Si avvicina il Natale, Nintendo Switch si avvia nel pieno del suo sesto anno di vita sul mercato e tutto confluisce verso uno degli eventi videoludici più attesi nel panorama del mercato di massa: il lancio di una nuova generazione di Pokémon! Una delle serie più longeve e di maggior successo di sempre, all’interno dell’industria, nata ormai diversi lustri addietro e da sempre sinonimo di grandi avventure, enormi collezioni, tanti combattimenti e ricchi pokédex da riempire, da soli o scambiando animaletti con gli amici, grazie anche all’elemento di portabilità che da sempre caratterizza la saga in questione. Una saga che si avvia alla decima era di mostriciattoli tascabili, ampliando ulteriormente il novero delle creature, delle regioni, degli allenatori realizzati nel corso dei decenni per milioni di appassionati sparsi in tutto il mondo, grazie a tantissimi videogiochi di enorme richiamo mediatico, ma anche alla comunicazione multicanale che caratterizza il brand giapponese sin dalle sue origini: cartoni animati, fumetti e giochi di carte collezionabili hanno contribuito in maniera significativa a creare un intero universo finzionale nel quale soprattutto i più giovani possono davvero immergersi a 360°, sentendosi parte di un mondo affascinate, colorato, ricco di avventure tutte da vivere e popolato da meravigliose e affascinanti creature animali fantasiose, pronte a stupirci con i loro simpatici versi, ma anche con le loro temibili doti di combattimento. In una parola, ormai assurta a sinonimo di videogioco per tutte le età, Pokémon: il JRPG a sfondo collezionabile per antonomasia ed eccellenza.
Il franchise orientale analizzato è da sempre caratterizzato da una sinergia con gli hardware portatili targati Nintendo, sfruttando al massimo quel particolare senso di appartenenza e condivisione che caratterizza titoli come questo, se fruiti anche (o soprattutto) al di fuori delle mura domestiche, insistendo pesantemente sull’aspetto di passaparola attivato dal ritrovarsi assieme agli amici per mostrare a tutti la propria collezione, tramite Pokédex, scambiando gli esemplari più sacrificabili alla ricerca di quelli mancanti, un po’ come con le (forse ormai obsolete, tranne che nel caso proprio delle carte di Pokémon, appunto!) figurine. GameBoy, Nintendo DS e 3DS…diverse generazioni di console portatili, per diverse generazioni di giovani appassionati innamorati ogni volta dei nuovi episodi del brand, esperti conoscitori delle sempre più numerose creature che compongono il bestiario di questo vasto universo che, nel corso degli ultimi anni, si è legato in maniera indissolubile alle Switch di una miriade di videogiocatori, con tutti quelli che sono stati i cambiamenti e le evoluzioni (!!!) del caso, nel passare a un ecosistema ibrido e rivoluzionario come l’attuale hardware studiato in casa Nintendo. Si è partiti con l’esperimento atto ad ampliare al massimo l’accessibilità nei confronti anche di giocatori occasionali, con Pokémon Lets’ Go (sulla scia dell’enorme cassa mediatica generata dall’app per mobile), con la prima generazione di mostriciattoli riproposta in chiave più moderna ma anche più lineare, con tanto di controller a forma di Pokéball, potendo interagire con il mondo e le sue creature anche grazie alla pressione di un unico tasto e all’utilizzo intuitivo dei sensori di movimento; si è continuato con il primo esperimento pienamente tridimensionale e moderno, per avvicinarsi gradualmente alla fruizione anche casalinga offerta dalla console, con Spada/Scudo; passando attraverso diversi progetti secondari, tra spinoff ripresi dal passato, remake non particolarmente coraggiosi sotto il profilo dell’ambizione e simpatici esperimenti pubblicati su eShop, si è poi arrivati al primo grande momento di ri-evoluzione del franchise con l’avventura single player e di ampio respiro esplorativo di Leggende: Arceus, uscito all’inizio dell’anno corrente (forse per via di possibili ritardi dovuti alla pandemia COVID e che ha influenzato gli ambienti lavorativi di tutto il mondo, a cavallo tra il 2020 e il 2021). Un titolo diverso, ma difficilmente ascrivibile alla pletora di progetti alternativi usciti nel corso degli anni, visto l’approccio al passo coi tempi che quel prodotto ha saputo presentare con convinzione meno di un anno fa: la solidità di tante dinamiche nuove per il franchise, la cura delle zone aperte proposte, la longevità più che discreta e l’ottimo adattamento di crismi tradizionali a una fruizione meno ingessata e più fluida e dinamica hanno posizionato quell’operazione quantomeno al fianco dei capitoli principali della saga, preparando il terreno per un ulteriore passo in avanti che arriva oggi con Scarlatto/Violetto. La nuova generazione, ovviamente in doppia versione, della quale Switchitalia ha analizzato l’edizione Scarlatto.
