Esistono titoli che sono capaci di ergersi a vere e proprio icone di genere, diventando un po’ la “Coca Cola” delle bibite gasate o il “Walkman” dei lettori di musicassette portatili, ma in ambito videoludico: il loro nome diventa sinonimo di un certo tipo di prodotto, attraverso quel processo che nella lingua italiana viene identificato dalla figura retorica nota come antonomasia, caratterizzata dalla sostituzione di un nome comune con un nome di tipo proprio. Nel panorama di intrattenimento digitale, molti di questi antesignani sono targati Nintendo, grazie ad un livello qualitativo in grado di settare standard per il settore, e a una tradizione che affonda radici nel passato, aggettato però i frutti odierni non soltanto nell’attualità, ma addirittura verso il futuro del medium stesso. E’ il caso di Mario, sinonimo di platform; di Zelda, in grado di ergersi a simbolo degli adventure; ma anche o forse soprattutto di Mario Kart, vero emblema del racing arcade in grado di intrattenere e divertire tutta la famiglia, pur sapendo farsi apprezzare anche dagli appassionati più duri e puri.
Il gioco di corse della casa di Kyoto attinge a piene mani a un universo diegetico di riferimento senza dubbio ricco e variegato, tanto da potersi quasi definire un gioco a licenza (seppur si tratti in realtà di proprietà intellettuali interne alla medesima casa di sviluppo), ma si è dimostrato negli anni in grado di creare sul substrato soggiacente di popolarità dei suoi personaggi, delle sue ambientazioni e dei suoi oggetti anche una sovrastruttura ludica intrigante ed appagante, piena di sprazzi di originalità e trovate sopra le righe, andando a definire e ridefinire, episodio dopo episodio, tutta una serie di caratteristiche che ormai, oggi, sono parte integrante (strutturale e non soltanto simbolica) del genere stesso. Solitamente, quando un titolo si erge in maniera così endemica aderendo in maniera simbiotica al concetto stesso di gioco, sono due i fenomeni che possono verificarsi all’interno dell’industria: la scomparsa di competitor diretti, vittime dell’enorme o addirittura eccessivo successo del capostipite (che va sostanzialmente ad occupare nella mente del consumatore di massa l’idea stessa del genere di appartenenza, eliminando la consapevolezza dell’esistenza stessa di possibili alternative), o al contrario il proliferare di epigoni che, forti di un’ampia utenza potenziale costruita dal richiamo offerto dall’avversario più famoso, cercano di ricalcarne almeno parzialmente le orme, attirando una anche piccola fetta di quegli acquirenti, magari in cerca di altre esperienze di intrattenimento similari. Purtroppo per tutti gli appassionati, troppo spesso su hardware Nintendo si assiste più al primo fenomeno che non al secondo, ma seguendo una traiettoria cronologicamente orientata verso il passaggio dallo step 1 allo step 2, nel momento in cui l’onda lunga del successo di tali icone non cenna a placarsi, possiamo dire che ormai oggi di esempi terze parti che cerchino di inserirsi sulla scia di Mario Kart è pieno…l’eShop.
Tra questi troviamo senza dubbio il progetto di Kickelodeon che con Slime Speedway arriva addirittura al terzo capitolo della saga racing arcade ispirata alle sue tante icone dell’intrattenimento in salsa cartoon. L‘episodio disponibile oggi su Nintendo Switch è il più grande titolo della serie, sotto numerosi punti di vista: ci sono 40 piloti diversi tra cui scegliere, tutti provenienti dagli universi degli amatissimi show di Nickelodeon; per la prima volta è introdotto il Voice Acting, novità assoluta per la serie con le gare accompagnate da una vera a propria “telecronaca” ripresa sempre dai cartoni animati, in grado senza dubbio di aumentare il senso di coinvolgimento; il team ha realizzato ben 36 percorsi esclusivi tra nuove tracce, circuiti classici e percorsi alternativi; gli stessi presentano diverse varianti sul tema, con la novità di sezioni di moto d’acqua per navigare o trasformazioni in motociclette per sfrecciare sul terreno di gara; sono state aggiunte tantissime opzioni di personalizzazione, che permettono di adattare la Reptar-mobile a Raffaello, cambiare verniciatura e parti e scegliere tra oltre 90 membri dell’equipaggio con abilità uniche per offrire vantaggi di guida. Il tutto senza contare le modalità di gioco: nel titolo qui analizzato si potranno sfidare amici in locale fino a quattro giocatori in split-screen ma anche online, con un multiplayer in grado di accogliere fino a 12 sfidanti contemporaneamente, senza dimenticare il divertimento e la varietà offerte anche dalla modalità Arena, in cui si potranno sfidare altri piloti in scontri mozzafiato. Sulla carta quindi tutto bene, seppur derivativo infatti il titolo spunta tutte le caselle giuste per un discreto intrattenimento familiare.
Purtroppo, però, la quantità non è sorretta da altrettanta qualità. Sono infatti diversi gli aspetti tecnici che lasciano a desiderare: da un lato, la sensazione di guida è piuttosto deficitaria, con uno scarso senso di pesantezza dei mezzi e un controllo blando della fisica dei veicoli; dall’altro c’è davvero poca differenziazione tra le varie vetture, anche dopo le diverse trasformazioni possibili, che finiscono per apparire quasi più varianti estetiche, che nuovi approcci a stili di guida in fondo tutti uguali. La qualità dell’immagine, la risoluzione, il comparto texture e di illuminazione sono inoltre ben lontani dallo sfruttamento pieno e maturo dell’hardware di riferimento, soprattutto se confrontato proprio con quel Mario Kart 8 Deluxe che, seppur figlio dello sviluppo su Wii U, resta ad oggi uno dei giochi esteticamente e graficamente più appaganti tra tutti quelli disponibili nella libreria software di Nintendo Switch. Resta il piacere di partite mordi e fuggi anche in modalità portatile, dove forse le pecche visive impattano meno, lasciando una miglior sensazione di fruizione del prodotto, che però difficilmente raggiunge la sufficienza da questo punto di vista.
La recensione
Il prodotot a licenza sfrutta l'appeal dei suoi personaggi da un lato e il clamore mediatico e commerciale del racing arcade per antonomasia, simbolo dell'intrattenimento per famiglie targato Nintendo, ma senza quella qualità necessaria per elevarsi al di sopra di una stiracchiata sufficienza.