Armatevi tuttavia di tanta pazienza perché Soulstorm ha un livello di difficoltà piuttosto brutale, sebbene mai frustrante. In alcuni livelli dovremo morire decine di volte prima di memorizzare i pattern di movimento degli avversari e di effettuare le giuste sequenze di salti passando inosservati. Proprio qui sta una delle note dolenti del titolo, ossia un sistema di comandi talvolta legnoso ed impreciso, anche questo retaggio del titolo originale del quale avremmo fatto volentieri a meno. In tal senso speriamo nell’arrivo di una patch di perfezionamento che sarebbe la classica ciliegina su una torta altrimenti gustosissima.
Soulstorm possiede tutti gli elementi dell’adventure 2.9D ma aggiunge anche elementi evolutivi piuttosto sfiziosi che fanno pendere i valori della produzione verso l’RPG-lite. Abe ha infatti acquisito l’abilità di creare armi e accessori a partire dagli oggetti di recupero trovati borseggiando i nemici, saccheggiando gli armadietti, setacciando i bidoni della spazzatura e molto altro. Esplorare con attenzione ogni angolo della mappa viene quasi sempre premiato da qualche prezioso oggetto da riciclare piuttosto che da nuove ricette con le quali sviluppare armi o strumenti. Avere sempre in tasca almeno un paio di mine di prossimità ci salverà spesso da situazione altrimenti critiche e di difficile soluzione. Anche il nostro gruppetto di Mudokon liberati sarà parte attiva della rivoluzione dato che potremo scegliere di armarli e dotarli quindi di un minimo di possibilità di autodifesa.
Il lavoro svolto dal punto di vista grafico per adattare il titolo alla nostra Switch è davvero convincente. Le sezioni animate di intermezzo sono davvero molto belle ed evocative, così come anche i fondali estremamente ricchi e spesso animati, tanto da distogliere lo sguardo dalle frenetiche sequenze di fuga o combattimento in primo piano. Abe e i suoi passano a pieni voti il processo di ammodernamento dettato dal salto grafico sulle console di nuova generazione, rimanendo comunque fedeli all’originale e riconoscibilissimi. L’effetto nostalgia è completato dall’ottimo comparto audio che mutua quasi in toto una molteplicità di effetti sonori già conosciuti agli amanti della serie. Alla fine di ogni singolo livello, riceveremo un punteggio Quarma, che si basa sul numero di Mudokon salvati, sul numero di nemici uccisi o intrappolati, sulle eventuali aree nascoste che avremo scoperto e molto altro. Ogni aspetto della nostra performance verrà valutato con medaglie di diverso valore. L’importanza del punteggio Quarma non è fine a sé stessa dato che alla fine dell’avventura a seconda del punteggio ottenuto si apriranno le porte di uno dei quattro finali disponibili, chiaramente solo salvare un bel numero di Mudokon ci varrà il finale positivo, come se servisse uno stimolo in più per salvare i nostri simili dalla carneficina!
La recensione
Il graditissimo ritorno di Abe e centinaia di Mudokon sui nostri schermi è stato realizzato con la dovuta cura e rispetto per quello che a tutti gli effetti è uno dei platform più riconoscibili e graditi della sua generazione. Graficamente impattante e sempre piacevole Oddworld: Soulstorm Oddtimized Edition snocciola un gameplay ricco e sempre stimolante, grazie anche all’introduzione di alcuni elementi RPG-lite in grado di ampliare non di poco le potenzialità di un titolo già di per sé ottimo. Brutale e al contempo intrigante il livello di difficoltà punisce un approccio troppo easy e premia invece chi sarà disposto a metterci un po' di materia grigia. Peccato per un set di comandi non esente da colpe, spesso legnoso e poco preciso soprattutto nelle sezioni più concitate quando invece la massima precisione ci salverebbe da orribili morti.