Return to Monkey Island: la recensione

Ci sono voluti 30 anni per riportare lo sgangerato vascello di Guybrush Threepwood in acque tranquille. Bentornati a Monkey Island!

Iniziando a fare i primi passi nel mondo di gioco il primo aspetto che balza all’occhio, motivo di accesi dibattiti sin dalla presentazione, è il cambiamento radicale nella direzione artistica, qui affidata al disegnatore Rex Crowle. Return to Monkey Island da questo punto di vista taglia in maniera piuttosto netta col passato, niente effetto nostalgia con la pixel art tipica dei primi due capitoli (come forse molti auspicavano), niente grafica cartoon come nel terzo capitolo. La via scelta è stata quella di una grafica molto stilizzata, in parte mutuata dai libri pop-up. Dopo qualche momento di iniziale perplessità questa via si è rivelata davvero vincente e ci ha conquistato senza alcun dubbio, un design fresco in grado di portare la saga in un’epoca più moderna ma comunque sempre con coerenza.

Ciò che invece non cambia assolutamente è la scrittura sempre ispirata e divertente, seguire i dialoghi a volte sconclusionati dei personaggi di questo bizzarro mondo è sempre spassoso. Guybrush nella sua goffaggine è sempre fonte di battute taglienti così come i personaggi principali ben delineati nella loro iperbolica ed ostentata adesione al ruolo di pirati sporchi brutti e cattivi. Altrettanto piacevoli sono gli enigmi ambientali, acuti e sfiziosi ma mai troppo cervellotici da risultare frustranti. In realtà seguendo bene quello che ci viene detto nei dialoghi ed esplorando attentamente le ambientazioni circostanti spesso ci accorgeremo di avere sotto mano tutto il necessario, dovremo solo metterci quel pizzico di intuizione che fa la differenza. In ogni caso qualora ci dovessimo arenare in qualche sezione del gioco potremo attingere ad un diario dei suggerimenti sviluppato davvero bene, ben bilanciato ed in grado di dare quella spinta necessaria a portarci sulla giusta strada ma senza cadere nello spoiler.

Return to Monkey Island riesce a svecchiare il punta e clicca senza snaturarlo e, cosa per noi possessori di Switch estremamente importante, rendendolo godibile anche su console. Gli elementi interattivi sono evidenziati a schermo da dei circoletti da scorrere e selezionare tramite i dorsali, non tutti sono fondamentali ai fini della trama ma per tutti vale la pena la lettura in quanto contribuiscono in maniera importante a creare l’atmosfera giusta. Il ritmo dell’avventura è sempre buono e non soffre quasi mai di cali di interesse per tutta la durata delle circa 10h necessarie a completare l’avventura. L’unico vero “difetto” di questo Return to Monkey Island è che non appena concluso vorremmo subito salpare nuovamente con questa banda di bucanieri scappati di casa.

PUBBLICITÀ

La recensione

8.5 Il voto

Senza troppi giri di parole Terrible Toybox ha fatto centro. Return to Monkey Island ha tutte le carte in regola per essere un must sia per chi ha giocato i primi capitoli della saga, sia per coloro che sono completamente a digiuno delle avventure del pirata wannabe Guybrush Threepwood. La rinnovata direzione artistica svecchia il brand quanto basta per renderlo accattivante ai giorni nostri. L'aspetto vincente rimane come sempre la scrittura ispirata, la comicità innata dei personaggi e la loro irriverenza. Il contesto ideale per una serie di enigmi ambientali sempre stimolanti ed in grado di tenere alta l'asticella per tutta la durata dell'avventura.

Valutazione

  • Il votaccio insert 0
Guida alle valutazioni
PUBBLICITÀ

ARTICOLI CORRELATI

Prossimo articolo

Lascia un commento

ULTIMI COMMENTI

VIDEO

Ben tornato!

Effettua l'accesso

Crea un account!

Compila i seguenti campi per registrarti

Recupera password

Per favore, inserisci il tuo Username o la tua Email per recuperare la password.

Crea nuova Playlist