Nel mondo dell’intrattenimento (per bambini, per famiglie…ma perché no, anche per i fanciullini di pascoliana memoria, qui piccoli Peter Pan dentro ciascuno di noi che hanno deciso di non crescere o quantomeno di non dimenticare fantasia e immaginazione entrando nel mondo dell’età adulta) ci sono tantissime correnti e scuole, appartenenti per altro a una miriade di media di comunicazione differenti; tra questi, forse un po’ dimenticato e ingiustamente bistrattato, c’è senza dubbio anche quello del fumetto. Ma non necessariamente soltanto il manga di orientale derivazione, bensì anche quel fumetto che va sotto il nome di bande dessinée di origine belga, che tanta fortuna ha poi trovato anche su territorio francese, arrivando ad elevare tutta la produzione francofona (da TinTin a Lucky Luke) nell’ambito della narrazione illustrata a picchi davvero invidiabili. Uno dei maggiori esponenti di questa corrente, sempre molto curata sotto il profilo del tratto e spesso accompagnata anche da una leggera comicità di ampio respiro, è senza dubbio l’opera di Goscinny e Uderzo (resa famosa in Italia anche dai cartoni animati trasmessi sulla TV generalista) che va sotto il binomio di Asterix & Obelix. Un piccolo villaggio di Galli che, grazie a una pozione magica e a una volontà di ferro, accompagnate da un certo savoir -faire e da una discreta furbizia (contrapposta alla rigida ottusità dell’invasore) riescono a resistere indomiti e imperterriti all’avanzata del temibile esercito dei Romani.
Tanti personaggi (dal fido Idéfix al saggio Panoramix) culminanti ovviamente nelle due figure centrali degli eroi protagonisti, contrapposti in tutto e per tutto (a partire dall’ossimoro fisico che ricalca quasi i paradigmi cinematografici di Stanlio e Ollio), sia sotto il profilo caratteriale (l’uno scaltro, l’altro tonto; l’uno responsabilmente adulto, l’altro teneramente infantile) che per quanto concerne le caratteristiche di combattenti (da un lato la rapidità del piccoletto, con una super velocità difficile da comprendere e dall’altro la pachidermica forza bruta del marcantonio per eccellenza, in grado di esprimersi come un bulldozzer sul campo di battaglia) a formare un duo semplicemente iconografico: Asterix & Obelix appunto. Tante situazioni, anche, ambientate in un mondo antico, avventuroso e naturalistico, passato eppur attuale, in grado di inscenare una moltitudine di avventure sempre sorrette da simpatia e coinvolgimento, lungo percorsi di esplorazione e scoperta affascinanti e, persino, a tratti epici (come dimenticare le loro 12 esilaranti fatiche!?). Un panorama quindi variegato e vivo, ricco e pulsante, grazie alla costruzione di un universo diegetico narrativo coerente e non banale che ha saputo attraversare (quasi) indenne svariati decenni e appassionare e far sorridere diverse generazioni di bambini e giovani genitori. Ma anche nonni, scommettiamo! Una proprietà intellettuale forse un po’ sbiadita proprio nel corso dell’ultimo lustro, complici poche e a tratti non soddisfacenti operazioni commerciali di parziale (e forse non necessario) svecchiamento del brand, che hanno in ogni caso mantenuto vivo questo mondo, che si affaccia oggi anche sull’industria del videogame, con diversi titoli a licenza prodotti nel corso degli ultimi anni e portati in massa anche su Nintendo Switch: l’ultimo esemplare è l’inedito capitolo intitolato The Ram from Hibernia, e lo abbiamo recensito per voi!
Il gioco in questione vi vedrà alle prese con sberloni da seminare a destra e a manca ai classici legionari Romani, per andare in soccorso di un altro piccolo villaggio alle prese con l’invasione, questa volta posto nella parte meridionale dell’isola britannica: ecco quindi che i nostri eroi salperanno dalla Gallia, attraversando la Manica, per approdare a Hibernia e aiutare i suoi abitanti a liberarsi dell’invasore mediterraneo. L’incipit è tanto semplice quanto divertente, con tanto di capi villaggio caratteristici e bizzarri, caduti in depressione a seguito del rapimento del loro caprone da compagnia preferito (dotato di corna dorate, ritenuto un dono degli déi), e piccoli aneddoti sparsi qua e là, discretamente capaci di strappare qualche sorriso (soprattutto per i commenti sempliciotti di Obelix, ovviamente!). I personaggi classici sono ben rappresentati, dal punto di vista caratteriale, così come le new entry riescono a non sfigurare del tutto, delineandosi come macchiette comiche ben inserite nel quadro generale di una narrazione leggera, per famiglie, ma non per questo negativamente semplicistica. Insomma, l’atmosfera che si respira lungo il viaggio avventuroso che i due protagonisti dovranno affrontare è coerente con la natura e l’identità della licenza e a tratti discretamente scritta (in termini più di dialoghi che di arco narrativo vero e proprio, va detto), tanto da risultare spensieratamente godibile, quantomeno per il target di età di riferimento anche del cartone animato originale.