Il ciclo di gioco quindi è in gran parte mutuato dai famosi episodi del titolo di simulazione agreste, con la necessità e il piacere di ampliare progressivamente i propri terreni, migliorandone qualità e bellezza, ma soprattutto produttività, andando a coltivarli con sempre maggiore cura e amore, ricavandone risorse da reinvestire per ottenere fondi e altre risorse, necessarie a loro volta per ampliare e migliorare le nostre terre. Proprio la reiterazione e la concatenazione che definiscono la maggior parte delle interazioni ludiche di questa parte del titolo compongono quel ciclo di gioco che tanto successo ha saputo riscuotere negli anni, in una sorta di circolo virtuoso in grado di trasmettere un costante e rilassante senso di controllo e progressione al fruitore, all’interno di questo contesto bucolico che, già di suo, punta a condividere con l’utente un feeling di relax attivo. Come dicevamo, poi, grazie alla particolarità del mondo di Doraemon il titolo riesce persino ad aggiungere un pizzico di pepe al tutto, con interazioni senza dubbio meno verosimili e più fantasiose, conseguenze e possibilità inaspettate e variegate. Allo stesso tempo dobbiamo però registrare come altri elementi tipici del genere siano assenti in questa particolare incarnazione, essendo (anche comprensibilmente) priva di quelle interazioni sociali che tanto caratterizzano altre produzioni similari. Interazioni non del tutto assenti (anzi, presentarsi dagli abitanti con regali e pensieri farà parte della progressione della storia principale, in alcuni momenti), ma senza dubbio meno preponderanti e accentuate (con nessuna possibilità di stringere rapporti amorosi, relazioni durature, sposarsi o procreare). Poco male, in fondo, considerando il contesto sia agreste che cartoonoso, ma pur sempre un elemento di engagement in meno, che potrebbe senza dubbio ridimensionare l’appeal presso una fetta del suo pubblico potenziale. Così come per il battle system: altrettanto comprensibilmente, infatti, il gioco risulta privo di elementi di combattimento o dungeon da esplorare, al contrario magari di esponenti come Rune Factory o il recente Harvestella. Non si tratta di difetti gravi, considerando la natura del progetto, il suo target primario e via discorrendo, ma alla luce di quanto ampia e ricca sia ad oggi l’offerta di simulazioni agresti su Nintendo Switch è giusto inquadrare il gioco di Bandai-Namco tanto per quello che è capace di offrire, quanto per gli elementi in cui risulta invece deficitario, rispetto ad altri competitor. Va però sottolineato come il pacchetto proposto sia curato e ricco, contando anche come sia possibile affrontare la rilassante avventura anche in compagnia, potendo invitare un amico sul pianeta di Illuma, grazie alla modalità offline per 2 giocatori.
Il versante tecnico è sapientemente dosato da parte dei programmatori: il budget non è di certo quello dedicato a titoli di punta, con una impostazione della visuale isometrica dall’alto che tende a semplificare la lettura della scena; modelli poligonali piuttosto semplici (e sempre inquadrati da lontano, durante le fasi di gioco); un pacchetto texture pastelloso che facilita una gradevole lettura visiva anche a fronte di una qualità dell’immagine non del tutto eccelsa; tempi di caricamento non sempre al fulmicotone. Allo stesso tempo il gioco fa bene quello che si propone: presentare ambientazioni bucoliche ma immaginifiche, trasmettendo un senso di pacatezza finemente arricchito tanto dalla palette di colori, quanto dal filtro toon shading che aumenta notevolmente la sensazione di essere dentro a un disegno (animato, ovviamente!); la fluidità è garantita dal ritmo di gioco lento, certo, ma anche da un frame rate costante; l’interfaccia di gioco poggia le fondamenta sul know-how di anni di esperienza del team di programmazione, che si conferma esperto all’interno della cornice ludica qui trattata. Il tutto, poi, è ulteriormente arricchito dai filmati d’animazione presenti nel titolo: non moltissimi, ma realizzati con cura, assolutamente in linea con gli episodi del cartone animato di riferimento, di cui questo Friends of the Great Kingdom rappresenta un’estensione coerente, in grado senza dubbio di soddisfare gli appassionati.
La recensione
Doraemon si conferma un perfetto mondo per declinare i ritmi pacati e agresti di una serie come Story of Seasons: il suo mondo cartoonesco si tinge di fiaba; i suoi personaggi guadagnano spessore dal duro lavoro nei campi; le atmosfere si sposano alla perfezione pur nei limiti di una produzione altrettanto semplice, come un campo appena seminato o un frutto appena raccolto.