rifinite, di quanto non possa accadere nella prima parte del ciclo di vita di un prodotto. Speriamo di cuore, quindi, che Nintendo abbia realmente dedicato le sue risorse sullo sfruttamento massimo delle capacità di Switch, come pare evidente da diverse produzioni first party, concentrando i suoi sforzi hardware nella pianificazione e nella progettazione di una nuova genrazione di console che sappia offrire un balzo notevole ed evidente, tanto agli utenti quanto agli sviluppatori più vicini alla casa di Kyoto (sia first party che third party). Dormite sonni tranquilli, quindi, sperando di poter continuare a godere su Switch e sul successore di così tanti titoli e produzioni di grande spessore e interesse; da parte nostra, questo è l’augurio più importante, che chiude questo articolo di opinione. E, come dice una delle stelle della AEW (aspettando Fight Forever): “Goodbye and goodnight, bang!”