Pokémon Scarlatto/Violetto introduce una nuova regione, denominata Paldea, ispirata alla penisola iberica e ai suoi colori caldi ed accoglienti: soprattutto nelle fasi iniziali, che consistono come sempre nell’esplorazione della città dove il nostro avatar dovrà frequentare la nuova scuola dopo essersi trasferito e dei suoi immediati dintorni, tutto griderà estate, relax e rigoglioso benessere. Non per questo però mancheranno paesaggi e situazioni variegati, con cambiamenti di clima, flora e ovviamente fauna anzi davvero ben congegnati, per riuscire a offrire un discreto senso di scoperta e progressione al fruitore, per la prima volta libero di muoversi ed esplorare in maniera estremamente non lineare e oggettivamente ampia un universo finzionale privo delle consuete ingessature strutturali del passato. Sì, perché se Leggende: Arceus è stato il primo passo verso la concezione moderna del mondo di gioco, con una struttura a “open zone”, simile in qualche modo a Monster Hunter o al recentissimo Sonic Frontiers, in Scarlatto si può tranquillamente parlare di open world. Una prima, per il brand, che si affaccia sul palcoscenico del moderno panorama videoludico con questa grande novità strutturale offerta a tutti i suoi appassionati. Non sarà l’unica, come scopriremo andando avanti nel nostro articolo, ma è senza dubbio la più importante, perché cambia l’approccio e il feeling di tutto il gioco, avvicinando per la prima volta anche un capitolo principale della saga alle dinamiche meno vincolate di Arceus, andando purtroppo anche a impattare (questa volta negativamente) sulle performance del titolo. Ma andiamo con calma: il titolo vi metterà al centro di una storia imperniata sui classici canoni iniziali di ogni capitolo, con tanto di giovane avatar (parzialmente personalizzabile) pronto a frequentare la nuova accademia, salvo poi entrare nel solco di un racconto ovviamente inedito e a tratti davvero ben realizzato. Sempre con il tratto leggero e almeno parzialmente spensierato della serie, saprà sorprendere a più riprese grazie alla caratterizzazione di personaggi piuttosto riusciti e a un plot accattivante, seppur ovviamente sempre inquadrato anche per un target age giovane, ponendosi comunque come intrattenimento ideale per tutta la famiglia. Rispetto a quasi tutti i capitoli principali che lo hanno preceduto, inoltre, in Scarlatto (o Violetto, seppur ovviamente con l’altra creature proposta in alternativa secondo l’ormai tradizionale approccio in doppia versione studiato da GameFreak) il Pokémon leggendario del caso, protagonista tanto della copertina del gioco quanto di tutto il materiale promozionale pre-lancio, vi verrà fornito nelle primissime battute di gioco e, seppur impossibilitato per motivi narrativo (e immaginiamo anche di bilanciamento ludico) a scendere in campo per combattere, la sua presenza influenzerà in maniera netta e decisa tutto l’incedere esplorativo del titolo. Il suo design e la sua stessa natura, infatti, sono connaturati alla decisione di game design di presentare un mondo aperto e completamente esplorabile (anche se alcune schermate di caricamento saranno presenti nel gioco e alcune zone non risulteranno raggiungibili nemmeno progredendo lungo il canovaccio principale): la sua forma ibrida tra moto e antropomorfo sarà un utile mezzo di trasporto (su ruote o zompettando sui suoi arti) per esplorare in maniera rapida e dinamica i vasti ambienti proposti, nell’attesa di ripristinarne la salute e, con essa, le capacità di nuotata e planata che, ovviamente, andranno di pari passo con l’aumento delle vostre possibilità di muovervi sempre più nelle aree che caratterizzano la regione di Paldea. Una regione ricca, variegata, sostenuta da una ispirazione paesaggistica più che discreta e che, grazie alla sua popolosa vastità (tra NPC con cui interagire sia per combattere che per dialogare e animaletti selvatici visibili sulla mappa dell’overworld consentendovi di decidere il ritmo e la frequenza degli scontri e delle catture atte a potenziare il vostro Pokédex ci sono davvero molte occasioni di entrare realmente in contatto con questo mondo immaginifico) riuscirà a sospingere il desiderio di esplorazione, realizzabile in maniera soddisfacente proprio grazie al vostro fido Koraidon (o Miraidon, ovviamente). Insomma, considerando anche i diversi collezionabili da raccogliere, le diverse tipologie di missioni secondarie sparse sulla mappa, i tanti Pokémon (a volte anche rari, soprattutto nelle loro forme cristallizzate che andremo a breve ad analizzare) e la differenziazione (anche di flora e fauna) delle tante aree che compongono la nuova regione, il sense of wonder di un open world in salsa Pokémon è davvero presente, ed è un piacere tutto da giocare.
Non ci ho ancora giocato, e di sicuro non li recupererò a breve (voglio aspettare per vedere se non faranno uscire ll tradizionale terzo episodio o, come in spada e scudo, una versione completa di dlc), ma confesso che sono molto curioso del nuovo approccio open world.
Certo, i problemi tecnici che avete evidenziato sono incredibili (se consideriamo, appunto, l’importanza della produzione).
Io sono sempre stato di bocca buona sul versante tecnico, ma c’è un limite.
Comunque, non me ne priverò solo per questioni tecniche.
Fai bene, perché se piacciono i Pokémon, questo è senza dubbio divertente, vasto e completo sotto molti aspetti. Spero però che rilascino delle patch almeno per i bug o i glitch, non dico per migliorare frame rate o texture…chissà, motivo in più, come dici, per aspettare di capire che faranno in termini di DLC o terzo episodio della stessa gen..(per me DLC).